DIAMO IL VIA ALLA STAGIONE ESTIVA: RIPARTENZA A GONFIE VELE PER IL TURISMO TOSCANO

Due anni di Covid hanno provocato un buco da 350 milioni di euro per il solo settore degli agriturismi, ma finalmente si tira una boccata d’aria: i turisti stranieri tornano nelle campagne toscane.

Dopo la flessione dell’80% degli arrivi nelle strutture regionali ed un crollo del fatturato tra pernottamenti, ristorazione e souvenir enogastronomici, di 350 milioni di euro in due anni, i turisti stranieri sono pronti a tornare in Toscana per trascorrere le vacanze estive. Secondo quanto stima Coldiretti, 7 prenotazioni su 10 sono state effettuate negli agriturismi toscani da turisti esteri.

Anche il turismo di prossimità è in forte ripresa: riparte la riscoperta dei piccoli borghi e dei centri minori nelle campagne regionali, il che ha incentivato le strutture ad organizzare attività con servizi innovativi per turisti di tutti i tipi. Ripartono anche le attività culturali, tra cui le visite di percorsi archeologici, naturalistici o di benessere.

Da sempre i turisti stranieri sono strategici per l’economia toscana, soprattutto perché hanno tradizionalmente una elevata capacità di spesa per alloggio, alimentazione, trasporti, divertimenti, shopping e souvenir. La Toscana ha da sempre saputo accogliere con le braccia aperte anche i turisti italiani con le sue 4.962 le strutture, che offrono alloggio per oltre 85 mila posti letto.

È per questo che dobbiamo puntare sulla bellezza e sulla tradizione del nostro Paese.

Ripartiamo dal turismo e mostriamo al mondo il fascino del nostro Paese!

I programmi di Fratelli d’Italia per questo comparto strategico, prevedono un’importante investimento di attenzione, risorse e di immagine per dare valore al Made in Italy nel suo complesso.

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FRATELLI D’ITALIA: CHI SIAMO

“Fratelli d’Italia è un Movimento che ha il fine di attuare un programma politico che, sulla base dei principi di sovranità popolare, libertà, democrazia, giustizia, solidarietà sociale, merito ed equità fiscale, si ispira a una visione spirituale della vita e ai valori della tradizione nazionale, liberale e popolare, e partecipa alla costruzione dell’Europa dei Popoli”.

Nello specifico… chi siamo?

Fratelli d’Italia promuove nel rispetto della sovranità, dell’indipendenza e dell’unità nazionale, la pacifica convivenza di Popoli, Stati, etnie e confessioni religiose.

Crediamo nelle radici cristiane dell’Europa dei Popoli, perché la sua grandezza risiede nell’identità e nella Tradizione che la compongono. Vogliamo tutelare le radici di questa appartenenza che ha reso l’Europa un continente ricco di storia e cultura. Siamo l’Italia che crede nella bellezza del proprio Paese, del suo patrimonio storico, artistico e culturale.

Fratelli d’Italia vuole fare dell’uguaglianza il punto di partenza per accedere a tutti i diritti fondamentali della nostra società, perché noi siamo l’Italia che crede nella giustizia sociale e nella solidarietà. Per questo siamo anche l’Italia che crede nella famiglia, luogo di incontro e di accoglienza.

Fratelli d’Italia rappresenta tutti coloro che credono nella pace come obiettivo da raggiungere, costruire e difendere. Noi siamo da sempre al fianco delle popolazioni oppresse.

Fratelli d’Italia è il partito che crede nella politica al servizio del Bene Comune e per questo siamo il partito che critica, propone e si batte per il bene dei nostri cittadini.

Noi vogliamo, un’Italia migliore!

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SALARIO MINIMO VS PRECARIETA’

La direttiva europea sul salario minimo è in dirittura d’arrivo. A poco più di un anno e mezzo dalla proposta della Commissione europea, il provvedimento dovrebbe essere oggetto di un accordo tra Commissione, Parlamento e Consiglio UE.

La direttiva punterà invece, secondo quanto già chiarito, a istituire un quadro per fissare salari minimi ‘adeguati ed equi’. L’Italia è tra i sei Paesi dell’Ue a non avere già una regolamentazione in materia, con un dibattito del tutto aperto tra le parti sociali e all’interno del governo stesso.

