OVER-65: IN AUMENTO LA POPOLAZIONE ANZIANA, MA MENO FONDI PER LE SPESE SANITARIE

luca_vitale

Si è parlato qualche giorno fa della difficoltà del mondo giovanile nel trovare un impiego ed avere una condizione economica stabile, ma un altro problema che contraddistingue il nostro Paese, e che abbisogna di soluzioni urgenti, riguarda un’altra fascia di popolazione, quella dei “non più giovani”, per usare una perifrasi di un termine sempre meno in voga. Il punto è che per quanto la società contemporanea tenti di far finta di non vedere o addirittura di nascondere l’“anzianità”, questa non scompare, anzi: viste le dinamiche demografiche dell’Italia, si può dire che la sua popolazione si fa sempre più vecchia. E il tentativo di eludere la questione non può farci ignorare i bisogni di chi, con l’avvento della terza età, deve far fronte a esigenze specifiche che necessitano di aiuti difficili da ottenere e non accessibili a tutti.

Già oggi gli over 65 rappresentano il 22% della popolazione italiana e, a detta dell’ISTAT, la tendenza si confermerà anche per i prossimi decenni. Nel 2045 avrà oltrepassato la soglia dei 65 anni di età il 33,7% della popolazione. Il dato di per sé non è negativo, tutt’altro: significa che l’età media si innalza anche per effetto di una maggiore longevità. Diventa fonte di preoccupazione, però, quando si tiene conto dell’abbassamento della qualità di vita della popolazione più anziana. In aumento, nel prossimo futuro, saranno infatti anche i pensionati con limitazioni funzionali che avranno bisogno di cure peculiari; al contempo, diminuisce il numero di caregiver familiari, cioè di parenti disposti ad accudire le persone in stato di necessità, poiché non sempre ciò si concilia con gli impegni lavorativi dei più giovani. Ecco allora che ci si deve rivolgere ad un aiuto “esterno”, che però diventa sempre più costoso. Secondo una ricerca condotta da Auser, infatti, più della metà delle famiglie in cui sono presenti anziani non autosufficienti ha avuto o ha tuttora difficoltà a sostenere le spese sanitarie per il proprio caro. E, a giudicare dalle tendenze occupazionali degli under-35, la situazione si protrarrà nel futuro, col rischio di vedere peggiorare la qualità della vita sia per i più giovani, sia soprattutto per i più anziani, considerate altresì le difficoltà di accesso ai servizi domiciliari: tra il 2009 e il 2013 in Italia gli anziani sono aumentati dell’8,6 per cento, passando da 11.974.530 a 13.007.490. Nello stesso tempo sono diminuiti del 21,4 per cento gli anziani che hanno beneficiato del servizio di assistenza domiciliare (Sad) passando da 190.908 del 2009 (1,6%) a 149.995 del 2013 (1,2%). Questo significa che la spesa pubblica prevista per far fronte alle necessità della popolazione anziana è di gran lunga insufficiente, e se l’evoluzione demografica dell’Italia vede un aumento esponenziale dell’età media, tutto ciò si traduce in una situazione di completa emergenza che rischia di diventare esplosiva.

Per Luca Vitale, esponente grossetano di Fratelli D’Italia, “la questione va affrontata il prima possibile, poiché è evidente che i servizi offerti dal welfare non riescono a coprire le necessità delle persone più in là con gli anni”. “Sempre più spesso” – continua Vitale – “a livello locale, dove è più facile che la politica incontri il cittadino, una delle richieste più frequenti è proprio lo stanziamento di maggiori fondi per la gestione dei bisogni dei più anziani. I familiari non sempre riescono a far fronte a tutto e la pensione da sola non è sufficiente a coprire tutte le spese. Prendersi cura della popolazione più bisognosa è un imperativo morale per la politica tutta”.