IL DPCM DEL GRINCH DEL NATALE

Conte, o meglio il Grinch (famoso personaggio dell’omonimo film e risaputo nemico del Natale) ha appena esposto il prossimo dpcm in vigore nel periodo di Natale. A loro dire, hanno adottato “un decreto legge e non un Dpcm che trova un punto di equilibrio tra la stretta necessaria e le deroghe necessarie in considerazione della valenza sociale e ideale delle festività“. Il che è tutto da discutere…. Per non parlare poi del ridicolo calendario colorato che hanno organizzato: sembra Carnevale e non Natale!
Ma come fanno gli italiani a capire qualcosa in questa confusione? A sentirlo parlare alla conferenza stampa, sembra quasi che noi tutti dobbiamo ringraziarlo per le misure messe in atto.

A un certo punto della conferenza stampa arriva il punto cruciale: i ristori. Il Premier promette ai poveri commercianti misure ad hoc per quelle povere categorie che sono state messe in ginocchio a suon di bastonate a causa dei dpcm. Il governo chiede loro un ulteriore sacrificio… sarebbe meglio dire “l’ennesimo sacrificio”. Nel decreto hanno inserito una prima parte di ristori immediati a bar e ristoranti. Il che è una buona notizia, ma gli altri comparti? Con il decreto emanato il 3 dicembre, Confcommercio aveva stimato 720 milioni di euro di fatturato. Questo perché realmente il Natale dà una botta economica al nostro Paese, ma quest’anno dei poveri lavoratori soffriranno la fame a causa dei ristori inadeguati.

La verità è che Conte deve chiedere scusa a tutti gli italiani per questa immane confusione che stanno combinando nella gestione della pandemia. Conte avrebbe dovuto parlare delle misure di ristoro prima di tutto il resto! È tutto frutto di un governo cinico e irresponsabile, che chiude tutti in casa in questo periodo di festività, proprio come avrebbe fatto il Grinch! E chissà che Natale terribile sarà per molti italiani

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LA LIBERAZIONE DEI PESCATORI IN LIBIA: VI SVELIAMO LA REALTA’ DEI FATTI

Giuseppe Conte e Luigi Di Maio sono volati oggi a Bengasi per liberare i 18 pescatori di Mazara del Vallo, sequestrati da 108 giorni in Libia. Ma non è stata una passeggiata: il nostro paese ha dovuto pagare a caro prezzo questa liberazione, di cui ovviamente ne siamo infinitamente felici. La contesa, infatti si sarebbe dovuta svolgere in modo diverso e per l’ennesima volta, abbiamo dimostrato di sottometterci alle potenze estere. Il presidente del Consiglio e il ministro degli Esteri sono andati a sancire la liberazione dal generale Khalifa Haftar, che realmente non ha e non dovrebbe avere nessun riconoscimento internazionale. Ed è stato proprio questo il prezzo che l’Italia ha pagato: Haftar voleva che i due politici si muovessero da Roma, proprio per affermare la sua notorietà mondiale.

In realtà dopo questo incontro, Conte e Di Maio non hanno ottenuto molto dal punto di vista politico e la nostra posizione rispetto alla crisi libica diviene sempre più vaga. Oltre al fatto che ci sono voluti più di 100 giorni per liberare dei pescatori che erano stati detenuti senza un valido motivo. Realmente, quindi, i due si sono recati a Bengasi solo per dare soddisfazione ad Haftar. Il governo non è assolutamente autorizzato a vantarsi della liberazione, alla luce della realtà dei fatti.

La Turchia ci ha messo solo 5 giorni per liberare i suoi pescatori. Perché noi ci abbiamo impiegato 100 giorni in più? Per di più una detenzione immotivata e senza neanche incontrare di persona i pescatori. Per fortuna ci ha pensato Giorgia Meloni ad incontrare le famiglie che presidiavano permanentemente in Piazza Montecitorio per comunicare personalmente la bella notizia, e non era la prima volta che gli porgeva visita. Il premier, dunque, oltre a non aver ottenuto grandi risultati a livello diplomatico, si è dimostrato anche apatico nei confronti di quelle povere famiglie in difficoltà. D’altronde non sembra discostarsi molto dall’atteggiamento di sempre.

