STOP ALLA LOTTA AL CONTANTE! ECCO COME ANDREBBERO DISTRIBUITE LE RISORSE…

Il tanto agognato cashback non ha dato i risultati che il governo sperava. Solo una carta di pagamento su 10 ha aderito al piano, per un totale di solo 8 milioni i cittadini che hanno partecipato all’iniziativa, considerando che il 14% è costituito da maggiorenni e che soltanto il 10% delle 115 milioni di carte di credito è stata associata al piano. Un completo fallimento in rapporto a quanto si pensava all’inizio e che determina il flop totale di tutta la riforma.

Il fine di questo progetto riguardava il superamento della pesantissima crisi del settore produttivo e commerciale, a fronte delle nuove limitazioni Covid imposte. Al fine di portare a termine tutto il piano, sono stati investiti la bellezza di 5 miliardi di euro. A questo si aggiunge un’altra buffonata: la lotteria degli scontrini. In questo caso, il richiamo all’Italia è arrivato perfino dall’Unione Europea: è una riforma iniqua che elimina il sacrosanto diritto di poter decidere di pagare in contanti. Sono tutte norme che puntano all’arricchimento delle banche ma non fruttano realmente alle imprese o ai singoli cittadini. Per non parlare poi del fatto che molte attività hanno dovuto sostenere spese per adeguarsi a questa ridicola iniziativa…

Per Fratelli d’Italia la priorità risiede nel concentrare ogni risorsa disponibile per evitare un collasso produttivo e finanziario. Per questo motivo, abbiamo chiesto al Presidente Draghi di evitare di sprecare inutilmente fondi preziosi per iniziative di poco valore e che non presentano nessun genere di ritorno economico. Considerate che a causa dell’emergenza Covid sono stati stanziati 160 miliardi di euro di extra debito che prima o poi andranno risanati. Non possiamo permetterci di sperperare altro denaro! Destiniamo i fondi alle imprese e alla salvaguardia dei posti di lavoro! Diciamo stop alla lotta al contante!

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UN NODO DA SCIOGLIERE: LE STRADE DELLA MAREMMA

Vi sono due casi emblematici: la Grosseto-Siena-Fano, chiamata anche E78, e la Tirrenica. Nel primo caso si tratta di una strada già progettata ai tempi di Papa Pio VI e il granduca di Toscana Leopoldo, dunque parliamo del XVIII e XIX secolo: furono loro i primi a porsi il problema dell’attraversamento dell’Appennino con una vera strada, quando Firenze e Urbino erano capitali europee. Dopo molti secoli, arrivati al 2021, quel collegamento ancora non si è visto. La E78 è diventata una strada europea di nome, ma non di fatto, poiché è pressappoco costituita solo da ostacoli, tratti incompleti e una galleria completata solo a metà e un’altra a malapena iniziata (ancora da terminare dal lontano 2004). Per gli ultimi 11,8km il progetto esecutivo è in fase di verifica da parte del Comitato Interministeriale per la programmazione economica del Ministero dell’Ambiente. Insomma, siamo in alto mare!

La Tirrenica, invece, è in via di sviluppo: si pensa alla realizzazione di una strada sicura, a quattro corsie e senza pedaggio in tutto il tratto che interessa la provincia di Grosseto, compreso quello a sud del capoluogo fino al confine con il Lazio. La durata dei lavori è di oltre 3 anni. E speriamo di arrivarne alla conclusione! La Tirrenica è una piccola realizzazione infrastrutturale che ci apre le porte per la modernizzazione di tutto il territorio e il futuro!

Ben sappiamo quanto queste strade siano fondamentali per la mobilità di tutta la Maremma e della Toscana del sud, non possiamo più rimandare! Continueremo ad appoggiare costantemente la realizzazione della Tirrenica e spingeremo perché anche la storica Grosseto-Siena-Fano venga conclusa nel più breve tempo possibile! È un tratto fondamentale per l’accesso alla costa il cui completamento non può più aspettare! Concludiamo le opere in corso e quelle ancora da terminare e diamo valore al nostro meraviglioso territorio!

