TAMPONI A TAPPETO AI BAMBINI. MA I DISPOSITIVI DOVE SONO?

L’idea appena partorita dal governo è quella di effettuare test rapidi su tutti gli studenti, al fine di far tornare gli alunni più piccoli sui banchi di scuola subito dopo Pasqua. Tutti gli studenti, compresi gli alunni di asili nido e materne, verranno sottoposti a tampone rapido il primo giorno di scuola. Il test dovrà essere ripetuto ogni settimana e, nel caso un alunno risulti positivo, l’intera classe dovrà effettuare il tampone molecolare. C’è solo una falla nel piano: l’iter per la validazione dei dispositivi da utilizzare non è ancora stato convalidato da parte dell’Istituto superiore di sanità.

È vero, la priorità è riaprire le scuole il prima possibile. Oltretutto, econdo diversi dati, stare in classe non spinge la curva della pandemia. A dirlo è uno studio redatto incrociando i dati del Miur, quelli delle Ats e della Protezione civile, il quale copre un campione iniziale pari al 97% delle scuole italiane: più di 7,3 milioni di studenti e 770 mila insegnanti. I numeri dimostrano che il tasso di positività dei ragazzi rispetto al numero di tamponi eseguiti è inferiore all’1%. In più, i giovani contagiano il 50% in meno rispetto agli adulti e i focolai che emergono nelle classi sono molto rari (sotto il 7% di tutte le scuole). Per assurdo, è molto più probabile che si contagino i professori tra di loro che gli alunni contagino i professori.

La situazione riguardo il rientro a scuola, tuttavia, non è chiara: ancora non si capisce come verrebbero effettuati i test a tutti gli studenti. Potrebbero scendere in campo i militari e i volontari della Protezione civile, disposti magari all’entrata delle scuole, pronti a fare i tamponi salivari agli alunni. Non è chiaro neanche quale tipo di tampone verrà utilizzato, considerando che quello salivare non è ancora stato approvato. Insomma, il governo ancora una volta non si è smentito: è sempre poco chiaro nelle direttive, parla, parla ma non conclude niente. Bisogna riaprire gli istituti e lavorare a tutto ciò che ruota intorno alle scuole, come il controllo sistematico dei trasporti e le contingentazioni. Quello che c’è in ballo non sono conseguenze da poco: la salute psicofisica dei ragazzi e delle loro famiglie è messa a dura alla prova dalla cosiddetta DAD. Dopo un anno, questa situazione non è più accettabile! Riapriamo il prima possibile tutte le scuole in sicurezza!

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LE SCARSE “INASPETTATE” RISORSE DESTINATE AL TURISMO

D’altronde c’era da aspettarselo. Se il comparto della ristorazione ha ricevuto miseri indennizzi per tutti i mesi in cui ha dovuto tenere abbassate le serrande, la stessa sorte toccherà a molti altri settori, come quello del turismo. Federalberghi si è detta completamente insoddisfatta: le risorse stanziate per il turismo non sono minimamente sufficienti a risanare le perdite di fatturato di intere stagioni andate in fumo. Per questa ragione, l’associazione è al lavoro per sollecitare interventi correttivi al decreto Sostegni, al fine di garantire un rimborso dignitoso a tutti i lavoratori del settore che lo richiederanno.

Come afferma Presidente di Federalberghi Toscana Daniele Barbetti, per aiutare realmente le imprese del turismo “servono ulteriori risorse e quindi stiamo premendo per l’abolizione delle restrizioni agli spostamenti, con l’attivazione del green pass, interventi sulla liquidità con la proroga delle rate dei mutui e concessione di prestiti ventennali, una copertura dei costi fissi che gravano sugli immobili, incentivi per la riqualificazione delle strutture ricettive, anche mediante riconoscimento del super bonus e sgravi contributivi per le imprese che richiamano in servizio il personale”.

La chiara dimostrazione di quanto questo decreto sia ridicolo è il cosiddetto “bonus lavoratori stagionali”: si tratta di una nuova indennità da 2.400 nel decreto Sostegni. Questo indennizzo, secondo il governo, dovrebbe essere sufficiente per coprire tutti i tre mesi di sospensione di lavoro. Gli stagionali non ricevono più 1.000 per ciascuna mensilità “persa” come anticipato dall’ex Ministra del Lavoro Catalfo con riferimento allora Decreto Ristori 5, ora Decreto Sostegno. Ma il governo come si aspetta che campino queste persone? E la cosa che più ci lascia basiti è il fatto che parte dei ristori sono destinati ai navigator, ovvero i tutor del reddito di cittadinanza! Questo decreto ci fa uscire fuori dai gangheri! Un governo che non fa gli interessi dei suoi concittadini noi non lo vogliamo!