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PENSARE AI FIORELLINI NON E’ IL GIUSTO MODO DI GESTIRE LA CAMPAGNA VACCINALE ANTI COVID-19

Entro fine anno, o addirittura prima di Natale, i primi europei saranno vaccinati contro il Covid-19. L ’Italia, purtroppo,potrebbe non rientrare in queste tempistiche. La Germania, con un numero di morti inferiore all’Italia, spera di iniziare al più presto, ma Il nostro Paese, come al solito, è sempre in ritardo con la tabella di marcia. Sono tutti sono troppo impegnati con il progetto Primula. Anzi, perché gli altri paesi europei non hanno pensato a stand petalosi, o ancora meglio a monopattini e banchi a rotelle? Ah si, forse perché loro hanno pensato a un reale piano di vaccinazione anti Covid-19, così da agire il prima possibile nelle strutture sanitarie e nelle rsa. Ma forse il governo preferiva pensare ai fiorellini.

Nonostante questo, il nostro presidente della Camera, Roberto Fico, afferma che tutto il lavoro portato avanti in questi mesi è stato molto fruttuoso e che le istituzioni e tutto il Paese sta reggendo perfettamente, e il tutto è riconosciuto anche internazionalmente. Forse sta parlando di un governo utopico… sicuramente non quello italiano!

La verità è che la maggioranza non riesce a gestire neanche il piano dei vaccini, che deve essere ancora chiuso. Anche supponendo che per magia la macchina dei vaccini riesca a partire efficacemente il 15 gennaio, si potrebbero evitare 17.000 decessi in 9 mesi. Iniziando un mese prima, però, i numeri potrebbero essere addirittura migliori. Purtroppo, però, nella prima fase ci saranno solo 300 luoghi di somministrazione, perlopiù ospedali. Quindi gli stand fiorati ci saranno, ma con calma, con i tempi del governo.

Nel frattempo, il bollettino giornaliero fornisce dati agghiaccianti sull’andamento dell’epidemia, segno che qualcosa ha fallito nella gestione del sistema al vertice. Lo abbiamo visto con le misure economiche e i ristori mai arrivati, con la divisione del paese in colori come se fosse Arlecchino e, ora, con la gestione della campagna vaccinale. Povera la nostra Italia nelle mani del governo PD-M5S!

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ECCO UNA DOPPIA MAZZATA PER LE NOSTRE IMRESE

Ben sappiamo che la ristorazione, come molti altri settori, è uno dei comparti più colpiti dalla crisi da Covid-19. Nonostante questo, il governo non sembra risparmiare questi poveri onesti lavoratori. L’ultima mazzata arriva dal Fisco. Di fatti, l’Agenzia delle Entrate, nega l’applicazione dell’Iva al 10% al consumo di cibi d’asporto, come quando il consumo avviene nel locale. Dunque, stando a quello che dice il governo e il Premier Conte, i ristoratori dovrebbero vivere e risollevarsi grazie all’asporto e al delivery, ma applicando il 22% di Iva, invece del 10% che normalmente è applicato per i servizi al tavolo.

Le assurdità, però, non terminano qui. Non solo infatti, queste attività sono perennemente tartassate, aperte e richiuse a piacimento del governo, ma dovranno anche pagare la Tari a tariffa piena. Questo non riguarda soltanto il settore della ristorazione e dei bar, ma anche le palestre, le piscine e le scuole di danza, rimaste chiuse praticamente tutto l’anno. È evidente, dunque, che non abbiano fatturato e, perciò, non abbiano prodotto rifiuti… ma nonostante questo, sono costrette a pagare la tassa come tutti gli altri. Che doppia mazzata per le nostre imprese!

Come scrive Giorgia Meloni sul suo profilo Facebook “Al Governo non sono bastati 4 decreti Ristori per scongiurare questo scempio”. Si potrà correggere questo massacro solo il prossimo gennaio, quando forse verrà varato il prossimo decreto. Ma ormai sarà troppo tardi…

Ci sono imprese che sono letteralmente allo stremo e che sono lasciate sempre più da sole, ma nel frattempo la maggioranza preferisce pensare continuamente alla poltrona, ai bonus inutili (come quello per i monopattini), e a litigare creando spaccature e disordini all’interno dello stesso partito. Caro governo, o volgi l’attenzione a chi ne ha realmente bisogno o vai a casa!

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LO STRANO CASO DELLE VIE DELLO SHOPPING AFFOLLATE. SARA’ FORSE COLPA DELLE CONTRADDIZIONI DEL GOVERNO?

Dopo un weekend pieno di “insopportabili assembramenti”, come li ha definiti il commissario Domenico Arcuri, si ipotizza un’ulteriore stretta alla mobilità dei cittadini. Si, proprio un’ulteriore stretta a quelle che saranno già prossimamente in vigore al termine di questa settimana. Dopo una riunione con il Cts e Lamorgese, si è giunti alla conclusione che servono misure più rigide per evitare un’altra devastante ondata a gennaio. Non è inaspettata, dunque, l’uscita di un nuovo dpcm più restringente.

