MALTEMPO: RISTORATORE MULTATO PER AVER SPOSTATO I CLIENTI ALL’INTERNO DEL LOCALE

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Il caso è virale: un ristoratore ha ricevuto una multa da 400 euro e chiusura per 5 giorni al locale perché ha fatto spostare i clienti al chiuso a causa del temporale. Assurdo! I ristoratori chiedono norme chiare e precise perché le regole messe in atto contro la pandemie da Covid-19 sono un rebus. Questi lavoratori sono costretti ad allestire spazi esterni per accogliere i clienti, ma alla fine in un modo o nell’altro vengono mazziati dalla legge. In caso di maltempo improvviso, come ci si comporta? Qualcuno deve rispondere a questi lavoratori!

Il caso del ristorante di Verona è emblematico: lo scorso sabato, i 22 clienti della trattoria La Molinara a Verona sono stati costretti a rifugiarsi all’interno del locale, a causa dell’arrivo improvviso del maltempo. Per questo, è scattata la multa: 400 euro al gestore del locale e ad ognuno delle persone sedute ai tavoli. Non solo. La trattoria è stata chiusa per 5 giorni.

Cosa avrebbe dovuto fare questo ristoratore? Far bagnare tutti i clienti sotto l’acqua? In caso di maltempo, è impossibile continuare il servizio all’aperto, perciò, per cause di forza maggiore, è necessario proseguire il servizio all’interno dei locali. Peccato che, in caso di situazione avverse che compromettono lo svolgimento “legale” delle attività, non bisognerebbe lasciare spazio all’interpretazione del poliziotto di turno che firma multe a manetta.

Servono misure specifiche per bar e ristoranti! Non è più possibile che le attività debbano subire queste astruse norme restrittive pagando, di continuo, con multe e giorni di chiusura. Per i locali all’aperto bisognerebbe stabilire delle norme precise e per i bar e ristoranti al chiuso potrebbe essere introdotto l’obbligo di tenere aperte porte e finestre per favorire l’aerazione. Basta tenere abbassate le serrande! Riapriamo in sicurezza e lasciamo lavorare gli operatori della ristorazione in condizioni di normalità!

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#BASTACOPRIFUOCO: LA PROTESTA IN PIAZZA DEI RISTORATORI MAREMMANI

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Oggi, Martedì 27 aprile, si preannuncia una giornata di fuoco. Alle ore 16.00 in Piazza Dante a Grosseto, i ristoratori maremmani, con la collaborazione delle Associazioni Confartigianato e dei Sindaci della Provincia, scenderanno in piazza per protestare contro le aperture “all’aperto” dei ristoranti e dei bar. Con questa manifestazione, vogliono dimostrare a tutti che un’impresa non può esistere solo negli spazi esterni e che ormai l’abolizione del coprifuoco e della divisione in fasce di colore è una necessità impellente.

Caso vuole, che proprio nella giornata di martedì le previsioni meteo preannunciano una giornata piovosa. Secondo gli imprenditori, le loro attività non possono essere in balia degli eventi climatici e dei cambi di colore. In un’impresa serve programmazione e sicuramente non si può se rimanere aperti o tirare giù la serranda sulla base delle previsioni metereologiche!

Come afferma Bruno Ceccherini, responsabile provinciale Fratelli d’Italia Grosseto, stando a quando dice il nuovo Decreto aperture, il coprifuoco è confermato fino alle 22.00 fino al 31 luglio. A questo si aggiunge il fatto che è stato abolito il servizio al banco e ai tavolini interni. In questo modo, è evidente come il decreto vada contro le attività commerciali e produttive, in quanto tutti quegli esercizi che non dispongono di aree esterne sono incredibilmente penalizzati, nonostante si trovino in fascia gialla! Per tutte le attività senza tavoli all’aperto, è consentito solo l’asporto fino alle 18.00! Rendiamoci conto dell’illogicità! Con il coprifuoco immobile alle ore 22, anche il servizio serale è compromesso. Mettiamoci nei panni di questi poveri imprenditori continuamente bastonati da norme illogiche e prive di fondamenta!

