LA LIBERAZIONE DEI PESCATORI IN LIBIA: VI SVELIAMO LA REALTA’ DEI FATTI

Giuseppe Conte e Luigi Di Maio sono volati oggi a Bengasi per liberare i 18 pescatori di Mazara del Vallo, sequestrati da 108 giorni in Libia. Ma non è stata una passeggiata: il nostro paese ha dovuto pagare a caro prezzo questa liberazione, di cui ovviamente ne siamo infinitamente felici. La contesa, infatti si sarebbe dovuta svolgere in modo diverso e per l’ennesima volta, abbiamo dimostrato di sottometterci alle potenze estere. Il presidente del Consiglio e il ministro degli Esteri sono andati a sancire la liberazione dal generale Khalifa Haftar, che realmente non ha e non dovrebbe avere nessun riconoscimento internazionale. Ed è stato proprio questo il prezzo che l’Italia ha pagato: Haftar voleva che i due politici si muovessero da Roma, proprio per affermare la sua notorietà mondiale.

In realtà dopo questo incontro, Conte e Di Maio non hanno ottenuto molto dal punto di vista politico e la nostra posizione rispetto alla crisi libica diviene sempre più vaga. Oltre al fatto che ci sono voluti più di 100 giorni per liberare dei pescatori che erano stati detenuti senza un valido motivo. Realmente, quindi, i due si sono recati a Bengasi solo per dare soddisfazione ad Haftar. Il governo non è assolutamente autorizzato a vantarsi della liberazione, alla luce della realtà dei fatti.

La Turchia ci ha messo solo 5 giorni per liberare i suoi pescatori. Perché noi ci abbiamo impiegato 100 giorni in più? Per di più una detenzione immotivata e senza neanche incontrare di persona i pescatori. Per fortuna ci ha pensato Giorgia Meloni ad incontrare le famiglie che presidiavano permanentemente in Piazza Montecitorio per comunicare personalmente la bella notizia, e non era la prima volta che gli porgeva visita. Il premier, dunque, oltre a non aver ottenuto grandi risultati a livello diplomatico, si è dimostrato anche apatico nei confronti di quelle povere famiglie in difficoltà. D’altronde non sembra discostarsi molto dall’atteggiamento di sempre.

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