Ma parliamoci chiaro: i cittadini hanno fatto e stanno facendo ciò che non è vietato. Questo weekend il messaggio è sembrato pressoché un “tana libera tutti”, due giorni senza misure restrittive agli spostamenti. Da quando esiste la società dei consumi, è praticamente quotidianità passeggiare tra i negozi e dedicarsi un momento di spensieratezza dopo una settimana di lavoro e studio. Il tutto va combinato con il penultimo weekend prima delle feste, momento di cruciale e tradizionale shopping natalizio. Possiamo dire che non è stata minimamente una sorpresa l’accaduto e che il tutto era perfettamente prevedibile, ma nulla è stato fatto per evitare lo svilupparsi di questa circostanza.

La colpa allora non è dei cittadini che si sono semplicemente attenuti alle regole, ma del governo! Anzi, se dobbiamo essere più precisi, è stato Conte con la sua geniale iniziativa del cashback a consentire il riversamento nelle strade dello shopping!

Gli italiani sono disorientati: il governo apre e chiude i confini comunali e gli esercizi commerciali come se fossero le finestre di casa propria! E pensare che il Premier aveva istituito la divisione in zona gialla, arancione e rossa per festeggiare tranquillamente il Natale… Dovrebbero smetterla poi di guardare cosa fanno gli altri: ora il governo sembra voler seguire la linea della Germania, imponendo un lockdown generale a Natale. In Italia, il confinamento non è stato imposto neanche quando la curva stava risalendo pericolosamente, figuriamoci ora che sta scendendo! È un governo che ha detto tutto e il suo contrario nello stesso tempo! In questo modo, gli italiani si sentono inevitabilmente disorientati!

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SALVIAMO IL MADE IN ITALY!

Fratelli d’Italia presenta la sua campagna natalizia che porta il titolo “Compra italiano, compra localeUn Natale tricolore è un Natale solidale”. I militanti di Fratelli d’Italia hanno allestito gazebo in tutte le città italiane, specificatamente nelle vie centrali dello shopping, fulcro delle compere natalizie. Chiunque avrà comprato un prodotto Made in Italy e acquistato in un negozio di vicinato potrà recarsi al gazebo e incartare il proprio dono con la carta regalo del partito, la quale riporta la scritta della campagna “compra italiano, compra locale”. La stessa Giorgia Meloni ha incartato alcuni regali in viale Europa a Roma. La campagna, che durerà fino a Natale, è nata con il fine di incentivare l’acquisto di prodotti italiani e nei negozi di prossimità. In questo modo, si possono tutelare le nostre aziende, pesantemente colpite dalle misure anticontagio, dando la possibilità di lavorare a milioni di italiani.

Made in Italy, ma le nostre aziende in generale, sono allo stremo. Ci basti pensare che solo il settore dell’alta moda e dell’abbigliamento, ambito perno della produzione nostrana, nel secondo trimestre ha perso ben il 41% dei ricavi. Una battuta d’arresto veramente tragica! Per non parlare del fatto che circa il 50% dei dipendenti del settore sono in cassa integrazione e, con il calo di produzione, il personale è in esubero. Cosa succederà se la cassa integrazione non verrà prorogata a Marzo 2021? Ovviamente migliaia di lavoratori perderanno il loro posto di lavoro!

Questo è il momento giusto per rilanciare la produzione nostrana! Il periodo di Natale è il più prospero per gli acquisti, perciò facciamo la giusta scelta! D’altronde, le aziende italiane non chiedono altro che ricevere la giusta attenzione per ottenere sostentamenti e incentivi per continuare a lavorare come onesti lavoratori! Prima o poi il governo capirà quali sono le necessità impellenti dei nostri concittadini?

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SPACCATURA NELL’ESECUTIVO. PER FORTUNA CHE CI SIAMO NOI CHE VOTEREMO ALL’UNISONO UN SECCO “NO” AL MES

PD e M5S litigano senza sosta in parlamento. Il presidente del Consiglio si sente più che sicuro sulla stabilità del meccanismo europeo e pensa addirittura che il piano del Mes e Recovery Fund sarà una proposta innovatrice. Peccato che l’esecutivo abbia un margine di soli 6 voti e debba fare i conti con una spaccatura interna al Movimento Cinque Stelle che fa tremare il governo. Pressappoco si percepisce la stessa tensione degli ultimi giorni del governo della Lega. Il governo di Conte è in bilico e rischia la caduta? Ma speriamo proprio di si! Era ora!