Noi di Fratelli d’Italia saremo a fianco di queste categorie in piazza a Grosseto. Da sempre ci facciamo portatori delle loro necessità e sosteniamo le loro rivendicazioni. Anche noi faremo sentire la nostra voce per dire “basta” a qualsiasi forma di privazione della libertà individuale e a garantire il diritto di lavorare in sicurezza a tutte le attività economiche chiuse da troppo tempo!

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LA VOCE DEGLI IMPRENDITORI STREMATI RIECHEGGIA NELLE PIAZZE DI GROSSETO

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Il grido d’allarme parte anche da Grosseto: “Basta chiusure, occorrono date certe per le aperture”. I ristoratori, insieme a tantissime altre categorie di commercianti e imprese, sono scesi ieri in piazza Dante a Grosseto per chiedere per l’ennesima volta di riaprire le proprie attività e tornare a lavorare. Alcuni esponenti e rappresentanti di tutte le strutture comunali di Fratelli d’Italia spiegano che i lavoratori in protesta non chiedevano l’elemosina dei ristori e sostegni statali, ma vorrebbero avere certezze sulle date, tornare a lavorare e riaprire le loro attività seguendo alla lettera i protocolli di sicurezza.

Fratelli d’Italia si trovava al fianco di questi imprenditori in piazza, al fine di sostenere le loro imprese. Lo stesso sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna ha partecipato alla manifestazione, prendendo parte in seguito anche all’incontro organizzato da Confartigianato per fare il punto sulla terribile situazione di tutti i settori che soccomberanno a causa delle restrizioni imposte per limitare la diffusione del virus.

Anche lui, come tutta l’amministrazione, condivide le preoccupazioni di questi lavoratori. La crisi è forte e, se non si trova il modo di ripartire, il conto da pagare in termini di chiusure definitive e perdita di posti di lavoro sarà sempre più alto. Nel frattempo, sono state messe in atto alcune misure a tutela delle persone e imprese in difficoltà, tra cui:

  • Agevolazioni sui tributi, in particolare sulla Cosap, che verrà ridotta del 50% da quest’anno, in aggiunta alla già attuale riduzione del 15%
  • Per la Tari sono state stanziati quasi 2 milioni di euro per assicurare un risparmio medio in bolletta del 5% per le famiglie e per le attività economiche e del 30% per quasi 6000 utenze non domestiche su circa 7700 che hanno subito la chiusura durante il Lockdown primaverile
  • Abbiamo attuato misure anche per il prestito d’onore, i buoni spesa, il bonus baby-sittyng e il contributo per gli affitti

Fratelli d’Italia continuerà a battersi in ogni sede istituzionale per portare avanti le sue richieste e tutelare i diritti dei propri compatrioti e le loro imprese!

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GLI IMPRENDITORI BASTONATI SCENDONO IN PIAZZA

L’inevitabile è accaduto: in molte città italiane sono scoppiate manifestazioni e tafferugli contro le restrizioni del governo. Da nord a sud ristoratori, ambulanti e gestori di palestre e piscine sono scesi in piazza spinti dalla disperazione di non sapere più come andare avanti.

A Roma la situazione è degenerata, dove le proteste si sono trasformate in sconti tra manifestanti e forze dell’ordine davanti a Montecitorio. Qui i manifestanti hanno esordito con cori come “buffoni, buffoni” e “libertà“, per poi passare al lancio di fumogeni nel tentativo di sfondare il cordone di polizia. A Milano il raduno si è tenuto davanti alla Stazione Centrale per chiedere a gran voce “immediati ristori” e lo stop alle restrizioni che limitano ormai da troppo tempo le attività dei lavoratori. A Napoli le manifestazioni hanno bloccato il traffico in entrambe le direzioni a causa delle proteste dei mercatali, i quali hanno reclamato di essere invisibili per il governo e chiedono solo di poter lavorare. Sono scesi in piazza anche gli ambulanti di Imperia, contro la zona rossa, e quelli di Bari, che chiedono riaperture immediate.

