LE TENDENZE DI VOTO: CHI VOTEREBBERO GLI ITALIANI SE VOTASSERO OGGI?

Il centrodestra resta ancora ampiamente avanti. I primi sondaggi sulle intenzioni di voto realizzati dopo le dimissioni dell’ormai ex Presidente del Consiglio Mario Draghi e lo scioglimento delle Camere mostrano come questi avvenimenti sembrano non aver intaccato la coalizione.

Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia insieme, secondo la rivelazione realizzata da Quorum/Youtrend, valgono il 45,5% in termini elettorali. Quasi 10 punti percentuali in più rispetto ai concorrenti. Con l’attuale legge elettorale, qualora i dati rimanessero davvero questi, grazie al cosiddetto “effetto maggioritario” dei collegi uninominali di Camera e Senato, il centrodestra otterrebbe più della metà degli eletti in ambedue i rami del parlamento.

Secondo l’istituto Swg e diffusi dal tg di La7, Fdi resta saldamente in testa con la cifra simbolo del 25%. Ad oggi, un italiano su 4 voterebbe per il partito di Giorgia Meloni. 

Gli italiani si immedesimano sempre di più negli ideali di Fratelli d’Italia e nella volontà di cambiare il Paese.

Di certo abbiamo tutte le carte in tavola per portare avanti la svolta che serve al nostro Paese in campo economico, energetico e sociale. Ormai la tendenza , le percentuali, il trend, sono le stesse ormai da un paio d’anni e questo conferma la nostra crescente ascesa e il fatto che abbiamo saputo rimanere coerenti nella nostra politica. Il 25 settembre 2022 sarà una data storica per Fratelli d’Italia e per gli italiani tutti!

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RIALZO TASSI DEI MUTUI: A RISCHIO IL MERCATO IMMOBILIARE

Torna il «caro rate» per le famiglie italiane che hanno un mutuo sulla casa: gli interessi dei nuovi finanziamenti hanno infatti già toccato picchi del 3%. A lanciare l’allarme è una analisi della Fabi che rimarca come neppure il Covid abbia frenato il mercato: da fine 2019 a maggio di quest’anno, le banche hanno erogato 34 miliardi di nuovi prestiti ipotecari (+9%) portando il totale dei finanziamenti per l’acquisto di abitazioni dai 383 miliardi del 2019 ai 417 miliardi di maggio.
Le rate dei mutui a tasso variabile già erogate subiranno progressivi incrementi e la regola vale anche per quanto riguarda l’accesso a nuovi prestiti, che avranno costi maggiori. Le imprese e le famiglie che si scontreranno con garanzie in scadenza, rate più alte e nuovi finanziamenti meno vantaggiosi. Si va, dunque, verso un’inversione di tendenza: nel 2018, la media dei tassi sui mutui – ricorda la Fabi – era pari al 2,26%, poi è calata nei tre anni successivi (1,88% nel 2019, 1,69% del 2020 e 1,59% del 2021), per risalire già a maggio all’1,61%.
Passo dopo passo, il mercato immobiliare collasserà come tutto il sistema economico italiano. A furia di rincari, inflazione e tasse, i consumi si fermeranno insieme a tutti gli investimenti negli immobili edilizi. I tassi dei mutui devono essere abbassati attraverso politiche di ammortamento, per non calare questa ulteriore scure sulle famiglie italiane. Salviamo il mercato immobiliare!

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STANGATE ENERGETICHE: LE IMPRESE RISCHIANO IL COLLASSO

L’ufficio Studi CGIA ha fatto delle stime sulle potenziali stangate delle imprese. Sfiora i 106 miliardi il costo aggiuntivo che le imprese italiane subiranno quest’anno a causa dei rincari di energia elettrica e gas. Si tratta di un rincaro che potrebbe provocare il collasso del nostro sistema produttivo. I 106 miliardi di extra costo, tuttavia, potrebbero essere addirittura sottostimati: se in autunno la Russia dovesse chiudere ulteriormente le forniture di gas verso l’Europa, è probabile che il mentano salirebbe un livello molto superiore a quello di questi mesi. Sempre secondo le stime, inoltre, oltre il 63% dell’extra costo totale nazionale di luce e gas è in capo alle aziende del Nord. Per fare un esempio di quanto siano ingenti i rincari vi basti pensare che a fronte di un consumo di 217.334 GWh, il costo totale in capo alle imprese nel 2019 era 35,9 miliardi, mentre quest’anno sarà 108,5 miliardi. A quanto pare, le misure messe in atto fino ad ora sono insufficienti, se non addirittura irrisolte a discapito dei molti italiani, distrutti da questa situazione. Fratelli d’Italia quando guiderà il prossimo esecutivo, prenderà davvero in mano questo problema che sta distruggendo il comparto industriale e produttivo italiano. Ridurremo i costi per le imprese e alleggeriremo i costi per il lavoro e incrementeremo l’occupazione. Il nostro lavoro proseguirà lungo questa via, perché sappiamo benissimo che non affrontando il problema alla base, il rischio è che il treno dell’industria italiana possa deragliare!