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IL FALLIMENTO TUTTO ITALIANO DELLA CAMPAGNA VACCINALE

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Ben sappiamo che l’Italia ha dovuto piangere un numero elevatissimo di morti. Da poco abbiamo superato il triste traguardo dei 100.000 decessi e questo dimostra che l’Italia detiene uno dei record più tragici di tutta l’Europa rispetto al rapporto con la popolazione. Quanto fa rabbia sapere che buona parte di queste morti avrebbero potuto essere evitate se solo si fosse fatto di più? Abbiamo il vaccino da 3 mesi e tutt’ora buona parte delle persone anziane e di quelle più potenzialmente a rischio non hanno ricevuto la loro dose. È stato corretto vaccinare fin da subito alcune categorie di pubblici lavoratori (sanitari esclusi, perché ne avevano diritto) ma proseguire a rilento con la somministrazione del vaccino agli anziani e ai vulnerabili? Ovviamente la risposta è negativa!

L’Ispi (Istituto per gli studi di politica internazionale) sottolinea che, se si fosse data la priorità di vaccinazione agli italiani in età avanzata e non alla categoria professionale di appartenenza, la letalità del Coronavirus avrebbe fatto registrare una rapida discesa verso il basso, molto più repentina rispetto a quella fin qui rilevata. La riduzione della letalità che raggiungeremo con ogni probabilità a fine marzo, ovvero il -21%, si sarebbe potuta raggiungere a inizio febbraio, se solo la campagna vaccinale fosse stata organizzata con criterio fin dall’inizio. Se si fosse seguita una linea più coerente, probabilmente oggi registreremmo un calo della letalità pari al 54%.

In aggiunta al fallimento tutto italiano del piano vaccinale, bisogna puntare il dito anche nei confronti di quei contratti stipulati con le case farmaceutiche in cui le aziende che producono vaccini “sono tenute a fare del loro meglio” nella fornitura delle dosi. Questa è l’ennesima pagliacciata! Bisognava redigere contratti seri fin dal principio, con la promessa di ricevere una certa quota di vaccini ogni periodo prestabilito. Le case farmaceutiche non hanno fornito le dosi promesse approfittando dei contratti firmati degli incapaci di Bruxelles e dando la priorità a quei Paesi disposti a pagare di più. Se l’Europa non è in grado di darci una giusta quantità di dosi, allora volgiamo lo sguardo altrove e ad altri tipi di vaccini! Dobbiamo agire nel mero interesse degli italiani e scrivere la parola fine a questa storia il prima possibile!

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IL NUOVO DECRETO SOSTEGNI E LE SUE INGIUSTIZIE

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L’argomento all’ordine del giorno è il nuovo decreto Sostegni, il cui obiettivo è quello di pianificare un nuovo scostamento di bilancio (circa 32 miliardi di euro) per finanziare i nuovi aiuti per sostenere imprese e famiglie. Ma quali sono questi nuovi ristori? La fetta più grande è destinata ai contributi a fondo perduto per le imprese e lavoratori autonomi colpiti dalla crisi e agli ammortizzatori sociali come reddito di cittadinanza, cassa Covid e proroga Naspi. La parte più interessante arriva nel momento in cui si stabiliscono le fasce di attribuzione. Potranno accedere agli indennizzi statali le imprese con un fatturato non superiore a 10 milioni di euro perdite del 30% almeno rispetto all’ammontare medio mensile del 2020, scaglionate in queste percentuali: 60% per le imprese fino a 100mila euro 50% tra 100mila e 400mila euro 40% tra 400mila e un milione 30% tra uno e 5 milioni 20% tra 5 e 10 milioni Per i lavoratori a partita Iva, i ristori partono da 3.000 euro. A questo si aggiunge la pace fiscale, ovvero la cancellazione delle cartelle esattoriali obsolete fino al tetto massimo di 5.000 euro, ma con un limite di reddito di 30mila euro. Secondo quanto ha affermato il presidente Draghi, questo è stato deciso soltanto per permettere all’amministrazione di perseguire la lotta all’evasione in modo più efficiente. In seguito, nel decreto Sostegni si parla anche di Cassa Integrazione Covid prolungata per tutto il 2021, il blocco dei licenziamenti fino al 30 giugno e stanziamenti per la cultura, le scuole e l’università. Tornando a noi, secondo questo decreto, a tutte le aziende che nel 2020 hanno perso meno del 30% sul 2019, non spetta una lira! Questa grande fascia di imprese è completamente fuori da ogni genere di forma di risarcimento danni, nonostante vi siano delle aziende chiuse dal 25 ottobre, come i ristoranti sulla costa. Facendo riferimento a una valutazione di un ristorante a Grosseto, i giorni di apertura/chiusura possono essere sintetizzati in questo modo: Giorni totali periodo 8 marzo 2020/20 marzo 2021: 376 giorni Giorni di chiusura totale: 243 giorni Giorni in cui abbiamo potuto aprire anche a cena: 133 Prendendo in considerazione solo il 2021: Totale 81 giorni, di cui totalmente chiusi 60 Aperti solo a pranzo contingentati: 36 giorni Aperti anche a cena: 0 giorni E nessuna di queste aziende, che non supera una perdita di fatturato di oltre il 30%, potrà ricevere gli indennizzi. Mesi e mesi di chiusure e neanche un centesimo! Questa non è giustizia! E un decreto Sostegni che esclude dalla ricezione dei ristori una grande fascia di imprese, non è un valido decreto Sostegni! Ancora una volta vediamo accadere davanti ai nostri occhi l’ennesimo scempio di questo governo, in perfetta continuità con il Conte Bis! Basta prendere in giro le imprese con false promesse! Basta prendere in giro gli italiani!

