CON IL MES L’ITALIA E’ STATA VENDUTA AI SUOI NEMICI

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Toni accesi in Parlamento ieri mattina, 9 dicembre, quando il Premier ha dato le sue comunicazioni prima del consiglio europeo. Fin dagli esordi, Giorgia Meloni ha alzato la voce e ha mostrato il suo disappunto riguardo alla tanta discussa riforma del Mes. Secondo la capogruppo, infatti, è solo “fregatura rifiutata da tutti gli altri Stati europei e diventata inutile da quando la Banca Centrale Europea ha cominciato a fare la Banca Centrale, una fregatura che continua ed essere richiesta solo in Italia da quelli che vogliono solo garantirsi la benevolenza di Angela Merkel, portando acquaitaliana ai mulini tedeschi”. Il Mes, dunque, sarebbe solo una riforma per salvare le banche tedesche, ma a quale prezzo? Sacrificando ovviamente i soldi degli europei e dei nostri concittadini. Forse il governo si è dimenticato che per accedere al Mes l’Italia deve sottostare a determinate condizioni…

Ed ecco a voi svelato un altro trucco astuto: l’accesso al Mes era già stato dato per scontato. Senza il Mes, l’Europa non ci darà i fondi per il Recovery Fund e, in quest’ultimo, i soldi per la sanità non sono stati conteggiati, perché il governo sa già che li prenderà dal Mes. Ma è normale che l’Italia venga ricattata dall’Europa? Questa non è l’Europa che vogliamo, un’Europa che ci tratta come se non sapessimo governarci da soli e che vuole l’Italia “sotto il dominio” dei tedeschi e dei francesi. Noi non ci stiamo!

Oggi gli italiani hanno subito un altro tradimento: sono stati impegnati miliardi di risparmi ed è stata approvata una riforma che potrebbe far collassare le banche italiane che detengono i titoli del nostro Paese. La maggioranza ha voluto tenersi molto stretta la poltrona e, anche quei deputati del M5S che erano contro l’approvazione del Mes, hanno dato il via libera! Ma nelle mani di chi sono gli italiani?

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IL GOVERNO APPROVA LA MOZIONE DI FRATELLI D’ITALIA

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La Camera ha approvato la mozione di Fratelli d’Italia per la realizzazione di una rete unica delle telecomunicazioni.

Fratelli d’Italia-commenta Luca Vitale-è riuscita a far passare il principio che il proprietario della rete non può essere allo stesso tempo anche l’operatore che vende il servizio di connettività, perché così facendo opererebbe in una posizione di vantaggio rispetto agli altri operatori.

Nella nostra visione la rete di telecomunicazioni è un’infrastruttura strategica e come tale deve essere di proprietà pubblica, sulla quale gli operatori delle TLC possono offrire i loro servizi in regime di reale concorrenza, con condizioni uguali per tutti.

Questo comporta un innalzamento del livello dei servizi che si coniuga con l’esigenza dello Stato di essere proprietario di un asset strategico che non può essere lasciato in mano agli stranieri.

L’interesse nazionale è la nostra stella polare, ed è l’unica ricetta che può consentire all’Italia di affrontare le sfide dei prossimi anni-conclude Luca Vitale-