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TARI E DECRETO SOSTEGNI: LE IMPRESE MESSE ALLE STRETTE

L’emendamento 30.64 al decreto Sostegni, il cui obiettivo era concedere più tempo a imprese e Comuni per adeguarsi alla nuova disciplina sui rifiuti urbani ed ai relativi impatti sulla Tari, è riuscito a mettere i bastoni tra le ruote alle imprese. Quella che si prospettava come una soluzione è, in realtà, un grande pasticcio. Questo è quanto ha fatto emergere la Cna che, insieme ad altre associazioni di categoria, ha fatto emergere il fatto che con questo emendamento si chiede alle imprese di comunicare, entro il 31 maggio prossimo quindi con otto mesi di anticipo, quali rifiuti urbani l’impresa intende conferire al di fuori del servizio pubblico, consentendo di sfruttare l’opportunità prevista dal d.lgs 116/2020, ai fini della conseguente applicazione o meno della Tari a partire dal 2022.

Secondo Raluca Santini, responsabile di Ambiente & Sicurezza di Cna Grosseto, questa richiesta fin troppo anticipata è chiedere troppo alle imprese, soprattutto in un momento di insicurezza come questo. Il tutto potrebbe essere aggravato dal fatto che i Comuni non hanno ancora adeguato i regolamenti e le tariffe alle nuove regole ed è impensabile credere che le imprese abbiamo già gli elementi per effettuare la scelta più funzionale alle proprie esigenze e comunicarla prontamente al Comune. È inaccettabile anche la decisione di non intervenire sulla previsione che vincolerebbe per cinque anni la scelta dell’impresa!

Purtroppo, non è la prima volta che sentiamo di scandali in ambito “rifiuti”. L’ultima è stata la questione dell’inceneritore, alla quale ci siamo fermamente opposti. Nel caso della Tari, sarebbe servito un intervento diverso da parte del governo, che avrebbe dovuto perlomeno estendere la possibilità di comunicare la scelta entro il 30 settembre. In questo modo si avrebbe avuto un quadro più chiaro di tutto il 2021 e degli anni successivi. Il fatto è che ci troviamo di fronte all’ennesimo affronto alle imprese che sono continuamente messe sotto pressione a causa delle norme del governo che cambiano dal giorno alla notte. Gli imprenditori sono costantemente costretti a adeguarsi alle nuove regole che non fanno altro che mettergli fretta e peggiorare la situazione economica e produttiva. Serve un cambio di passo immediato!

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RIPARTIAMO DAL TURISMO!

Il settore turistico è in ginocchio. Il Coronavirus sta colpendo in particolare quei Paesi che, non potendo garantire misure di sicurezza sanitaria e nonostante abbiano riaperto le frontiere, hanno visto un crollo dei viaggiatori. Tornando alle cifre tra gennaio e aprile 2020, gli arrivi di turisti internazionali sono diminuiti del 44%, mentre le perdite a fine giugno si assestavano circa mille miliardi di euro, ovvero 1,5% del prodotto lordo globale. E l’andazzo di quest’anno non sembra essere molto differente. Il massiccio calo del numero di turisti minaccia posti di lavoro ed economie

E allora come ripartire?

Spesso si ha l’impressione che il governo si lasci guidare non solo dal principio di precauzione, il che è più che comprensibile, ma tende anche a sottovalutare il pericolo del crollo di vasti settori dell’economia, concentrandosi principalmente su soluzioni assistenzialistiche. Uno dei settori più in bilico è proprio il settore turistico: che costituisce il 6% del PIL, con l’indotto il 13%. Facendo un confronto, sul totale l’industria vale il 23%, l’agricoltura il 2% del PIL. Insomma, il turismo non costituisce di certo una porzione trascurabile! Ovviamente, la crisi epidemiologica ha colpito ampi strati delle società umane a livello globale, ma ci offre l’opportunità per rivoluzionare l’idea di turismo con maggiore attenzione alla sostenibilità, all’autenticità e alla riscoperta del locale.