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IL DISAGIO EMOTIVO E PSICOLOGICO CRESCE VERTIGINOSAMENTE PER STUDENTI IN DAD

Il fallimento delle politiche contro il Covid ha portato a richiudere le scuole anche per i più piccoli, fino all’asilo, nonostante i dati dimostrino che il contagio negli istituti è basso. È difficile spiegare a un bambino che cos’è un virus e il perché ci troviamo in questa situazione, soprattutto se ci capita a dover descrivere l’esistenza di un cosiddetto “nemico invisibile”. Un nemico che si prende respirando e che non permette loro di stare insieme agli amici o di abbracciare le persone a cui vogliono bene. Un nemico che ha ucciso la loro creatività non consentendogli di esercitare il diritto più basilare per i bambini: andare a scuola e stare con i propri amici. Quella che era un’emergenza è diventata un’abitudine. Anche i bambini più piccoli che non dovrebbero portare la mascherina insistono per indossarla perché “tutti ce l’hanno, perché io no?”. È diventata talmente tanto un’abitudine, che dopo un anno ormai è all’ordine del giorno aprire e chiudere le scuole come se fossero un interruttore. A scuola, al parco o in palestra i bambini si sfogano, giocano e esprimono la loro creatività. E a casa? Sono rinchiusi tra le quattro mura soffocanti. Alle conseguenze della Dad (didattica a distanza) si aggiungono dispersione scolastica, cattiva alimentazione, eccesso di sedentarietà, disturbi del sonno e dipendenza dei videogiochi. Secondo il rapporto Censis di maggio 2020, la dispersione scolastica è stimata superiore al 10% e spesso la situazione è aggravata anche dal fatto che parte degli studenti (i più disagiati) che non riescono ad avere l’accesso in Internet o ai mezzi informatici. Secondo un altro studio condotto dall’Ufficio Promeco il disagio emotivo è aumentato dell’81,8%, segnalando anche importanti incrementi rispetto a problemi legati a stati d’ansia, con effetti su insonnia (+25,5%) e attacchi di panico (24,5%). Ora si vocifera persino di allungare il calendario scolastico fino a fine luglio! Ma non staranno infliggendo un colpo fin troppo duro al comparto scolastico e a tutti gli studenti che ormai sono esasperati e sviliti dalla cosiddetta Dad? Forse non ci si rende conto delle conseguenze psicologiche ed emotive per gli studenti e le studentesse! Si sarebbe potuto fare di più? Certo che sì, come risolvere il problema dei trasporti, ma la scuola non è pare essere una priorità per questo Governo.

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LA FOTO SIMBOLO DI CAMILLA MOCCIA: EMBLEMA DI TUTTI GLI IMPRENDITORI ITALIANI

La foto di Camilla Moccia, ristoratrice ventiduenne ad Ostia, è diventata subito notizia. Secondo la stampa, la foto è stata scattata subito dopo la notizia che il suo “Bistrot della Pasticciona” è stato costretto a chiudere a causa della zona rossa. Quella foto rappresenta tutti gli imprenditori e gli italiani che vivono l’ennesimo momento di sconforto dopo aver realizzato che la propria attività ha dovuto abbassare le serrande a causa delle restrizioni ancora una volta.

