LA SITUAZIONE PEGGIORA DI ORA IN ORA: VI SVELIAMO I DATI DRAMMATICI SULLA POVERTA’ IN ITALIA

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Che le famiglie italiane fossero alle prese con la crisi del lavoro causata dalla pandemia è un’ovvietà, ma adesso emergono dati drammatici che inquadrano perfettamente gli effetti del Covid sull’economia. Secondo le stime preliminari dell’Istat nel 2020, le famiglie in povertà assoluta sono oltre 2 milioni, ossia si registra un aumento di un milione di persone. L’incremento è agghiacciante: le famiglie totalmente indigenti sono 335mila in più (+7,7%) rispetto al 2019. Addirittura 5,6 milioni di individui, il 9,4% della popolazione italiana, ogni giorno hanno problemi a mettere insieme il pranzo con la cena, o a soddisfare bisogni primari. La povertà assoluta cresce repentinamente ed è il valore più alto dal 2005! L’incremento, tuttavia, si distribuisce in modo differente: si concentra nel Nord del Paese, dove l’incidenza raggiunge il 7,6%, ma si diffonde maggiormente nel Mezzogiorno con il 9,3%, contro il 5,5% del Centro. Nel Mezzogiorno, gli individui poveri crescono di quasi 186mila unità; al Centro sono quasi 53mila le famiglie in difficoltà e circa 128mila individui in più rispetto al 2019. Tra i più penalizzati troviamo le famiglie numerose e quelle mono genitore e gli occupati tra i 35 e i 44 anni. Il tutto è collegato e influenza il crollo dei consumi e la spesa famigliare torna ai livelli del 2000. Che il Covid avesse fatto uno sfacelo a livello economico e sociale non è una novità, ma dovremmo stupirci dei numeri terrificanti che ci vengono dati. Un incremento di quasi un milione di poveri in più in un solo anno è una vergogna! Rendiamoci conto di quanti compatrioti stanno vivendo delle situazioni critiche, tanto da non permettersi neanche di portare, come si suol dire, la pagnotta a casa! E al governo che cosa stanno facendo? Applicando restrizioni a manetta dimenticandosi di inviare i ristori agli italiani che ne hanno fatto richiesta a dicembre! Si, avete sentito bene: proprio a dicembre! Serve un piano economico efficace e miglioriamo le condizioni di vita degli italiani! Non è possibile continuare in questo modo.

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L’INCUBO DEGLI ITALIANI DIVENTA REALTA’: 50 MILIONI DI CARTELLE ESATTORIALI IN PARTENZA

L’incubo di milioni di famiglie e imprese italiane sta per diventare realtà. Stanno per essere spedite 50 milioni di cartelle esattoriali da pagare messe in stand by dalla pandemia. I rinvii erano stati decisi per far fronte alle conseguenze economiche della pandemia con milioni di attività costrette a fare i conti con chiusure e blocchi di produzione. Stavolta, però, il governo non pare aver annunciato nessuna proroga.

Le opinioni sul rinvio sono discordi: c’è chi ritiene che chiedere di riaprire il portafogli subito sia controproducente e chi pensa che far slittare il termine di sospensione ulteriormente significhi far accumulare cartelle su cartelle, rendendo complicata la gestione delle pratiche. Come riporta l’agenzia Adnkronos, l’ipotesi messa al vaglio sarebbe non vessare eccessivamente i contribuenti e modificare i tempi della prescrizione per poter spalmare la trasmissione di notifiche e avvisi nell’arco di un paio di anni, ad un ritmo di tre o quattro milioni di cartelle al mese.

Non ci sarà dunque nessuna distinzione tra chi ha un’attività a rischio fallimento, chi ha perso il lavoro e chi invece continua a fatturare. Come afferma anche Giorgia Meloni sul suo post su Facebook: “la maggioranza che sostiene Draghi cala la mannaia e boccia gli emendamenti di Fratelli d’Italia per posticipare la riscossione. È impensabile che lo stesso Governo che obbliga alla chiusura attività come palestre, ristoranti, cinema e teatri, poi pretenda che i lavoratori di questi settori debbano mettersi in regola coi pagamenti. Tutto ciò è profondamente ingiusto: il Governo intervenga in extremis per esentare dalle prossime scadenze le categorie colpite.” E noi come possiamo non concordare? È inutile martoriare ulteriormente le aziende già sul lastrico. Vogliono migliorare la situazione? Allora rinviamo le cartelle e veniamo in contro ai nostri lavoratori!

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