Il problema, però, è che in Italia non ci sono solo salari bassi, ma un livello di precarietà nel lavoro e nella vita che non c’è mai stato. In Italia si vive una situazione di incertezza e insicurezza.

Ci basti pensare che negli ultimi anni stati effettuati tagli ingenti ai fondi pubblici per garantire alcuni servizi sociali, come il diritto alla salute, alla scuola e all’integrazione. In Italia bisogna rimettere al centro il problema del lavoro e bisogna costantemente lottare contro la precarietà. È arrivato il momento di fare scelte, in ambito locale e nazionale, per porre fine a questo problema. La politica deve tornare a occuparsi dei bisogni materiali delle persone e lavorare è un diritto sacrosanto di tutti i cittadini!

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IL SUD SPICCA IN EUROPA PER LA DISOCCUPAZIONE DI LUNGA DURATA

Nelle Regioni del Sud Italia, escluse le Isole, nel 2021 c’erano oltre 501mila disoccupati di lunga durata, ovvero alla ricerca di lavoro da oltre un anno, tra i 15 e i 74 anni, più di quelli rilevati nell’intera Germania (497mila).

È quanto emerge dalle tabelle Eurostat secondo le quali se si guarda anche alle Isole il numero supera le 758mila unità.

Secondo la rilevazione i disoccupati di lunga durata in Germania rappresentano l’1,2% della forza lavoro a fronte del 10,3% registrato nel Sud. Se si guarda al complesso dei disoccupati quelli che fanno più fatica a rientrare nel mercato sono il 32,4% in Germania e il 64,4% al Sud. 

L’Italia si distingue sempre per essere la peggiore nelle statistiche occupazionali. Le cose devono cambiare ora!

L’occupazione può far girare la moneta, la produzione , l’economia

Più persone che percepiscono un reddito significa ripresa dei consumi e minori costi di produzione per le imprese!

Non solo, un aumento di gettito serve a garantire migliori servizi, una sanità più vicina alle persone e aiuti importanti al sociale!

Fratelli d’Italia vuole assolutamente sconfiggere questa piaga che danneggia la nostra società!

Abbassiamo il costo del lavoro, incentiviamo la produzione di nuovi posti di lavoro e creiamo manovre sicure per le imprese che incentivino l’assunzione!

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SARANNO DAVVERO IN ARRIVO INCENTIVI ALLE IMPRESE?

Il testo del ddl parla chiaro: entro 12 mesi il governo è delegato ad adottare uno o più decreti legislativi per “la riforma della normativa” in materia di “incentivi alle imprese” per “migliorarne l’efficienza”. Tali decreti hanno l’obiettivo di “definire un sistema organico di regole per l’attivazione del sostegno pubblico a favore delle imprese, previa ricognizione delle misure esistenti, anche mediante abrogazione, sistematizzazione e semplificazione” delle norme e “attraverso l’adozione di nuove misure, anche con riguardo al sistema degli incentivi alle imprese del Mezzogiorno”. Possiamo crederci? Sarebbe anche ora! Dopo il taglio delle crescite del PIL al +2,3%, dal +3,2% previsto a marzo, e quelle nel 2023 dal +2,1% al +1,7%, è ora di ripartire, forse!! Dopo le crisi economiche e finanziarie che hanno pesantemente colpito le nostre aziende e cittadini negli ultimi due anni, l’istituzione di un sistema di regole e misure per tutelare le imprese è una pratica quasi obbligatoria! Il nostro sistema produttivo ha bisogno di un netto taglio fiscale e l’istituzione di incentivi utili per assicurare la ripartenza a pieno regime del nostro tessuto economico. L’auspicio è sempre quello, anche se ormai per noi il tempo di questo governo è scaduto, che si creino riforme che portino veramente a un miglioramento della nostra economia, perché all’Italia e agli italiani non serve il bonus monopattino, ma seri incentivi che coprano le spese. Ormai siamo ai rigori, calcisticamente parlando e gli italiani sono stanchi e stufi di misure che non vanno ad incidere sostanzialmente sul benessere della loro vita e delle proprie attività lavorative!!

