Oggi, 10 febbraio 2025, il Giorno del Ricordo ci chiama a riflettere su una delle pagine più dolorose della storia italiana: le foibe e l’esodo giuliano-dalmata. Per troppo tempo, questo dramma è stato nascosto dietro un muro di silenzio, minimizzato, giustificato o addirittura negato. Solo con l’istituzione di questa solennità civile, l’Italia ha finalmente riconosciuto l’importanza di onorare le vittime e tramandare la verità storica.
“Questa giornata è un dovere morale per la nostra Nazione”, sottolinea Luca Vitale, ricordando come il ricordo non sia solo memoria del passato, ma anche consapevolezza e responsabilità per il presente e il futuro. Il sacrificio di chi ha vissuto la tragedia dell’esodo e della persecuzione non deve essere dimenticato né strumentalizzato.
Purtroppo, la ferita delle foibe è ancora aperta. Ne è la prova il vile atto di profanazione della Foiba di Basovizza avvenuto nelle ultime ore, un gesto che dimostra come ci sia ancora chi tenta di riscrivere la storia e alimentare divisioni ideologiche. Di fronte a queste provocazioni, la risposta deve essere chiara: difendere la verità, coltivare la memoria e rifiutare ogni forma di oblio o mistificazione.
“Il nostro impegno deve essere quello di trasmettere alle nuove generazioni il valore della memoria storica, non per alimentare odio, ma per costruire consapevolezza e unità”. Il Giorno del Ricordo non è una semplice commemorazione, ma un momento di riflessione collettiva, di rispetto e di responsabilità.
Il nostro compito, oggi come ieri e in futuro, resta immutato: ricordare, onorare, tramandare.
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