BLUFF SULLE TASSE IN ARRIVO!

Neanche il tempo di entrare in azione ed ecco a cosa si pensa con il nuovo governo: alleggerire il carico delle tasse applicate sugli stipendi da un lato e calare una pesante scure su casa e proprietà privata dall’altro. L’idea sarebbe ridiscutere l’Irpef, la cui rimessa in causa sarebbe direttamente collegata alla possibilità di revisione di un discorso più ampio sul sistema tributario. Il problema sussisterebbe nel fatto che, per attuare il piano, sarebbe necessario reperire i fondi altrove. Ed è qui che si andrebbero a colpire le eredità e gli immobili di proprietà, spostandosi verso una tassazione degli immobili.

La situazione economica italiana sembra complicarsi già ai primi stadi del nuovo governo. Gli italiani si troverebbero a pagare una tassa di successione e sugli immobili completamente ingiusta. Senza tener conto, inoltre, che pagare tasse ulteriori sulla casa, sembra un’idea impossibile in Italia. Il nostro Paese ha bisogno di tutto, tranne che di altre profumate tasse da pagare!

Non sarebbe meglio reperire i soldi altrove? Un esempio è sicuramente la lotta contro l’evasione fiscale, che rimane uno dei principali problemi della nostra economia! Secondo una commissione specifica che comprende docenti universitari, rappresentanti di vari ministeri, dell’Agenzia delle Entrate, dell’Istat e della Banca d’Italia, si stima che dal 2014 si viaggia intorno ai 111 miliardi di euro all’anno. Il rapporto ci dice anche che, per le sole tasse la percentuale di evasione è di quasi il 24 per cento. In soldoni, in media non si paga quasi un euro su quattro. Considerando la sola percentuale di evasione per l’Irpef sul lavoro indipendente, la percentuale si aggira solo intorno al -4%. Una percentuale bassissima rispetto a tutto il resto!

Non sarebbe dunque meglio correggere alcune anomalie di sistema, invece che imporre ulteriori tasse nei confronti dei nostri italiani? Basta con l’oppressione fiscale!

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TRIDICO CHIEDA SCUSA!

Pasquale Tridico nella bufera, dopo le parole che il presidente dell’Inps ha rilasciato in un’intervista, affermando che le imprese non sarebbero interessate a riaprire perché “grazie agli aiuti di stato preferiscono non farlo”.

“Parole scioccanti” – commenta Luca Vitale-il mondo imprenditoriale ha alzato la voce, protestando in maniera vibrante. Dalla Piccola industria di Confindustria a Federmeccanica, il sistema produttivo italiano è insorto parlando di “pregiudizi anti-impresa” e di “offese verso chi sta combattendo per contribuire al benessere del Paese”.

“Tridico avalla ipotesi assurde perché nessun imprenditore ha interesse a tenere chiusa la propria azienda”, continua Vitale, il quale aggiunge che “il crollo dei fatturati potrà determinare chiusure e interventi sulla struttura dei costi aziendali.

Inoltre al presidente Tridico forse sfugge che molte aziende stanno anticipando la cassa.

Io sto con gli imprenditori! Tridico chieda scusa per le inaccettabili parole usate contro di loro-conclude Luca Vitale-

NO AL NUTRI-SCORE

No al tentativo di imporre come obbligatorio il Nutri-score, l’etichetta nutrizionale a semaforo voluta dalla Francia e da alcune multinazionali per danneggiare il Made in Italy agroalimentare.

Questa è pura follia senza basi scientifiche che non deve passare, afferma Luca Vitale.

Intanto, la commissione europea ha promulgato la sua nuova strategia “farm to fork”, che rappresenterà una parte del settore ambientalista che va sotto il nome di Green Deal. 

Nelle prossime settimane Fratelli d’Italia lavorerà in stretto contatto con le associazioni dei produttori agricoli per rendere questa strategia più compatibile con chi fa impresa rispettando la natura e con tutti i portatori di interessi del mondo rurale.

RISERVE AUREE: LEGA E CINQUESTELLE SOVRANISTI SOLO SUI SOCIAL

In questi giorni si è discussa al Senato della mozione presentata dal governo sulle riserve auree di Bankitalia. La mozione è passata grazie all’asse governativo, eppure la maggioranza ha bocciato un’altra mozione avanzata dal gruppo di Fratelli d’Italia.

L’obiettivo di Lega e Cinquestelle è quello di avere notizie intorno alle riserve auree possedute da Bankitalia, soprattutto quelle detenute all’estero, nonché sulle eventuali modalità di rimpatrio di queste ultime. La mozione proposta da Giorgia Meloni andava in una direzione ben precisa: impegnarsi a ribadire che le riserve auree non sono di proprietà di Bankitalia, in gran parte in mano a istituti privati, bensì dello Stato e dei Cittadini italiani. Un impegno, questo, che Fratelli d’Italia porta avanti da anni e che qualsiasi forza politica sovranista o sedicente tale avrebbe perorato. Eppure, tanto il partito di Salvini, quanto quello di Di Maio, si sono espressi in maniera contraria. Giorgia Meloni ha giustamente sottolineato l’incoerenza di chi sui social si presenta come il difensore della patria e dei confini nazionali, ma in Palazzo vota contro un provvedimento che avrebbe ribadito che le riserve auree sono esclusivamente una ricchezza statale, non appartenente a nessun soggetto privato. “Nelle ultime settimane abbiamo interrogato il presidente del Consiglio Conte che a sorpresa dice che le riserve auree sono di proprietà di Bankitalia, quindi non più degli italiani e dello Stato”, dichiara Giorgia Meloni.

