L’INFLAZIONE E LA STANGATA SU FAMIGLIE E IMPRESE: CHI PAGA E CHI PAGHERA’ TUTTO QUESTO?

Assoutenti sottolinea un fenomeno sconvolgente. La cifra fa impressione: 38 miliardi e mezzo di euro, 1.480 a famiglia. È la stangata che le famiglie italiane dovranno sopportare quest’anno a causa del caro bollette.

Sulla base dei dati Istat, l’associazione di tutela dei consumatori ha calcolato le conseguenze per le tasche delle famiglie italiane dei rincari che stanno abbattendosi in questi giorni sui prezzi. Primi tra tutti ne risentono i prodotti alimentari di largo consumo: basti pensare che il pane ha subìto un incremento del +3,9% rispetto allo scorso anno. Un rincaro che per le famiglie equivale a +38,5 euro all’anno. Anche la pasta è aumentata del +10%, mentre per i frutti di mare si spende l’8,4% in più rispetto a un anno fa. Frutta e verdura i prodotti con i rincari più salati: +13,5%, quasi 60 euro in più all’anno per ogni nucleo familiare. Ma ci sono anche acqua minerale (+3%), gelati (+4%) e succhi di frutta (+4,8%). Escludendo i beni alimentari e quelli energetici, anche i mobili costano il 4% in più, gli apparecchi domestici il 5,1% in più e le piante e fiori (+4,5%).

Ma il caro bollette non pesa solo sulle famiglie: le imprese devono sostenere una stangata da 13 miliardi solo nel primo trimestre del 2022. Basti pensare che il gas è aumentato del 660% rispetto a due anni fa.

Sono fondamentali misure immediate per sostenere imprese e famiglie. Più aumenteranno i prezzi e meno le famiglie saranno predisposte al consumo, causando effetti a catena su tutto il sistema economico. Ma non servono solo riforme per il presente… Dobbiamo pensare anche a riforme per il futuro, per evitare che tali situazioni di crisi si ripetano.

Chi pagherà??

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LA MACCHINA DELLA RISCOSSIONE FISCALE SI ABBATTE SULLE CASE

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La pandemia ha aumentato le disuguaglianze a livello internazionale tra i diversi Paesi, i quali si ritrovano potentemente appesantiti dall’emergenza Covid. La proposta del Fondo Monetario internazionale consisterebbe nell’aumentare le tasse a chi possiede di più, puntando anche sui beni di proprietà, tra cui la casa.

Secondo le stime globali, nel 2020 vi è stato un aumento di 95 milioni di persone in estrema povertà rispetto alle stime del periodo precedente al Covid-19. Ed è proprio da questi dati che emerge la suddetta necessità di aumentare il gettito fiscale per finanziare ulteriori e future spese sociali. La soluzione sarebbe aumentare le tasse al fine di fornire nel breve periodo i fondi necessari per gestire future emergenze e per finanziare il comparto sanitario e dell’istruzione.

Di quali nuove tasse stiamo parlando?

Il Fondo Monetario Internazionale propone la tassazione sulla casa e sulla successione, aumentando anche la base imponibile ed eventuali interventi sulla progressività e sui redditi più elevati. A questo si aggiunge anche l’eliminazione delle aree di reddito da capitali che evitano la tassazione. Il tutto al fine di promuovere politiche redistributive.

Ma le sorprese non terminano qui: ad oggi è pronto anche una bozza di un decreto-legge che probabilmente introdurrà delle novità riguardo alla proprietà privata. Parliamo della nuova IMU suddivisa in ben 7 tipologie: abitazione principale, fabbricati rurali strumentali, immobili merce, capannoni, terreni agricoli, aree fabbricabili e altri immobili. L’obiettivo sarebbe quello di semplificare le aliquote comunali, dando il via al modello precompilato (atteso da decenni quasi ma mai reso concreto) e “ingabbiare” l’imposta municipale in un elenco predefinito.

Alla fine della fiera, se servono fondi aggiuntivi verranno colti dalle tasse sui beni di proprietà come la casa. Che questo sia corretto o meno è a discrezione di chi dovrà pagare un’ulteriore maggiorazione fiscale, perché nonostante la pandemia sia in piena evoluzione non importa chi tu sia e se la tua azienda sia al collasso, la macchina della riscossione è sempre in moto!

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RIFORMA DEL CATASTO: M5S E PD PUNTANO ALL’AUMENTO DELLE TASSE

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Ottobre mese difficile per gli italiani, che rischiano anche quest’anno – come ogni anno – di ritrovarsi nuove tasse per far sì che il governo trovi le risorse necessarie per le sue manovre economiche.