Proprio come dice il grande chef Gianfranco Vissani: “I ristoratori scendono in piazza? Qui se non si danno una mossa tra poco scoppia la rivoluzione. Il governo ha sottovalutato la disperazione del settore”. D’altronde come biasimarli? Non hanno lavorato durante le festività natalizie, non hanno lavorato a Pasqua e hanno ricevuto in cambio soltanto elemosina e tasse da pagare. Gli operatori dei servizi chiusi al pubblico sono disperati e non sanno più come andare avanti e quando forse riapriranno saranno stracolmi di debiti. Era ovvio che non sarebbe passato molto tempo prima che la gente mettesse in atto gesti disperati come organizzare proteste del genere. L’Italia d’altronde è costruita su un sistema di piccole imprese che rischiano il collasso e sicuramente non lasceranno fallire la propria attività senza farsi sentire a gran voce nelle piazze. Chiudere significa fare la fame per molti italiani!

Le proteste violente, tuttavia, devono essere sempre scongiurate perché la violenza non porta da nessuna parte. Noi di Fratelli d’Italia rimarremo dalla parte di tutti quegli italiani in difficoltà e di quelle categorie scese in piazza ieri e, dall’opposizione, ci faremo sentire per scrivere la parola “fine” a questo disastro produttivo!

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LA PASQUA DEGLI ITALIANI. COME SONO ANDATI I CONSUMI?

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È stata una Pasqua blindata, con tutta l’Italia in zona rossa. Inutile dire che i danni hanno colpito principalmente agriturismi, ristoranti, bar e alberghi che, in una situazione “normale”, sarebbero stati affollati da orde di persone. L’unica consolazione sono i dati sui consumi che sembrano destare qualche segnale di speranza.

Fortunatamente, secondo le stime elaborate da Cia-Agricoltori Italiani, la spesa alimentare cresce del 10% rispetto al 2020 (quando il Paese nel pieno del primo lockdown), attestandosi a 1,1 miliardi di euro. Dato in crescita anche grazie alla possibilità concessa di poter andare a casa di parenti o amici per il pranzo di domenica e per Pasquetta, anche se con pochi commensali. Quest’anno vince il Made in Italy e la predilezione per il menù tipico regionale, scelto nell’80% dei casi.

Secondo il Centro Studi di Confcooperative, tuttavia, la spesa segna un -40% rispetto al 2019. Ristoranti, hotel e agriturismi pagano il tributo più pesante con un -95% per la seconda Pasqua di fila. La serrata delle strutture di ospitalità determina un calo delle vendite anche per l’agroalimentare in linea con lo scorso anno, ma registra un -35% rispetto al 2019.

Il fatto che gli italiani abbiano privilegiato il Made in Italy è un’ottima notizia, ma i dati rimangono comunque preoccupanti. Con i ristoranti chiusi, spostamenti azzerati e la possibilità di ricevimento di pochi commensali, la lista della spesa degli italiani si è drasticamente ridotta rispetto al passato, ma senza far torto alla tradizione. E per fortuna! Ancora una volta i nostri prodotti e il cibo locale hanno avuto la meglio come migliore scelta di qualità, nonostante il fatturato registri cifre profondamente negative. Gli operatori della ristorazione e del turismo verranno mai ricompensati per tutte le perdite avute?

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LA MARCIA SU ROMA DEI RISTORATORI

La protesta è partita: i ristoratori esanimi hanno deciso di manifestare per le ennesime chiusure imposte dal governo. In che modo avverrà questa manifestazione? Attraverso una marcia che partirà da Firenze fino ad arrivare a Roma davanti a Palazzo Chigi. Il punto di partenza è la Certosa di Firenze esattamente oggi, 29 marzo. Questa protesta rappresenta il “proseguimento” della manifestazione che si è tenuta venerdì 28 marzo a Firenze, e quella di sabato a Manciano in provincia di Grosseto, dove i ristoratori maremmani chiedevano a gran voce di riaprire i loro locali.

Il grido d’allarme pare essere partito da Grosseto da Massimiliano Pepi, uno storico ristoratore maremmano da sempre in prima linea contro la sfilza di chiusure indiscriminate del governo. Massimiliano si fa portavoce dei discontenti di tutto il settore che ormai non può più rimanere a guardare in silenzio lo sgretolamento costante di tutta la macchina della ristorazione. La situazione è diventata intollerabile per loro e per tutti i comparti legati al turismo, alle palestre, ai cinema e al teatro: molte di queste attività hanno le serrande abbassate da un anno!

Quali sono allora le richieste che rivendicheranno gli operatori della ristorazione durante la marcia?