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ECCO IL RISULTATO DEL DECRETO (IN)SICUREZZA: L’AUMENTO ESPONENZIALE DEGLI SBARCHI

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Il 2020 è stato un anno terribile, e questa non è una novità. Ma emerge un ulteriore dato preoccupante che sicuramente si rifletterà anche sull’andamento del 2021. Tra le infinite “disgrazie” che abbiamo visto susseguirsi durante questo periodo se ne aggiunge un’altra: la ripresa degli sbarchi di immigrati irregolari nel nostro Paese. L’anno scorso i profughi arrivati in Sicilia sono triplicati rispetto al 2019: 34mila contro 11mila. Com’è possibile tutto questo? Siamo completamente blindati da mesi! Eppure, c’è qualcuno che riesce a muoversi indisturbato in Italia, qualcuno a cui non si applicano le leggi che sono state emanate. Mentre un anno e mezzo fa si vietava lo sbarco o i migranti venivano rimpatriati o smistati altrove, con il cambio di governo i barconi approdano a scadenza quotidiana.

La scelta peggiore che il governo potesse fare è l’eliminazione dei decreti di sicurezza di Salvini, proclamando il tanto elogiato decreto (in)sicurezza. Questo ha causato un aumento esponenziale di sbarchi, soprattutto dall’Africa. Anzi, più precisamente il 38% degli immigrati approdati nel 2020 provengono dalla Tunisia e non sono di certo rifugiati di guerra, ma persone che cercano maggiore fortuna altrove rispetto al loro stato d’origine. È preoccupante anche che il traffico sia aumentato nonostante il periodo invernale e la pandemia mondiale.

Sono dati che parlano da soli e sono il risultato dell’inesistente politica estera del governo giallo-rosso, che spalanca i porti agli immigrati ma blinda in casa per mesi gli italiani, non curanti del fallimento di migliaia di imprese. Mentre accogliamo ad orde immigrati irregolari, sempre più famiglie scivolano sotto la soglia della povertà. Quello che serve al nostro Paese è un governo che difenda le imprese, le famiglie e soddisfi i bisogni dei suoi cittadini! Mandiamo a casa questo governo e ricostruiamo insieme questo Paese distrutto!

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ECCO UNA DOPPIA MAZZATA PER LE NOSTRE IMRESE

Ben sappiamo che la ristorazione, come molti altri settori, è uno dei comparti più colpiti dalla crisi da Covid-19. Nonostante questo, il governo non sembra risparmiare questi poveri onesti lavoratori. L’ultima mazzata arriva dal Fisco. Di fatti, l’Agenzia delle Entrate, nega l’applicazione dell’Iva al 10% al consumo di cibi d’asporto, come quando il consumo avviene nel locale. Dunque, stando a quello che dice il governo e il Premier Conte, i ristoratori dovrebbero vivere e risollevarsi grazie all’asporto e al delivery, ma applicando il 22% di Iva, invece del 10% che normalmente è applicato per i servizi al tavolo.

Le assurdità, però, non terminano qui. Non solo infatti, queste attività sono perennemente tartassate, aperte e richiuse a piacimento del governo, ma dovranno anche pagare la Tari a tariffa piena. Questo non riguarda soltanto il settore della ristorazione e dei bar, ma anche le palestre, le piscine e le scuole di danza, rimaste chiuse praticamente tutto l’anno. È evidente, dunque, che non abbiano fatturato e, perciò, non abbiano prodotto rifiuti… ma nonostante questo, sono costrette a pagare la tassa come tutti gli altri. Che doppia mazzata per le nostre imprese!

Come scrive Giorgia Meloni sul suo profilo Facebook “Al Governo non sono bastati 4 decreti Ristori per scongiurare questo scempio”. Si potrà correggere questo massacro solo il prossimo gennaio, quando forse verrà varato il prossimo decreto. Ma ormai sarà troppo tardi…

Ci sono imprese che sono letteralmente allo stremo e che sono lasciate sempre più da sole, ma nel frattempo la maggioranza preferisce pensare continuamente alla poltrona, ai bonus inutili (come quello per i monopattini), e a litigare creando spaccature e disordini all’interno dello stesso partito. Caro governo, o volgi l’attenzione a chi ne ha realmente bisogno o vai a casa!

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LO STRANO CASO DELLE VIE DELLO SHOPPING AFFOLLATE. SARA’ FORSE COLPA DELLE CONTRADDIZIONI DEL GOVERNO?