E a farne le spese potrebbe essere un bene importantissimo per gli italiani: la
casa. Non è una novità, d’altronde i governi di centro-sinistra che si sono succeduti in questi anni hanno sempre mirato all’imposizione di nuove tasse e le imposte immobiliari fanno gola ad ogni esecutivo.

Il governo M5S-Pd non fa eccezione. Nella bozza preliminare delle Note di
aggiornamento al DEF – il documento di Economia e Finanza – spunta infatti la riforma del catasto, che a detta dell’Unione Europea è necessaria per aggiornare i dati catastali ai valori immobiliari attuali. Una riforma che farebbe aumentare esponenzialmente le tasse che già gravano sugli immobili, soprattutto l’Imu.

Contro l’ipotesi di riforma del catasto si è espressa la Confedilizia, che ha sottolineato come a partire dal 2012 gli immobili siano stati sempre utilizzati per rimpinguare le casse dello Stato, mettendo in crisi un mercato – quello immobiliare – già pesantemente danneggiato dalla crisi economica.

Anche Fratelli d’Italia si è opposta all’ipotesi di una riforma catastale: “Con la
riforma del catasto Pd, M5S, il Pd senza Renzi e Leu vogliono aumentare Imu e Tasi e mettere le mani nelle tasche degli italiani. Una follia partorita da un governo alternativo della volontà popolare e che si è asserragliato nel Palazzo per rapinare i cittadini.

Fratelli d’Italia combatterà questo scempio in Parlamento e nelle piazze. Giù le mani dalla casa degli italiani!” è quanto scrive Giorgia Meloni su Facebook, commentando la notizia. Per Luca Vitale, esponente di Fratelli d’Italia a Grosseto, la riforma del catasto sarebbe deleteria per il mercato e per i cittadini: “Negli ultimi sette anni, tra Imu e Tasi, il mercato immobiliare è stato gravato da quasi 200 miliardi di euro di tasse.

La riforma del catasto sicuramente non andrebbe a vantaggio dei cittadini, che vedrebbero ricalcolate le tasse sulla base delle indicazioni dell’Unione Europea.

Al contrario, la contrazione del mercato immobiliare e dell’imprenditoria
edilizia dovrebbe far riflettere sull’urgente necessità di sgravare il settore da una tassazione elevatissima e da una burocrazia elefantiaca”.

ARRIVA IL “RISPARMIOMETRO”, LA BANCA DATI DEI CONTI CORRENTI PER SPIARE I CITTADINI. FRATELLI D’ITALIA: DITTATURA FISCALE.

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L’evasione fiscale è un problema cronico in Italia, e di questo si discute di frequente sui talk-show televisivi. Negli ultimi anni, complice anche la necessità di far cassa da parte dello Stato, sono stati vari gli strumenti inventati per far sì che ogni minimo sospetto fosse passato al vaglio dell’Agenzia delle Entrate e a questa lista si aggiunge il cosiddetto “risparmiometro”, nuova creatura a disposizione anche delle Fiamme Gialle; si tratta di una banca dati dei conti correnti italiani, analizzati da un software che segnala i casi sospetti. Se i risparmi sono troppo elevati rispetto al reddito dichiarato, si rischia di vedersi additati quali evasori fiscali e perciò multati.

Giorgia Meloni, commentando la notizia dell’entrata in vigore del risparmiometro ha parlato di “dittatura fiscale”: “Se le entrate e le uscite del conto corrente non sono coerenti con gli standard dello Stato, attraverso un sofisticato sistema l’Agenzia delle Entrate e la GdF potrebbero convocarvi e chiedervi conto di tutte le spese fatte. La dittatura fiscale è ormai al suo culmine”. Col nuovo strumento, infatti, i controlli sui conti correnti avvengono in automatico, e il rischio è quello di essere considerati evasori solo perché si è risparmiato più di quanto l’Agenzia delle entrate pensa che si possa risparmiare.

Luca Vitale, esponente di Fratelli d’Italia a Grosseto, commenta così la notizia: “La creazione di nuovi strumenti per verificare eventuali evasioni non è di per sé negativa, ma lo diventa se a decidere se si è evaso è un software e non un’indagine in cui il cittadino può giustificarsi. La creazione di una banca dati con i dettagli di tutti i conti correnti è qualcosa che finora potevamo immaginare soltanto nei romanzi fantasy. Finora sono state spese ingenti somme di denaro per inventare nuove forme di controllo, ma nulla è stato fatto per contrastare la prima motivazione d’evasione: l’eccessiva pressione fiscale. L’Italia resta il paese con la più alta tassazione e, da oggi, anche quello in cui lo Stato può spiare ogni movimento bancario alla ricerca di nuove entrate!”.