IL MADE IN ITALY VINCE LA BATTAGLIA DELLE MASCHERINE

Fratelli d’Italia ha dimostrato concretamente che è possibile difendere la produzione nazionale. Finalmente le mascherine cinesi saranno completamente sostituite da quelle prodotte in Italia. La lieta notizia è stata data dal deputato del nostro partito, Andrea Dalmastro, che qualche settimana aveva denunciato l’ingiustizia. È un caso che aveva fatto molto clamore perché dimostrava pienamente che il governo preferiva sostenere le aziende straniere a discapito di quelle italiane.

Ciò che ha denunciato Andrea Dalmastro riguardava il fatto che i deputati del Parlamento indossassero mascherine FF2 provenienti da una fornitura dalla Cina. Oltre alla chiara ingiustizia promossa dal governo, i dispositivi forniti dal Paese orientale possono potenzialmente presentare caratteristiche non a norma per garantire la sicurezza dell’individuo. L’appello fatto al governo riguardava il fatto che le aziende italiane dovessero essere sempre la prima scelta, perché ciascun prodotto italiano porta con sé un valore simbolico: dobbiamo tutti prediligere il Made in Italy.

La fornitura di mascherine FFP2 italiane, come qualsiasi altro prodotto proveniente dal Bel Paese, rappresentano sia la riconversione industriale di molte aziende che, in tempo di pandemia, hanno saputo adattarsi, sia la necessità di rilocalizzare le filiere strategiche. Il Made in Italy è un bene prezioso riconosciuto mondialmente che va tutelato, combattendo in prima linea, soprattutto nei confronti dei costanti attacchi da parte della concorrenza cinese e straniera in generale. L’Italia è nota per essere la dimora di una eccellente artigianalità e che vanta di un fatturato in crescita da molti anni, ma che ha subito un duro contraccolpo a causa della pandemia. Ed è per queste ragioni che è ancora più fondamentale promuovere il marchio italiano! Dobbiamo ridare una spinta al Made in Italy! Compriamo di qualità, compriamo italiano!

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LE ACCUSE AD ARCURI RIVELANO L’INEFFICIENZA DEL SISTEMA ORGANIZZATIVO DELLA PANDEMIA

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Finalmente si arriva alla svolta sull’inchiesta delle maxicommesse da 72 milioni di euro l’acquisto di 801 milioni di mascherine provenienti dalla Cina nella prima ondata del Coronavirus in Italia. Sono arrivate le misure cautelari a carico di persone responsabili di reati di traffico e influenze illecite, riciclaggio, auto-riciclaggio e ricettazione. Il traffico sarebbe aggravato dal reato transnazionale. Domenico Arcuri si troverebbe incastrato nella situazione, in quanto effettuò diversi affidamenti a favore di 3 consorzi cinesi per l’acquisto di mascherine di varia tipologia.

Al riguardo è intervenuta anche Giorgia Meloni, la quale si è dichiarata contraria a lasciare ancora al suo posto il super-commissario chiamato da Giuseppe Conte a gestire di tutto: dalla scuola ai vaccini, dalle mascherine all’Ilva. La nostra leader e Francesco Lollobrigida denunciano che “La gestione ha mostrato inefficienze e zone d’ombra, e già numerose sono le inchieste che stanno approfondendo le irregolarità”. Di fatti Arcuri sembra coinvolto anche sulla vicenda del materiale ospedaliero, tra cui i preziosi ricambi per i respiratori, e la famosa vicenda dei padiglioni “primula” per effettuare le vaccinazioni, al costo di oltre 400.000 l’uno. Che cosa deve ancora accadere per avere qualcuno di realmente qualificato per la gestione di questa pandemia?

La gestione dell’emergenza è piena di zone d’ombra. Basti pensare che un anno dopo la situazione non sembra minimamente cambiata. Il paradigma dovrebbe essere la convivenza con il virus, non continuare a chiudere tutto e dividere l’Italia a fasce. E la situazione non sembra migliorare: si annunciano nuove chiusure e il contagio continua a diffondersi in maniera incontrollata. La campagna vaccinale prosegue a rilento e sicuramente non saranno le primule a salvarci. Serve un piano pandemico aggiornato e un sistema organizzativo gestito da qualcuno di qualificato! Ma com’è possibile che in un anno di pandemia non abbiamo imparato nulla?

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L’ITALIA PRETENDA RISPETTO!

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È inaccettabile e grave che la Cina abbia sospeso l’ingresso nel suo territorio dei cittadini residenti in Italia in possesso di visti e permessi di soggiorno cinesi per motivo di lavoro, affari privati e ricongiungimenti familiari, commenta Luca Vitale.

Dopo aver scatenato una pandemia globale, aver infettato il mondo con un virus di cui ancora sono del tutto sconosciute le origini, essere responsabili della diffusione incontrollata dell’epidemia per aver fornito le notizie sul Covid e aver messo in ginocchio le economie di tutto il mondo, è scandaloso che il regime di Pechino si permetta di chiudere i confini con l’Italia.

Ed è altrettanto ignobile che mentre noi ci troviamo sull’orlo del baratro, ci sia chi lavori per regalare alla Cina il controllo delle nostre infrastrutture strategiche come i porti di Taranto e Brindisi.

Fratelli d’Italia, allora, chiede al Governo italiano di protestare formalmente e ufficialmente con la Cina per questa decisione e di bloccare immediatamente l’ingresso sul nostro territorio di tutti i cinesi e che l’Italia si attivi in ogni sede per fare in modo che la Cina paghi i danni causati all’economia globale dalla diffusione del virus.

Ora basta l’Italia pretenda rispetto, conclude Luca Vitale.