Quel bistrot rappresenta la realizzazione del sogno di Camilla, ma la pandemia l’ha messa a dura prova: il suo fatturato si è ridotto del 60%. A quanto ammontano i suoi ristori? Solo 4.000 euro, con i quali deve pagare l’affitto e tutte le tasse che ovviamente il governo non si è degnato di revocare. Come lei, moltissimi ristoratori italiani si trovano in questa situazione. L’unica cosa che chiedono è di riaprire e lavorare in sicurezza, perché non se ne fanno nulla degli aiuti dello Stato! Con la miseria di ristori che questi imprenditori della ristorazione ricevono, è facile veder infrangere un sogno.

La situazione addirittura peggiora con la raccomandazione dell’Iss di aumentare a due metri il distanziamento nei bar e nei ristoranti. Invece di aiutare questo comparto, si preferisce dare l’ultimo colpo di grazia all’intero settore già stato messo in ginocchio dalla pandemia e umiliato dai decreti del governo. La distanza di due metri varrebbe a dire tagliare nuovamente coperti e, proporzionalmente, far crollare il fatturato. In questo modo sarebbe impossibile sopravvivere! È scandaloso che il governo continui a scaricare la colpa su coloro che non hanno colpe! Le imprese e le famiglie sono esauste di fare sacrifici! Invertiamo la rotta e riapriamo le attività di questi onesti lavoratori!

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UN GROSSETANO TRA I MILLE DI GARIBALDI

Ieri, in onore del 160° Anniversario dell’Unità d’Italia ha avuto luogo la cerimonia di posa della targa commemorativa in onore di Girolamo Cannoni, uno dei Mille di Giuseppe Garibaldi che partecipò alla spedizione di Marsala. Anche noi di Fratelli d’Italia di Grosseto vogliamo, dunque, rendere omaggio a questo grande uomo che ha contribuito per rendere l’Italia una Nazione unitaria.

Il garibaldino era nato a Grosseto il 26 febbraio 1842 e si imbarcò volontario l’8 maggio 1860 a Talamone. Si distinse per le sue opere belliche, ma rimase purtroppo ferito in battaglia e fu congedato come sottoufficiale.

Alla cerimonia ha partecipato, ovviamente, anche il sindaco di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna affermando di essere “veramente orgoglioso di celebrare la figura di Girolamo Cannoni, un uomo che con il suo coraggio, mosso da sentimenti profondi di amore e responsabilità verso il Paese, ha contribuito a formare la nostra splendida Italia così come la conosciamo oggi”. A quanto dice il nipote, il tris-nonno era molto credente, ma era convinto degli ideali risorgimentali, tanto che decise di arruolarsi volontariamente nelle truppe.

Ed è grazie a queste figure così importanti della nostra storia che oggi possiamo parlare di uno Stato italiano così bello e unitario come lo conosciamo oggi. Mai come oggi, è importarci sentirci parte di una comunità, perché la pandemia ci mette a dura prova e non è sempre facile credere nella propria Nazione e al suo governo. Ora come ora, anche nel nostro piccolo rispettando le restrizioni, ci stiamo comportando da bravi cittadini italiani che combattono e difendono il prossimo perché non si ammali. Stiamo difendendo le nostre vite e quelle degli altri e gli italiani hanno un bisogno impellente di sentire che la nostra comunità è viva e concreta. Altrimenti, per chi staremmo compiendo questi sacrifici?

Riteniamo, inoltre, fondamentale ricordare figure come Girolamo Cannoni e tutti coloro che hanno contribuito e, soprattutto, combattuto, perché la nostra Patria venisse plasmata in questo modo meraviglioso!

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160° Anniversario dell’Unità D’Italia

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Oggi è il giorno in cui la nostra nazione spegne 160 candeline. Il 17 febbraio ricorre il 160° Anniversario dell’Unità D’Italia: sono passati 160 anni da quando è possibile chiamare l’Italia una Nazione. E quale giorno migliore per rendere omaggio a tutto ciò che caratterizza la nostra amata patria e i suoi prodotti? Ci ha pensato Giorgia Meloni con la campagna #orgogliotricolore, nel quale si chiede a tutti gli italiani di acquistare e consumare prodotti italiani e postare una foto di ciò che li rende fieri di essere parte di questa Nazione. È un’iniziativa in salvaguardia del Made in Italy che ci permette di esprimere da che cosa è costituito il nostro orgoglio italiano. Il sentirsi parte di una comunità è fondamentale, soprattutto in questo momento di estrema difficoltà. Come ci insegna la storia, uniti ce la faremo e noi di Fratelli d’Italia ci batteremo per tirare fuori tutti gli italiani dall’oblio della pandemia affinché tutti i compatrioti possano riprendere in mano le loro vite e voltare pagina!

