ELEZIONI IN BASILICATA: ALTRO TRIONFO DEL CENTRO-DESTRA, OTTIMO IL RISULTATO DI FRATELLI D’ITALIA

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Si sono concluse le elezioni in Basilicata e ancora una volta ad uscire vittorioso dall’esito delle urne è stato il centro-destra. Non una novità rispetto ai risultati ottenuti nelle elezioni politiche del 2018 e nelle regionali di quest’anno.  Ad essere eletto presidente della regione lucana è Vito Bardi, la cui coalizione ha ottenuto il 42.2% dei voti, davanti al candidato di centro-sinistra Trerontola (33.1%) e ad Antonio Mattia per il M5S (20.3%).

Per la coalizione di centro-destra la parte del leone la fa la Lega, scelta da quasi il 20% dell’elettorato, ma importanti cambiamenti all’interno delle dinamiche dei partiti dell’area destrorsa sono stati registrati anche in queste consultazioni. Se è vero che Matteo Salvini conferma il momento di grazia, importante è il risultato raggiunto da Fratelli d’Italia, che ottiene quasi il 6% dei voti, aumentando i consensi rispetto ai risultati ottenuti su base regionale alle politiche dell’anno scorso. In alcuni centri, tra cui in particolare Matera, Fratelli d’Italia si è affermata come seconda forza politica del centro-destra, superando di gran lunga Forza Italia, la cui emorragia di voti appare quasi inarrestabile. Sempre a Matera, la distanza tra la Lega e il partito di Giorgia Meloni appare di molto ridotta: 12% per la Lega e ben il 7.5% per Fratelli d’Italia, che stacca di più di due punti percentuali il partito di Silvio Berlusconi.

“È un risultato che ci entusiasma” afferma Luca Vitale, esponente grossetano di Fratelli d’Italia: “L’impegno profuso dai candidati di FdI accanto ai cittadini lucani è stato ricompensato dagli elettori. Adesso è arrivato il momento di rimboccarsi le maniche per migliorare una regione che per anni è stata male-amministrata dalla sinistra. Sono sicuro che gli elettori riconosceranno l’impegno e l’attivismo di Giorgia Meloni anche alle prossime elezioni europee

ELEZIONI REGIONALI IN ABRUZZO, TRIONFO DELLA COALIZIONE DI CENTRO- DESTRA, FRATELLI D’ITALIA SEMPRE PIU’ APPREZZATO DAGLI ELETTORI

Buone notizie per la politica italiana. Alle elezioni regionali in Abruzzo la coalizione di centro- destra ha stravinto, ottenendo un ottimo risultato elettorale. Marco Marsilio, candidato della coalizione di destra, ha ottenuto il 48% dei voti, staccando di molto Legnini, di centro-sinistra e
Marcozzi, candidata pentastellata.

La Lega conferma il buon andamento attuale, ottenendo da sola il 27% delle preferenze, ma è da segnalare anche l’ottimo risultato di Fratelli d’Italia, col 6.5% di voti raccolti tra il popolo abruzzese. E Giorgia Meloni ha giustamente sottolineato come la giornata di ieri abbia un’importanza storica per il partito, la leader dimostra di essere molto gradita all’elettorato, ottenendo un peso politico sempre più consistente nel panorama politico della destra italiana.

Rispetto alle elezioni politiche del 2018, Fratelli d’Italia ottiene un punto e mezzo in più a livello percentuale, che tradotto in numeri significa migliaia di elettori in più, conquistati in una sola regione.
Quanto detto conferma che la maggioranza degli elettori italiani guarda con fiducia ad una coalizione di destra; già alle elezioni politiche del 2018 il segnale era arrivato forte e chiaro, e per un soffio non si è riusciti ad ottenere il premio alla coalizione.

È indubbio che gli elettori siano rimasti delusi dalle ricette proposte dal Movimento Cinque Stelle. Da parte nostra il progetto è chiaro: quota 100 per permettere un maggior ricambio generazionale nel mondo del lavoro e meno tasse per chi vuol fare impresa.

Luca Vitale, Fratelli d’Italia-Grosseto.

GLOBAL COMPACT, L’ENNESIMA BEFFA AI DANNI DELL’ITALIA

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Il governo Lega-M5S sembra aver fatto marcia indietro sul cosiddetto “Global Compact for Migration” e, come ha giustamente detto Giorgia Meloni, che si è battuta contro quest’ennesima cessione di sovranità nazionale, questa è una prima vittoria. La vittoria del buon senso, verrebbe da dire.

Infatti, nonostante l’obiettivo dichiarato nella stesura finale, che dovrebbe essere sottoscritta al summit dell’Onu a Marrakech, reciti nel titolo “Global compact per una sicura, ordinata e regolare migrazione”, il contenuto dell’accordo presentato dalle Nazioni Unite, qualora sottoscritto, vincolerebbe ancor più l’Italia nella gestione dei flussi migratori. Contrariamente a quanto si legge nel testo, il Global Compact non è né un accordo sulla ripartizione dei migranti tra i paesi ONU, né un principio di cooperazione internazionale tra paesi “di emigranti” e paesi “di immigrati”, bensì un ulteriore documento ideologico che mira a soverchiare la sovranità nazionale nella gestione dei propri confini e delle politiche migratorie. E il testo del Global Compact lo esplicita chiaramente; nella sezione “la nostra visione e principi guida” si legge: “la migrazione è stata parte dell’esperienza umana nel corso della storia, e noi riconosciamo che è una fonte di prosperità, innovazione e sviluppo sostenibile nel nostro mondo globalizzato” (art. 8).

