DAL 1999 AD OGGI LA MONETA UNICA È COSTATA 73 MILA EURO PER OGNI ITALIANO

L’introduzione della moneta unica ha fatto sì che alcuni paesi traessero molti benefici, altri – al contrario – sono stati penalizzati. È questo, in estrema sintesi, quanto emerge dallo studio “20 anni di Euro: vincitori e vinti” del Centre for European Policy di Friburgo. Così si scopre, anche se non era proprio una notizia inaspettata, che il paese che più ha beneficiato degli effetti dell’Euro è stata la Germania, che complessivamente nel periodo 1999-2017 ha avuto un impatto positivo di oltre mille miliardi nell’economia tedesca, per un totale col segno più di 23 mila euro per abitante. E l’introduzione dell’Euro è stato un bene pure per l’Olanda, anche se in misura minore rispetto alla Germania, con una somma positiva di “soli” 340 miliardi per il medesimo periodo considerato.

Germania e Olanda sono le uniche eccezioni in un contesto che vede perdere un po’ tutti, Francia compresa. Ma è l’Italia, secondo i ricercatori del CEP di Friburgo, il paese che ha subito le perdite più consistenti: un passivo di 4 mila miliardi di euro in vent’anni, per una perdita pro capite di 73 mila euro. Dallo studio emerge che in alcuni paesi, più degli altri, la moneta unica ha portato “a una minore crescita economica, a un aumento della disoccupazione e al calo delle entrate fiscali. La Grecia e l’Italia, in particolare, stanno attualmente attraversando gravi difficoltà a causa del fatto che non sono in grado di svalutare la propria valuta”. 

È pur vero che lo studio presentato dal CEP si basa su una serie di ipotesi, ovvero su come sarebbe andata l’economia delle singole nazioni se queste non avessero adottato l’euro. E in tal caso le variabili da considerare sarebbero molte e non tutte prevedibili. Non è irrilevante il fatto che paesi con economia simile a quella italiana, come la Spagna, sono sì stati penalizzati dalla moneta unica, ma in misura significativamente minore rispetto all’Italia e ciò sarebbe dovuto – stando allo stesso think tank di Friburgo – alle riforme che i governi iberici hanno effettuato dopo il 2008.

In conclusione, come più volte ribadito anche da Fratelli d’Italia, l’Euro ha danneggiato l’economia italiana, ma lo ha fatto anche con la complicità della politica tutta, che in questi anni non ha pensato di correre ai ripari e attuare quelle riforme essenziali per il paese. Se vi è ancora la possibilità di recuperare terreno rispetto ad un’economia globale che corre, abbiamo bisogno di politiche coraggiose, checché ne pensino i burocrati di Bruxelles.

Luca Vitale, Fratelli d’Italia-Grosseto.

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