C’E’ BISOGNO DI CHIAREZZA SUL VACCINO ASTRAZENECA!

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L’Agenzia Europea del Farmaco (Ema) afferma: “Siamo ancora convinti che i benefici del vaccino AstraZeneca superino gli effetti collaterali“. La Commissione Europea ha organizzato una conferenza stampa a seguito delle preoccupazioni emerse per alcuni casi di trombosi. Come precisa Emer Cooke: “non ci sono indicazioni che il vaccino abbiamo causato queste condizioni. Durante la sperimentazione le persone hanno mostrato numeri minimi di trombosi”. Il numero di tromboembolie registrato “non è più alto di quanto ci si potesse aspettare”. Nonostante questo, Cooke ha precisato che “le preoccupazioni serie necessitano di una seria valutazione scientifica“, solamente al termine della quale “sarà possibile rispondere agli interrogativi“.

A fronte di notizie di questo genere, è normale che nella popolazione italiana, ma non solo, ci sia molta confusione ed un po’ di preoccupazione. Ma qui stavolta (o meglio, come sempre) dovrebbero essere la autorità italiane a fare chiarezza. Quando su un vaccino si assiste ad un cambio repentino di decisioni e all’insorgenza di opinioni contrapposte è normale creare un po’ di smarrimento: da un lato c’è chi dice di continuare la campagna vaccinale (come l’OMS) e dall’altro chi blocca tutto.

Insomma, tutto pare essere in stallo e mancano informazioni chiare e precise su come proseguire. Come si può essere così vaghi su un tema così importante? Si rischia l’effetto contrario, ovvero scoraggiare i cittadini a aderire alla campagna vaccinale e non è sicuramente questo il nostro obiettivo. Ne vale la riuscita di tutto il sistema della campagna vaccinale e la ripartenza economica della nazione. Non possiamo vivere in questa situazione di difficoltà ancora a lungo perché sappiamo che i nostri concittadini sono esausti e non possono sopportare un mese di chiusure in più. Facciamo chiarezza sulla situazione e riprendiamo a pieno regime con la campagna vaccinale!

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AGROALIMENTARE E RISTORAZIONE: ALCUNI DEI SETTORI CHE PAGHERANNO IL PREZZO PIU’ CARO DELLE RESTRIZIONI

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Lockdown e restrizioni pasquali costeranno profumatamente. E chi pagherà il prezzo più caro? Il settore della ristorazione e dell’agroalimentare. Con le misure restrittive in vigore in tutta Italia si fermano ristoranti e bar i quali rimarranno attivi solo per le consegne a domicilio e asporto. A questo ci aggiungiamo il fatto che vanno in fumo i guadagni attesi dalle festività pasquali: sono 7 milioni gli italiani che optavano per il pranzo di Pasqua al ristorante, per una spesa pari a 400 milioni di euro. Tutto il settore della ristorazione e dell’agroalimentare ne risentirà, comprese tutte le aziende di prodotti Made in Italy: le chiusure dei weekend e delle festività pasquali costeranno la bellezza di 5 miliardi di euro a tutto il comparto.

Anche Coldiretti chiede a Draghi di sbrigarsi con il decreto “Sostegni”. Bisogna sostenere con delle buone misure il sistema dell’agroalimentare italiano che vale 538 miliardi per un totale di 3,6 milioni di posti di lavoro nei circa 360mila tra bar, mense, ristoranti e agriturismi nella Penisola, 70mila industrie alimentari e 740mila aziende agricole. Anche la vendita di prodotti del Made in Italy ha subito una forte battuta d’arresto: si stima una perdita di fatturato di 11,5 miliardi di euro per le mancate vendite di cibo e bevande. Insomma, cifre da capogiro, ma qualcuno sembra infischiarsene.

I ristoratori sono al collasso: le spese corrono ma le entrate ammontano a zero. Per non parlare poi di tutte le spese arretrate del 2020 che tutti i titolari sono costretti a pagare, nonostante le attività fossero chiuse! Niente indennizzi, chiusure forzate delle attività, ma tasse da pagare obbligatoriamente allo Stato. Questa è un’ingiustizia! Ci aspettavamo un reale cambio di passo rispetto al governo precedente, ma nulla è mutato di una virgola. Stesse misure del governo Conte, ma firmate al nome di Mario Draghi, quindi sono misure legittime secondo non si sa quale paradigma di accettazione. Serve un governo che stravolga il sistema, lo ribalti e lo rifaccia da capo, perché un esecutivo degno di questo nome non deve voler vedere gli italiani chiedere l’elemosina, ma deve sostenerli e tutelare le loro imprese!

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