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LA SHRINKFLATION NEL MIRINO DELL’ANTITRUST

L’Antitrust accende un faro su confezioni, prezzi dei prodotti e sul peso. Finisce sul tavolo del garante la cosiddetta «Shrinkflation», la tecnica con cui le aziende riducono la quantità di prodotto nelle confezioni, mantenendo i prezzi sostanzialmente invariati.

Codacons a denunciare la pratica negli ultimi mesi con esposti in 104 procure e alla stessa autorità garante: «Il fenomeno della shrinkflation determina una inflazione occulta a danno dei consumatori e svuota i carrelli della spesa», ricorda il presidente Carlo Rienzi. Nel mirino erano finite le colombe pasquali da 950 grammi, le mozzarelle da 100 grammi invece che da 125, il caffè da 225 al posto di quello da 250 grammi, la pasta non nei formati consolidati da 500 grammi e da 1 Kg, il tè con 20 bustine invece di 25 e innumerevoli altri prodotti.

Con i rincari e le poche tutele da parte del governo, la sgrammatura dei prodotti è diventata una pratica molto diffusa. È scorretto diminuire il quantitativo interno di un prodotto mantenendo la confezione della stessa grandezza! Non è il giusto modo di tutelare i consumatori che stanno pagando, insieme alle aziende, delle conseguenze della pesante crisi economica che stiamo vivendo. La shrinkflation è solo l’ultimo metodo inventato per scaricare i rincari sull’anello debole dei consumatori e dei produttori.

Tuteliamo i consumatori, tutelando le imprese e riducendo i rincari!

I nostri cittadini non devono pagare le conseguenze degli screzi internazionali!

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CONCESSIONI BALNEARI MESSE ALL’ASTA

Il Country Report afferma che in Italia «l’uso di concessioni pubbliche per i beni pubblici, come le spiagge, non è stato ottimale». «Ciò implica una significativa perdita di entrate visto che queste concessioni sono state rinnovato automaticamente per lunghi periodi e a tassi molto al di sotto dei valori di mercato». 

Per le concessioni balneari non ci sono proroghe: devono essere messe a gara alla loro naturale scadenza di fine 2023, limite confermato anche dal Consiglio di Stato. Il motivo? Ripagare i debiti dell’Italia!

Il rischio con la situazione attuale che si interporrebbe è quello di lasciare senza alcuna garanzia migliaia di piccole e medie imprese che operano in questo settore. Sarebbe una tragedia anche per le famiglie considerando che il 98% degli stabilimenti ha gestione famigliare.

In Italia, il governo ama mettere i bastoni tra le ruote a tutti quegli onesti cittadini che vorrebbero solo poter lavorare in pace. Analisi ci dicono che siamo uno tra i peggiori stati in Europa nello sviluppo imprenditoriale!

Lo stato dovrebbe andare a tutelare, difendere e supportare le piccole e piccolissime imprese familiari, come sono appunto quelle dei balneari, anch’esse asse portante dell’economia e del turismo italiano.

Sostienici per dare valore al lavoro!

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NUOVA STANGATA SUL MATTONE

L’assist delle Commissione europea sulla casa al mai sazio «partito delle tasse» rischia di far gravare un altro peso sulla classe media, già schiacciata tra una inflazione galoppante e una riforma fiscale spesso penalizzante. Bruxelles chiede infatti di intervenire sul catasto per aggiornarne valori ritenuti ormai «obsoleti». In sostanza per aumentarli con un effetto a cascata sulle tasse che già colpiscono il mattone. 

Secondo Confedilizia, «Finisce la pandemia e la Commissione europea torna a riproporre la sua raccomandazione all’Italia di aggiornare il catasto per aumentare le tasse sulla casa. È sconcertante e il fatto che qualcuno già parli di assist nei confronti di Palazzo Chigi è significativo».

Ad oggi, sul mattone grava già una patrimoniale da 11 miliardi l’anno, considerando 4,8 miliardi di tassa di registro sulle compravendite, 3,8 miliardi di Imu, 1,6 miliardi di imposte ipotecarie, 800 milioni sulle successioni.

Non esiste motivo al mondo per cui bisogna aumentare le tasse sulla casa! Bisogna alleggerire il carico fiscale, non aumentarlo! Dobbiamo creare un Paese propenso alla crescita e favorevole agli investimenti e con l’aumento delle tasse sulla casa questo di sicuro non accadrà! Combattiamo contro l’aggravio fiscale!