Bisogna far ripartire il turismo e tutta l’economia in generale, sostenendo tutti gli operatori del settore turistico, i commercianti e i ristoratori. Ma non solo! Servono nuove iniziative anche in campo locale! Lavoriamo continuamente per superare totalmente il coprifuoco, perché è il primo passo per rilanciare tutti i settori, quello turistico compreso (quale turista vorrebbe venire in Italia sapendo che alle 10 di sera deve rinchiudersi in casa?). Sfruttiamo tutte le risorse possibili: più sono sostenibili e meglio è! Valorizziamo il turismo locale, ma non dimentichiamoci di quello internazionale che per molte regioni italiane è fondamentale. Perché l’Italia vale e merita di essere visitata!

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MALTEMPO: RISTORATORE MULTATO PER AVER SPOSTATO I CLIENTI ALL’INTERNO DEL LOCALE

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Il caso è virale: un ristoratore ha ricevuto una multa da 400 euro e chiusura per 5 giorni al locale perché ha fatto spostare i clienti al chiuso a causa del temporale. Assurdo! I ristoratori chiedono norme chiare e precise perché le regole messe in atto contro la pandemie da Covid-19 sono un rebus. Questi lavoratori sono costretti ad allestire spazi esterni per accogliere i clienti, ma alla fine in un modo o nell’altro vengono mazziati dalla legge. In caso di maltempo improvviso, come ci si comporta? Qualcuno deve rispondere a questi lavoratori!

Il caso del ristorante di Verona è emblematico: lo scorso sabato, i 22 clienti della trattoria La Molinara a Verona sono stati costretti a rifugiarsi all’interno del locale, a causa dell’arrivo improvviso del maltempo. Per questo, è scattata la multa: 400 euro al gestore del locale e ad ognuno delle persone sedute ai tavoli. Non solo. La trattoria è stata chiusa per 5 giorni.

Cosa avrebbe dovuto fare questo ristoratore? Far bagnare tutti i clienti sotto l’acqua? In caso di maltempo, è impossibile continuare il servizio all’aperto, perciò, per cause di forza maggiore, è necessario proseguire il servizio all’interno dei locali. Peccato che, in caso di situazione avverse che compromettono lo svolgimento “legale” delle attività, non bisognerebbe lasciare spazio all’interpretazione del poliziotto di turno che firma multe a manetta.

Servono misure specifiche per bar e ristoranti! Non è più possibile che le attività debbano subire queste astruse norme restrittive pagando, di continuo, con multe e giorni di chiusura. Per i locali all’aperto bisognerebbe stabilire delle norme precise e per i bar e ristoranti al chiuso potrebbe essere introdotto l’obbligo di tenere aperte porte e finestre per favorire l’aerazione. Basta tenere abbassate le serrande! Riapriamo in sicurezza e lasciamo lavorare gli operatori della ristorazione in condizioni di normalità!

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“NON E’ FESTA SENZA LAVORO”

Il Primo Maggio è stata l’occasione per molti di conquistare già nei prossimi giorni più spazio e più voce con il Governo. Quest’anno la Festa del Lavoro è stata una celebrazione incoerente per il periodo storico che vive l’Italia e tutti gli italiani. Come ha sottolineata Giorgia Meloni su Facebook: “Finchè non verrà consentito a tutti gli italiani di poter tornare a lavorare e a vivere, non ci sarà nulla da festeggiare”. La situazione che stanno vivendo gli italiani inibisce la dignità di un lavoro e la possibilità di mantenere le proprie famiglie.

Fratelli d’Italia si è impegnata sul territorio per sensibilizzare il governo alle riaperture tramite fiaccolate di grande successo in tutte le piazze del Paese. Sono attività che riprendono le iniziative messe in atto nei giorni scorsi da Giorgia Meloni davanti a Palazzo Chigi “Per manifestare contro il coprifuoco, una misura irragionevole che infligge un colpo mortale alla nostra economia, che non ha alcun senso nella lotta alla pandemia ma che al contrario limita la libertà dei cittadini”. Nel giorno della Festa dei Lavoratori, il dipartimento del Lavoro del partito ha pianificato dei flash mob nei centri storici di tutte le città della Penisola per dire a tutti che “Non è festa senza lavoro”.