Al vertice, tuttavia, non sembrano molto preoccupati di una possibile caduta del governo. Secondo il M5S, in particolare, sarebbe da matti andare contro il Premier e sperano di mettere in atto una fattispecie di tattica per far “accettare” più spontaneamente il Mes: non si voterà, infatti per accedervi, ma solo per approvare la riforma. Sempre secondo loro, oltretutto, bisogna dare fiducia a Conte, affinché possa presentarsi a Bruxelles e sbloccare i fondi per il Recovery Fund, per esempio. Sperano, dunque, in un’utopica compattezza nel voto, per salvaguardare un grande nome come Conte.

Poco importa a noi dei loro litigi e delle loro strane strategie per convincere ad approvare di Mes alla maggioranza. Noi mercoledì voteremo all’unisono un secco NO in Parlamento e questa è una battaglia di cui ci siamo fatti promotori da sempre. Il Mes non serve e, di fatti, non è stato utilizzato da nessuna nazione europea. È una riforma salvabanche, un indizio di un ulteriore sottomissione alle burocrazie europee. Il Mes non tutela l’interesse nazionale ed è esattamente per questo che ci opporremo con fermezza. Mercoledì vedremo chi deciderà di difendere lo Stato Italiano o barattarlo per una poltrona.

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Cos’è il Mes e perché noi di Fratelli d’Italia non lo voteremo, ritenendolo “un cappio al collo” per l’Italia

A cura di Luca Vitale

Il Mes, Meccanismo europeo di stabilità o più comunemente “Fonso Salva Stati”, può essere attivato dai paesi europei per far fronte alle spese dirette o indirette, derivanti dall’emergenza sanitaria, quando il paese stesso sia in forte difficoltà finanziaria.

Se il Governo Italiano decidesse di attingervi, al nostro Paese spetterebbero 36 miliardi di euro. Ma è davvero tutto roseo come alcuni vogliono farci credere? Dov’è l’inghippo?

Innanzitutto vediamo cosa dice il sito ufficiale europeo, secondo il quale il Mes è: “ il fondo di salvataggio permanente, istituito per erogare prestiti ai paesi dell’area dell’Euro finanziariamente in difficoltà”.

Ecco qua: per chi non lo sapessi, il Mes è un PRESTITO!

Ma l’Europa cosa vuole in cambio? Nel caso del Mes l’Europa sta ha adottato un approccio detto “Cash for reforms approach” e cioè “denaro in cambio di riforme” e cioè l’Europa ci dice: “Io vi do i soldi e voi fate delle riforme economiche”, che vengono chiamate “Condizionalità”.

Un protocollo d’intesa illustra nel dettaglio le riforme che lo stato che riceve il prestito, dovrà attuare. Le riforme riguarderanno tre grandi aree: il consolidamento fiscale, le riforse strutturali e le riforme del settore finanziario.

Ci sarà una vigilanza (o meglio dire un controllo) dell’Europa sul paese che ha ricevuto il prestito. ASSOLUTAMENTE SI’!

La Commissione Europea e la BCE verificheranno REGOLARMENTE se si stanno attuando le riforme pattuite.

Monitoraggio, sorveglianza, controllo, vigilanza… Chiamatela come volete, ma il succo è sempre lo stesso: un’ingerenza ancora più marcata dell’Europa sulla sovranità nazionale italiana!

Intanto dopodomani, il 9 dicembre, il Parlamento voterà sul Mes.

Cosa faremo noi di Fratelli d’Italia? Ovviamente voteremo NO! Come ha detto la nostra Presidente, Giorgia Meloni, non possiamo permettere che venga messo questo cappio al collo del nostro paese.

E’ un atto di sottomissione che ci chiede la Commissione. Chiederò conto a Berlusconi di questo (suo assenso n.d.r.), ma una divisione su quel voto non peserebbe certo come una, eventuale, sulla manovra. Si possono avere alcune visioni diverse in una coalizione”, ha detto la Meloni in un’intervista.

Ma il Governo rischia di cadere il 9, dopo il voto sul Mes, visto che anche i 5 Stelle si sono detti sempre contrari a questa misura?

Cosa accadrà? I Cinque stelle si sottometteranno ancora una volta ai loro ex nemici del Pd, ora compagni di merende?

Ovviamente ci auguriamo con tutto il cuore che il governo cada perché sarebbe una liberazione per il paese, ma anche se non dovesse cadere, chi mai rialzerà il Movimento 5 Stelle dall’aver tradito ancora una volta e in maniera più grave il suo elettorato?

Come afferma Giorgia, dire di sì al Mes “significherebbe consegnare definitivamente la sovranità italiana ai diktat europei e utilizzare i soldi degli italiani per salvare le bance tedesche”.