  • Riaprire immediatamente tutte le attività commerciali senza alcun genere di restrizione, ma a   
    patto di seguire alla lettera i protocolli di sicurezza.
  • Eliminazione definitiva del coprifuoco.
  • Cancellazione dei divieti di spostamento tra Comuni e Regioni su tutto il territorio nazionale, eliminando anche la ridicola divisione per colori
  • Accordare l’anno bianco fiscale e il credito di imposta su affitto locazione e affitto d’azienda.

A margine di tutto questo, gli imprenditori richiedono un congruo risarcimento danni da parte dello Stato italiano e non quella miseria di indennizzi che i governi Conte e Draghi hanno loro concesso, prendendo in giro interi comparti produttivi. Noi di Fratelli d’Italia sosteniamo queste ragioni e ci faremo anche noi portavoce di queste necessità. Tuteliamo le nostre imprese! Gli italiani vanno aiutati e non presi in giro! 

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LA FOTO SIMBOLO DI CAMILLA MOCCIA: EMBLEMA DI TUTTI GLI IMPRENDITORI ITALIANI

La foto di Camilla Moccia, ristoratrice ventiduenne ad Ostia, è diventata subito notizia. Secondo la stampa, la foto è stata scattata subito dopo la notizia che il suo “Bistrot della Pasticciona” è stato costretto a chiudere a causa della zona rossa. Quella foto rappresenta tutti gli imprenditori e gli italiani che vivono l’ennesimo momento di sconforto dopo aver realizzato che la propria attività ha dovuto abbassare le serrande a causa delle restrizioni ancora una volta.

Quel bistrot rappresenta la realizzazione del sogno di Camilla, ma la pandemia l’ha messa a dura prova: il suo fatturato si è ridotto del 60%. A quanto ammontano i suoi ristori? Solo 4.000 euro, con i quali deve pagare l’affitto e tutte le tasse che ovviamente il governo non si è degnato di revocare. Come lei, moltissimi ristoratori italiani si trovano in questa situazione. L’unica cosa che chiedono è di riaprire e lavorare in sicurezza, perché non se ne fanno nulla degli aiuti dello Stato! Con la miseria di ristori che questi imprenditori della ristorazione ricevono, è facile veder infrangere un sogno.

La situazione addirittura peggiora con la raccomandazione dell’Iss di aumentare a due metri il distanziamento nei bar e nei ristoranti. Invece di aiutare questo comparto, si preferisce dare l’ultimo colpo di grazia all’intero settore già stato messo in ginocchio dalla pandemia e umiliato dai decreti del governo. La distanza di due metri varrebbe a dire tagliare nuovamente coperti e, proporzionalmente, far crollare il fatturato. In questo modo sarebbe impossibile sopravvivere! È scandaloso che il governo continui a scaricare la colpa su coloro che non hanno colpe! Le imprese e le famiglie sono esauste di fare sacrifici! Invertiamo la rotta e riapriamo le attività di questi onesti lavoratori!

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IL GOVERNO PENSI AI RISTORATORI!

Il mondo della ristorazione è totalmente fuori dai provvedimenti del Governo utili a regolamentare la loro attività in questa fase 2 e che possa dargli la possibilità di ricominciare a lavorare.

Un intero settore, dunque, completamente in ginocchio che ancora non ha ricevuto aiuti concreti o almeno disposizioni chiare per la riapertura.

Sulla questione scende in campo anche Alessandro Borghese che si è fatto portavoce dell’intera categoria e chiede: “subito regole chiare per la riapertura e finanziamenti a fondo perduto, migliaia di attività e posti di lavoro sono a rischio”.

Un argomento su cui il governo tace-commenta Luca Vitale-URGE intervenire per ristabilire gli equilibri dopo l’emergenza sanitaria che ha completamente paralizzato l ‘economia del Paese.

Ora, più che mai è necessario che il governo dia linee guida per la ripresa dell’ economia e del settore della ristorazione “fiore all’occhiello” del Bel Paese, oggi fortemente in affanno.

Allora, chiediamo che il “decreto rilancio” tanto enfatizzato dal governo non rimanga solo una bella favola, ma che sia attuato quanto prima, perché l’Italia ha bisogno di risposte, risposte vere che diano la possibilità di rilanciare le attività per lavorare serenamente.

L’Italia non può più continuare in questo stato d’agonia!