L’obiettivo è quello di sensibilizzare il governo sulle esigenze dei lavoratori che hanno visto messo a repentaglio il sacrosanto diritto al lavoro (sancito dalla nostra Costituzione). Servono riforme a partire da ammortizzatori sociali e politiche attive sul lavoro e devono essere azioni immediate! Le proteste del Primo Maggio sono la prova evidente della rabbia dei tanti lavoratori che hanno perso il loro lavoro e osservato tutti i loro sacrifici svanire nell’arco di un anno e mezzo. Dobbiamo innescare un nuovo miracolo economico, sorretto dall’innovazione, trasformazione digitale, sostenibilità e inclusività e parità di genere. Ridiamo al nostro prestigio al nostro Paese! Se lo merita!

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ARRIVA LA PRIMA STIMA DEL TRIMESTRE: I NUOVI DATI DALL’ISTAT

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Arriva il commento dell’Istat alla stima preliminare del trimestre: “Nel primo trimestre del 2021 si riduce l’intensità del calo tendenziale del Pil che passa dal 6,6% del trimestre precedente all’1,4%”. In soldoni, Il prodotto interno lordo (Pil), corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è diminuito dello 0,4% rispetto al trimestre precedente e dell’1,4% in termini tendenziali. La nuova contrazione è più contenuta rispetto a quella registrata nel quarto trimestre del 2020, di ne risente maggiormente il settore terziario a causa delle misure di contenimento messe in atto contro la diffusione della pandemia.

L’economia italiana, insieme a quella europea, intravede la risalita della crisi attraverso la ripartenza delle attività. Secondo gli studi di Confindustria, il Pil è “più vicino al rimbalzo“: in “Italia sono iniziati da aprile i primi allentamenti delle restrizioni anti-Covid. Ciò condurrà nel secondo trimestre a un piccolo segno positivo del Pil”, “si conferma lo scenario in cui un forte rimbalzo si avrà nel terzo trimestre, grazie al crescere delle vaccinazioni”. I primi segnali di ripresa di vedranno dalla seconda metà del 2021.

Ciò che preoccupa sono i dati dell’occupazione. Secondo l’Istat, il primo trimestre 2021 vede la perdita di 254mila occupati rispetto al trimestre precedente e livello dell’occupazione è inferiore dell’1,1%. Nel trimestre aumentano sia le persone in cerca di occupazione (+2,4%, pari a +59mila) sia gli inattivi tra i 15 e i 64 anni (+1,0%, pari a +134mila unità). Prosegue la risalita dell’occupazione nel mese di marzo, confermando l’andamento di febbraio, ma rispetto a marzo 2020, sono stati registrati quasi 900 mila in meno. Il tasso di occupazione risulta più basso di 2 punti rispetto ai tempi pre-Covid e il tasso di disoccupazione tra i giovani risale al 33%, toccando i livelli di aprile 2018.

Nonostante alcuni dati siano letteralmente terrificanti, come quelli sull’occupazione, la lieve ripresa del Pil fa ben sperare. Questo significa che la scia delle riaperture è quella giusta, poiché consente una parziale ripresa economica. Si potrebbe fare molto di più? Certo che sì, eliminando misure assurde e insensate come il coprifuoco. Probabilmente la crescita economica sarebbe ancora più netta! Da sempre Fratelli d’Italia si fa portavoce del motto “riaprire in sicurezza” e la lieve ricrescita dimostra che è la giusta strada da seguire. Lotteremo affinché venga assicurata una ripresa dell’occupazione per tutte le fasce d’età, compresa quella dei giovani. Noi di Fratelli d’Italia ci batteremo per l’Italia e la ripresa economica totale del nostro Paese!

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LA LEADER GIORGIA MELONI “OSPITE” DI CONFCOMMERCIO TOSCANA

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Ieri, giovedì 29 aprile 2021, si è tenuto un evento online sulla pagina Facebook di Confcommercio Toscana il cui tema erano le donne e il potere. Indovinate chi si trovava tra gli ospiti d’onore: la nostra cara Giorgia Meloni. Insieme a lei, sono state convocate a questo evento altre quattro figure femminili “leader”, le quali avevano lo scopo di rappresentare la forza delle donne e il fatto che ognuna di loro è riuscita a raggiungere ruoli che tradizionalmente erano ricoperti da uomini. Il progetto, infatti, prende proprio il nome di “Donne&Governance”. L’obiettivo era stimolare la riflessione intorno alla presenza femminile nei luoghi decisionali, per incoraggiare le donne a farsi spazio, sensibilizzare gli uomini e formare così una classe dirigente sempre più paritaria.