Sulla vicenda interviene anche Luca Vitale, esponente grossetano di Fratelli d’Italia: “Il governo aveva l’occasione di fare qualcosa nell’interesse del popolo, un’azione concreta e diretta, e ha preferito voltarsi dall’altra parte. Ciò che mi lascia ancora più perplesso è l’obiettivo verso cui sembra tendere la mozione presentata dalla Lega e dai Cinquestelle: a che scopo chiedere informazioni sulle modalità di rientro delle riserve auree se non si ha l’intenzione di ribadirne la sovranità italiana? Il timore è che Conte e i suoi ministri vogliano vendere una parte delle riserve per finanziare le manovre del governo, rivelatesi dannose per l’economia italiana, e sopravvivere così alle promesse elettorali dei due partiti di maggioranza. Questo esporrebbe ancor più l’Italia alle manovre speculative di operatori finanziari senza scrupoli. Giorgia Meloni sicuramente farà il massimo affinché gli interessi dei cittadini siano tutelati.

BANKITALIA: RALLENTANO LE STIME DI CRESCITA DEL PIL ITALIANO

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Da più di un biennio l’Europa sembrava aver trovato la strada verso l’uscita dalla recessione e dalla crisi economica. La situazione nei mercati del Vecchio Continente non si era assestata ancora ai livelli precedenti al 2008, ma era ragionevole credere che il terreno perduto potesse essere recuperato nel giro di qualche anno. Questo fino a ieri. Oggi, invece, gli indicatori economici suggeriscono tutt’altro. Bankitalia ha infatti abbassato le stime di crescita del PIL per quest’anno: dall’1,2% all’1%, per un totale di due decimali di punti in meno rispetto a quanto ci si aspettava a inizio dell’anno. Per il 2019 le previsioni mantengono un +1% di PIL, ma è un numero su cui si continua a discutere e su cui il governo si è confrontato con le istituzioni dell’Unione Europea. Da Palazzo Chigi, infatti, insistono: le misure inserite nella manovra finanziaria avranno il loro effetto macroeconomico positivo, per cui è ipotizzabile una crescita che superi di mezzo punto la cifra prevista da Bankitalia. Quel che non tiene in considerazione l’esecutivo, a leggere il documento redatto dall’ente presieduto da Visco, è l’effetto che un aumento dei tassi di interesse sui titoli di stato potrebbe avere sull’intero assetto economico.

E il copione non sembra diverso nemmeno per il 2020, poiché “gli effetti negativi sull’attività economica derivanti dal profilo più elevato dei tassi di interesse osservati e attesi, oltre che da un’espansione più contenuta della domanda estera, compensano quelli di segno opposto riconducibili agli interventi contenuti nella manovra di bilancio e al calo delle quotazioni del greggio”. Quindi, conclude Bankitalia, ipotizzando una moderata espansione della domanda interna e dei consumi, gli investimenti potrebbero comunque ridursi a fronte di un aumento dei costi di finanziamento per le imprese. Anche l’inflazione, stando alle previsioni della banca nazionale, aumenterebbe meno rispetto al previsto: due decimi di punto in meno, soprattutto per via della diminuzione del costo delle materie prime.


Se Atene piange, Sparta di certo non ride: nelle stesse ore in cui sul sito di Bankitalia veniva pubblicato il documento, l’omologa banca tedesca, la Bundesbank, decurtava di mezzo punto percentuale le stime di crescita tedesche, portandole all’1,5% per il 2018 e all’1,6% per il 2019-2020, rispetto all’1,9% previsto a luglio. Volendo fotografare la situazione attuale dello stato di salute dell’economia europea, si potrebbe dire che questa ha sì attraversato la fase più acuta della malattia (la recessione), ma non è ancora guarita del tutto, anzi…

Luca Vitale, esponente grossetano di Fratelli d’Italia, commenta così le novità arrivate da Palazzo Koch: “La Banca d’Italia conferma i timori dei risparmiatori italiani, ma le aspettative sono meno rosee per tutta l’Eurozona. Questo ci deve far riflettere: se l’economia dell’Unione non migliora, evidentemente c’è qualcosa che non va nelle politiche proposte da Bruxelles. Certamente il governo italiano può fare di meglio rispetto a quanto finora visto, ed è quello che il nostro partito chiede: misure anche più coraggiose rispetto alla manovra al vaglio del Parlamento, ma che vadano nella direzione giusta, ovvero verso l’agevolazione delle famiglie sui consumi e un maggiore supporto alle aziende italiane che vogliono investire puntando tutto sulle qualità del nostro paese”.