Dopo un weekend pieno di “insopportabili assembramenti”, come li ha definiti il commissario Domenico Arcuri, si ipotizza un’ulteriore stretta alla mobilità dei cittadini. Si, proprio un’ulteriore stretta a quelle che saranno già prossimamente in vigore al termine di questa settimana. Dopo una riunione con il Cts e Lamorgese, si è giunti alla conclusione che servono misure più rigide per evitare un’altra devastante ondata a gennaio. Non è inaspettata, dunque, l’uscita di un nuovo dpcm più restringente.

Ma parliamoci chiaro: i cittadini hanno fatto e stanno facendo ciò che non è vietato. Questo weekend il messaggio è sembrato pressoché un “tana libera tutti”, due giorni senza misure restrittive agli spostamenti. Da quando esiste la società dei consumi, è praticamente quotidianità passeggiare tra i negozi e dedicarsi un momento di spensieratezza dopo una settimana di lavoro e studio. Il tutto va combinato con il penultimo weekend prima delle feste, momento di cruciale e tradizionale shopping natalizio. Possiamo dire che non è stata minimamente una sorpresa l’accaduto e che il tutto era perfettamente prevedibile, ma nulla è stato fatto per evitare lo svilupparsi di questa circostanza.

La colpa allora non è dei cittadini che si sono semplicemente attenuti alle regole, ma del governo! Anzi, se dobbiamo essere più precisi, è stato Conte con la sua geniale iniziativa del cashback a consentire il riversamento nelle strade dello shopping!

Gli italiani sono disorientati: il governo apre e chiude i confini comunali e gli esercizi commerciali come se fossero le finestre di casa propria! E pensare che il Premier aveva istituito la divisione in zona gialla, arancione e rossa per festeggiare tranquillamente il Natale… Dovrebbero smetterla poi di guardare cosa fanno gli altri: ora il governo sembra voler seguire la linea della Germania, imponendo un lockdown generale a Natale. In Italia, il confinamento non è stato imposto neanche quando la curva stava risalendo pericolosamente, figuriamoci ora che sta scendendo! È un governo che ha detto tutto e il suo contrario nello stesso tempo! In questo modo, gli italiani si sentono inevitabilmente disorientati!

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LA TRIPLICE SINDACALE È IRRESPONSABILE!

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Il comportamento della triplice sindacale Cgil-Cisl-Uil è irresponsabile e arriva nel momento in cui intere filiere produttive, artigiani, commercianti e dipendenti del settore privato vivono una fase drammatica, commenta Luca Vitale.

Annunciare un incredibile sciopero generale del pubblico impiego per il prossimo 9 dicembre vuol dire soffiare sul fuoco dello scontro sociale tra chi malgrado tutto continua ad avere un reddito garantito e chi non ha più certezze e guarda al presente e al futuro con disperazione e angoscia.

È inaccettabile. Siamo sicuri che la maggioranza dei dipendenti del pubblico impiego, rendendosi conto della situazione, respingerà al mittente questa provocazione ideologica dimostrando alla Nazione il suo spirito di coesione sociale, conclude Vitale.

FDL DIFENDE LA LIBERTÀ D’ESPRESSIONE

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Fratelli d’Italia è scesa in piazza senza simboli di partito al fianco dei cittadini, delle famiglie e delle tante associazioni che hanno organizzato una grande manifestazione a Piazza del Popolo per difendere la libertà di espressione da un progetto di legge ideologico e liberticida.

Hanno avuto il coraggio di sfidare il pensiero unico dominante e dire chiaramente che il vero obiettivo del ddl Zan-Boldrini-Scalfarotto sull’omotransfobia non è combattere le discriminazioni, ma introdurre un nuovo reato d’opinione, commenta Luca Vitale.

Perché non c’è niente di civile e moderno nel definire “omofobo” chiunque dica no alla barbarie dell’utero in affitto o difenda il diritto di un bambino ad avere un padre e una madre.

Il nostro ordinamento tutela già oggi qualsiasi tipo di offesa alla persona a prescindere da quale che sia il suo orientamento sessuale e i dati ufficiali confermano che non c’è nessuna emergenza. Lo scopo di questa proposta è un altro: punire, mettere in carcere e rieducare chi non si allinea al mainstream.

Lo ha ribadito anche il presidente della CEI, il cardinal Bassetti: “La libertà di pensiero non può essere discriminata perché ritenuta discriminante”. È una battaglia di libertà e di democrazia e Fratelli d’Italia sarà sempre in prima linea per combatterla, conclude Vitale.