Giorgia Meloni è stata convocata in qualità di apripista nell’ambito in cui lavora per proporsi come esempio da seguire per molte altre donne. La nostra capogruppo, infatti, è presidente di Fratelli d’Italia dal 2014, partito di cui è stata fondatrice nel 2012, ed è attualmente l’unica donna leader sia di un partito politico europeo, sia di un partito italiano. Il 28 settembre 2020, infatti, è stata eletta all’unanimità Presidente del Partito dei Conservatori e Riformisti europei (ECR Party), la famiglia politica che raggruppa più di 40 partiti europei e occidentali.

Giorgia Meloni è la dimostrazione chiara di come sia possibile creare una nuova classe dirigente più paritaria, in cui la voce femminile sia forte ed ascoltata. Ma la vera parità non è il femminismo! Come afferma la nostra leader, l’uguaglianza sussiste nel competere ad armi pari e dimostrare le proprie capacità. Il punto è misurarsi sempre in campo aperto facendo valere le proprie abilità! Non bisogna arrivare ad essere chi vorremmo essere perché ormai il femminismo ha dettato legge e la parità di genere è diventato un obbligo morale. Come dice Giorgia Meloni: “Le donne devono emergere perché capaci e meritevoli di avere quel ruolo, non vogliono la carità di nessuno“. Chi meglio di una leader di rilievo come lei può essere un esempio per molte altre donne?

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RECOVERY PLAN: PARLAMENTO ESAUTORATO E L’IRA DI GIORGIA MELONI ALLA CAMERA

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Nel corso delle dichiarazioni sulle risoluzioni sul Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) in Aula della Camera, Giorgia Meloni ha ribadito la sua posizione all’opposizione. La leader si è completamente esposta criticando pesantemente il metodo in cui sia stato passato in rassegna un documento di 330 pagine che comporta una spesa di 250 miliardi di euro, fondamentali per tutti i settori vitali della nazione. La Meloni era contrariata per il poco tempo avuto per analizzare il testo del Recovery e per la poca considerazione che ha avuto il Parlamento nella redazione del piano.

Quello che Giorgia Meloni critica è lo scempio di votare a scatola chiusa un documento di tale rilevanza. Di fatti, la Capogruppo non nega l’importanza del denaro del Recovery Plan, anzi è fondamentale per ridare prestigio al Paese, ma evidenzia che su questo Piano che prevede 250 miliardi di euro, “forse il documento più importante della storia repubblicana”, il Parlamento è stato ignorato, permettetemi di dire, deriso…”.

Ma cosa includerà il Recovery Plan presentato da Draghi?

Le riforme e gli investimenti sono corredati da obiettivi quantitativi e traguardi intermedi e sono organizzati in sei missioni con progetti che mirano ad affrontare tre nodi strutturali del nostro Paese. Nel testo del piano per il Ricovery, il premier si è soffermato sull’ecobonus del 110% e sull’aumento dell’occupazione femminile e giovanile. In breve, le missioni del Recovery riguarderanno la trasformazione digitale, i fondi per l’istruzione e la ricerca, il sostegno delle politiche attive del lavoro e della formazione, i finanziamenti per la realizzazione di opere infrastrutturali e il rafforzamento e rimodernamento del sistema di prevenzione e dei servizi sanitari.

È innegabile il fatto che il Recovery Plan si prospetti un grande piano economico di fondamentale importanza per la ripartenza del Paese, ma non può essere votato a scatola chiusa! Noi di Fratelli d’Italia siamo un partito responsabile, ed è proprio grazie al nostro essere responsabili che capiamo la rilevanza del Recovery Plan. Ma non possiamo tollerare le modalità incostituzionali attraverso le quali il testo è passato in rassegna! Per questo, il nostro partito continuerà a farsi sentire dall’opposizione, affinché venga sempre rispettata la democrazia!

Guardate l’intervento completo sul profilo Facebook di Giorgia Meloni: https://fb.watch/58cE8rOP6j/

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