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IL FUTURO DELL’ITALIA SOTTO LA CAMPANA EUROPEA

L’economia italiana si trova ad affrontare venti contrari dalla guerra e dall’aumento dell’inflazione. Nonostante i segnali di resilienza, la crescita è attesa rallentare e presenta rischi al ribasso.

Questo è quanto afferma il Fmi nel comunicato finale della missione in Italia dei suoi funzionari per l’Article IV 2022. Come afferma il Fmi, “Come i suoi partener europei, l’Italia si trova ad affrontare formidabili nuove sfide economiche”.

Come se non bastasse, l’Italia è immensamente indebitata: il governo ha indebitato il Paese per 500 milioni al giorno dall’inizio del suo governo, senza contare il debito che contrarremo con il Pnrr. Insieme alle cause legate alla guerra e il Covid, l’eccessivo stimolo monetario ha prodotto un aumento dei prezzi ed un deprezzamento dell’Euro a cui la Banca Centrale sta cercando tutt’ora di porre rimedio.

Ma il governo di Mario Draghi ha già pensato a tutto: a luglio presenterà una manovra che corregge la super ottimista finanziaria 2022 ed anticipa in parte quella del 2023. Se i partiti non la approveranno, toccherà all’esecutivo entrante chiedere l’aiuto del Mes. Se, invece, la proposta fosse promossa, il capo del governo lascerà l’Italia sotto la campana Europea e ben presto verrà svenduta?

Tutta l’Europa sembra collaborare per uscire da questa crisi, peccato che non sembra a nostro favore.

Il futuro dell’Italia è in pericolo?

Noi non staremo a guardare!

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IL MADE IN ITALY SFRECCIA CON FERROVIE DELLO STATO

Secondo quanto riportato da Luigi Ferraris, amministratore delegato di FS, “Il Piano Industriale 2022-2031 intende imprimere un’accelerazione agli investimenti e dare maggiore certezza all’esecuzione delle opere nei tempi previsti. Lavoriamo per rendere le nostre infrastrutture sempre più moderne, interconnesse e resilienti e i servizi di mobilità calibrati sulle esigenze dei nostri clienti“. Sono previste circa 40mila assunzioni nell’arco del piano.

Ferraris ha aggiunto che intendiamo promuovere un trasporto collettivo multimodale, raddoppiare la quota di trasporto merci su ferrovia, contribuire alla transizione ecologica anche autoproducendo da fonti rinnovabili almeno il 40% del nostro fabbisogno energetico“. Per quanto riguarda Anas, invece, l’Ad di Fs ha spiegato chestanno pianificando investimenti di circa 50 miliardi di euro che andranno a confluire nello sviluppo rete, nella manutenzione straordinaria e in altre attività necessarie al completamento del piano.

Tutto questo nell’ottica di valorizzare le potenzialità del gruppo Ferrovie e contribuire allo sviluppo sostenibile del nostro Paese, a seguito della pandemia e dei conflitti internazionali. Ad oggi, persiste l’esigenza di rivedere l’organizzazione e i tre pilastri del business ferroviario: infrastrutture, passeggeri e logistica. Ferrovie dello Stato continuerà anche la sua volata internazionale, aumentando i volumi in Europa da 1,8 miliardi del 2019 a 5 miliardi nel 2031.

L’Italia ha un sistema-Paese ancora florido e capace di vincere all’estero anche in settori strategici. Alcune aziende di settore stanno portando alto il nome dell’Italia in tutto il mondo e i grandi investimenti infrastrutturali che verranno attuati da Ferrovie dello Stato ne è la riprova! Il Made in Italy funziona ancora a pieno regime ed è capace di mostrare la sua completa efficienza e il suo servizio impeccabile!

Per far funzionare il Made in Italy basta saper guidare il sistema paese e Fratelli d’Italia riporterà il nostro paese e la nostra economia al livello degli anni ’50 quando l’Italia conobbe un periodo di espansione economica senza precedenti, che trasformò il nostro paese in una delle potenze industriali del pianeta; lo faremo con coraggio e in maniera etica e sostenibile;

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