Gli obiettivi principali del documento delle Nazioni Unite sono inerenti la tutela dei diritti umani degli immigrati; nulla in contrario nei confronti di questi provvedimenti, ma essi sono già previsti dal diritto internazionale. Il Global compact, sotto questo aspetto, è ridondante. Ribadisce infatti tutele già esistenti grazie a convenzioni dell’ONU stessa. Ciò che è interessante, e motivo di dibattito politico, è invece l’insieme degli obiettivi “accessori” che rivelano la natura squisitamente ideologica del Global compact. Tra i 23 obiettivi che il documento dichiara di voler perseguire, si legge: “promuovere una comunicazione indipendente, obiettiva e di qualità da parte dei mezzi di comunicazione (…) anche sensibilizzando ed educando i professionisti dei media sulle tematiche e la terminologia relativa all’immigrazione” (art. 32, comma c). Si chiede, in breve, di ammaestrare la stampa per far sì che emerga dalla narrazione comune un’immagine candida dei fenomeni migratori. Bisogna far sì – secondo l’ONU – che l’immigrazione venga vista come “fonte di prosperità”, e rendere impossibile qualsiasi opinione divergente. Chiunque non veda i fenomeni migratori come occasione di innovazione in un contesto globalizzato deve essere zittito, silenziato. E si potrebbero fare altri esempi di obiettivi e articoli che, sotto un manto di innocente tutela dei diritti umani (questa sì, sacrosanta), mirano invece a circoscrivere la possibilità dei singoli stati sovrani di decidere in piena autonomia, obbligandoli ad adeguarsi ad una visione uniforme che non prevede dissensi e voci fuori dal coro.

In un paese in cui il fenomeno dell’immigrazione irregolare appare quasi inarrestabile, la sottoscrizione del Global compact avrebbe effetti deleteri e rappresenterebbe l’ennesima beffa ai danni del popolo italiano. È per questo che condivido l’appello di Giorgia Meloni per bloccare la firma di un documento che, lungi dal generare un’attenta analisi dei flussi migratori, mira a sottomettere i paesi vulnerabili come l’Italia.

Luca Vitale, Fratelli d’Italia – Grosseto

Dall’Europa del Muro all’Europa dei lacci, è ora di riprenderci la nostra sovranità!

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Dall’Europa del Muro all’Europa dei lacci, è ora di riprenderci la nostra sovranità!

Il 9 novembre del 1989 cadeva il Muro di Berlino, finiva così un incubo durato decenni. Sono stati anni duri, in cui non solo l’Europa, ma tutto il mondo sembrava diviso in blocchi inconciliabili, pronti a contrastarsi da un momento all’altro. La minaccia nucleare pendeva come una spada di Damocle sugli alleati dell’allora Unione Sovietica e degli Stati Uniti. 
La sera del 9 novembre di ventinove anni fa sembrava che tutto stesse per cambiare, che all’improvviso un nuovo modo di concepire i rapporti internazionali potesse farsi avanti. Si pensava che, crollato il Muro che separava gli uni e gli altri, i conflitti potessero sanarsi. Oggi, a quasi un trentennio di distanza, dobbiamo prendere atto che purtroppo non è così. Che quell’occasione è stata sprecata sin da subito, con la firma del trattato di Maastricht nel 1992. Non c’è più, per fortuna, il rischio di un’invasione sovietica, e neppure il terrore che un ordigno nucleare possa spazzare secoli di civiltà europea. Ma nuovi muri sono stati costruiti. Non di mattoni, bensì di lacci e lacciuoli, quelli che stringono le singole nazioni per tenerle legate alle élite finanziare e burocratiche europee. Inutilmente ci si è illusi che, con la fine della contrapposizione del globo in blocchi, ciascun paese potesse essere libero di autodeterminarsi. Oggi, come allora e forse più di prima, siamo costretti a confrontarci con delle istituzioni che nulla hanno a che fare con i popoli che pretendono di rappresentare. Fratelli d’Italia, con Giorgia Meloni, sta cercando di recuperare la sovranità che ogni Nazione, per essere veramente libera, dovrebbe avere. In cosa può dirsi libero, infatti, un Paese che non può decidere la propria politica economica? Una Nazione che prima di prendere qualsiasi decisione deve chiedere il permesso altrove, a soggetti che nulla hanno a che vedere con il popolo italiano, non è una Nazione nel senso pieno del termine, perché non ha sovranità. 
Per questo, da esponente locale di Fratelli d’Italia, ritengo sia necessario impegnarsi affinché dalle macerie di questa Unione, ormai al capolinea, nasca una nuova Europa in cui le singole identità nazionali possano cooperare nel rispetto delle peculiarità dei paesi che la compongono,

Basta nascondersi dietro la truffa della “protezione umanitaria”.

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Basta nascondersi dietro questa fasulla protezione umanitaria, che di umano ha ben poco – così afferma Luca Vitale del Coordinamento Fratelli d’Italia Grosseto- il Governo deve prendere in mano la proposta di legge già da tempo depositata da Fratelli d’Italia per cambiare davvero questa situazione.

Continua Vitale, in questi anni l’Italia si è fatta carico -senza averne i mezzi- di clandestini che non avevano diritto di sbarcare sul territorio solo per fare la fortuna di determinate figure, ma sempre alle spese dei cittadini italiani.

In più non vengono neanche controllati, è notizia di questi giorni che oltre 50 clandestini della nave Diciotti sono spariti dal centro di Rocca di Papa. Di chi è la responsabilità delle loro vite e chissà, dei loro reati la dove li commettessero?