APPELLO A DRAGHI SULLA TRASPARENZA DEI DATI SUL COVID. FRATELLI D’ITALIA CHIEDE DISCONTINUITA’ CON IL GOVERNO PRECEDENTE.

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Oltre 300 docenti che fanno capo a Lettera 150, il think tank nato durante il primo lockdown per proporre soluzioni efficaci contro l’epidemia e per la ricostruzione del Paese, ha fatto appello al nostro Presidente del Consiglio, Mario Draghi, per chiedere una maggiore trasparenza sui dati relativi alla pandemia da Covid-19. Non è la prima volta che accade: la prima richiesta è avvenuta l’11 gennaio 2021 e riguardava, in particolare, i 21 indicatori sulla base dei quali l’Istituto Superiore di Sanità e il ministero della Salute hanno stabilito il metodo di assegnamento, e le relative misure restrittive, delle fasce di colore alle regioni. A quest’ultima richiesta, purtroppo, non hanno ricevuto risposta. Lettera 150 fa ora appello a Mario Draghi affinché vengano esibiti i dati. È lo stesso Presidente del Consiglio che ha sottolineato quanto sia importante che le istituzioni e il governo siano trasparenti. Ed è per questo che viene richiesto al neoeletto Presidente di passare dalle parole ai fatti. Ricordiamoci che delle parole non se ne fa nulla nessuno! Quello che servono sono i fatti concreti! Potrebbe dimostrare la sua lealtà nei confronti delle parole espresse, proprio esibendo i dati e facendo chiarezza. Tutti hanno diritto di sapere in che modo e secondo quali parametri un determinato territorio è sottoposto a precise restrizioni. È necessario che questo governo dia un forte segnale di discontinuità rispetto al passato. Noi chiediamo discontinuità negli annunci, nella comunicazione, e nelle decisioni. Ci deve essere discontinuità con le chiusure e le aperture a singhiozzo che peggiorano solo la situazione. Le strategie devono cambiare! Noi non possediamo i dati per compiere decisioni, ma vogliamo che la situazione cambi per portare rispetto a tutti i cittadini e lavoratori.

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FRATELLI D’ITALIA SVELA L’INEFFICIENZA DEL PIANO PANDEMICO DI ARCURI

Fratelli d’Italia ha stilato un dossier attraverso il quale si intende incastrare il commissario Domenico Arcuri per la sua pessima gestione dell’epidemia. La questione è iniziata nel marzo del 2020, agli esordi della crisi, e copre tutti gli aspetti critici della pandemia. Tra i casi più emblematici c’è la “vicenda delle mascherine”: comprate in grandi quantità dalle aziende a un prezzo di acquisto ben superiore rispetto a quello prefissato da Arcuri, le mascherine scomparirono dalla circolazione, perché gli esercenti hanno smesso di venderle per non andare in perdita. Per non parlare poi dei casi di corruzione, il sequestro dei respiratori e il flop dell’App immuni. La ciliegina sulla torta è stato affidare il bando della produzione dei banchi monoposto per la scuola a un’azienda che opera nel campo degli eventi. Ma com’è stata possibile una gestione tanto fallimentare di una situazione così delicata?

Ma la sfilza di esempi di inefficienza non è conclusa qui. Il caso più emblematico di questi giorni riguarda la gestione dei padiglioni-primula. Prima di tutto ci chiediamo se realmente siano necessari per spingere alla vaccinazione di massa. Non sarebbe stato meglio trovare un metodo meno costoso per sostenere la campagna? La parte bella è che il commissario va a caccia di soldi per far sbocciare le prime 21 primule, una per regione. Questo ci porta a dire che il signor Arcuri ha mentito anche sul numero di centri per i vaccini. Non saranno 1.500 ma solo 21 per marzo 2021. I donatori più generosi (almeno di 400.000 euro) riceveranno in cambio una targhetta. Non male come ricompensa, no?

La situazione sembra quasi ridicola. Il tutto è un mix di incapacità e delirio di onnipotenza che l’Italia sicuramente non merita. La questione sanitaria è uno degli argomenti più delicati, che necessita di un commissario preparato e preciso. È un’enorme macchina complessa che ha bisogno di essere organizzata con chiarezza e nei minimi dettagli. Ma a quanto pare tutte queste qualità mancano al nostro governo, ma come biasimarli d’altronde: come fanno a prestare attenzione alla salute dei cittadini se continuano a litigare per la poltrona?

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CASI COVID IN AUMENTO: IL GOVERNO HA SBAGLIATO STRATEGIA

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L’aumento dei contagi da Covid in Italia è dovuto soprattutto a persone che arrivano dall’estero: immigrati illegali o cittadini italiani o stranieri che arrivano o rientrano legalmente in Italia, commenta Luca Vitale.

E allora si sarebbe potuto fare qualcosa per impedire il diffondersi dell’epidemia proveniente dall’estero.

Innanzitutto bloccando l’immigrazione illegale di massa, invece di favorirla. In secondo luogo imponendo tampone e quarantena a chiunque arrivi in Italia, da qualsiasi parte del mondo provenga.

Pretendiamo di sapere con quale logica il governo usa misure draconiane in determinati contesti e si dimostra di manica molto larga in altri, perché a tutto c’è un limite, soprattutto quando sono in gioco vite umane e la sopravvivenza del nostro tessuto produttivo, conclude Vitale.