Noi di Fratelli d’Italia diciamo NO al Mes e restiamo fedeli alle promesse fatte ai nostri elettori.

Diciamo NO alla sottomissione indiscriminata all’Europa che ci porterebbe a rinunciare alla nostra sacrosanta sovranità.

Diciamo NO a questo cappio al collo chiamato Mes!!!!

Luca Vitale

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NOI CI OPPONIAMO ALLE INUTILI PROPOSTE DI UNA TASSA PATRIMONIALE!

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Una possibile introduzione di una tassa patrimoniale, ovvero di un’imposta sulla ricchezza dei contribuenti, ha fatto molto discutere questi giorni. Vi sono state diverse proposte che riteniamo inutili e, soprattutto, in sostituzione al tanto discusso Mes. Il testo proposto da Leu e Pd, subito bocciato dalla commissione Bilancio della Camera, suggeriva l’abolizione di due forme di patrimoniale già esistenti: l’Imu, ovvero l’imposta municipale unica sulle seconde case e l’imposta di bollo sui conti correnti e di deposito di titoli. Come riporta il Giornale, queste tasse sarebbero state sostituite da un’“aliquota progressiva minima dello 0,2% sui patrimoni la cui base imponibile è costituita da una ricchezza netta superiore a 500 mila euro e fino a 1 milione di euro, per arrivare al 2% oltre i 50 milioni di euro”. È una dura lotta decidere se è peggio questa proposta o quella di Beppe Grillo di tassare con un contributo del 2%, i superpaperoni italiani con patrimoni di oltre 50 milioni di euro e far pagare Ici e Imu alla Chiesa. Una patrimoniale che ovviamente non intaccherebbe il suo portafoglio!

Come riporta Giorgia Meloni sul suo profilo Facebook, noi di Fratelli d’Italia riteniamo che i veri “super ricchi” d’Italia che devono essere tassati siano le banche, i giganti del web e le multinazionali che eludono le tasse che dovrebbero pagare in Italia. Secondo le stime solo le multinazionali spostano 24 miliardi di profitti dall’Italia ai paradisi fiscali, il che sottrae alle casse dello stato 6 miliardi di euro. Bisogna far pagare le giuste imposte a chi non lo fa e non tassare inutilmente e ancora una volta i nostri concittadini. Sarà proprio questo il regalo di Natale che gli spetta? Un altro furto sui loro conti correnti? Noi impediremo che Pd e M5S compromettano gli immobili e i risparmi degli italiani! Questo governo che non fa gli interessi degli italiani deve dimettersi!

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ITALIANI CHIUSI IN CASA E IMMIGRATI A SPASSO TRA I CONTINENTI

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Proprio ieri sera Giorgia Meloni, insieme agli altri leader del centrodestra, Matteo Salvini, Guido Bertolaso e Antonio Tajani, hanno protestato davanti a Palazzo Chigi. Il motivo della manifestazione è mostrare il loro dissenso contro il nuovo decreto sicurezza. Il corteo non si è svolto solo all’esterno, ma anche in Aula, mentre il Premier impartiva ordini agli italiani con il nuovo dpcm. Grazie al centrodestra, le imprese e le partite Iva hanno ottenuto finanziamenti per 8 miliardi di euro, ma non è abbastanza! Mentre gli italiani sono costretti a stare a casa anche in un momento di tradizionale raccoglimento famigliare, il governo spalanca le porte agli immigrati, agli scafisti e svuota i portafogli degli italiani.

Pensiamo all’incongruenza: con il nuovo dpcm si è stabilito (a sorpresa e senza considerare minimamente le opinioni delle regioni) il blocco allo spostamento tra i comuni anche nelle regioni gialle, il giorno di Natale, Santo Stefano e Capodanno, a svantaggio ovviamente di coloro che vivono in piccoli paesi. Per non parlare poi del divieto categorico di spostamento tra le regioni a partire dal 21 dicembre. È facile cogliere l’incongruenza allora: chiudono a casa gli italiani, ma aprono i porti per far entrare orde di immigrati sul nostro territorio.

È proprio vero quello che ha detto Giorgia Meloni durante la manifestazione: “Se Conte vuole fare il Presidente del Consiglio degli immigrati, si dimetta perché il suo stipendio lo stanno pagando gli italiani” ed è possibile che gli italiani siano sempre l’ultimo dei pensieri del governo? Ieri ci sono stati 993 morti per Covid-19 in Italia e siamo ancora qui a parlare di immigrazione in un momento tanto delicato. Bisogna fare gli interessi degli italiani! Bisogna parlare di misure per aiutare i cittadini in questo momento difficile! Non discutere dello smantellamento dei precedenti decreti sicurezza!

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