Il 2023, secondo i dati, si preannuncia un anno molto complesso dal punto di vista della congiuntura macroeconomica internazionale. La decisione della Bce di portare i tassi al 2,50% e di procedere a ulteriori rialzi nei prossimi mesi comporterà conseguenze negative per tutta l’economia internazionale ed italiana, a partire dalla sostenibilità dei mutui per finire con la compressione dei consumi, già messi a dura prova dal caro-energia che determina un’inflazione elevata.
Il sistema produttivo che «è sull’orlo di un nuovo credit crunch» sostiene la federazione guidata da Lando Maria Sileoni in una nota. Secondo i dati «Nei primi 10 mesi dell’anno in corso, i finanziamenti delle banche alle famiglie sono cresciuti in media del 2,6%, contro un 1% di aumento dei prestiti alle imprese», e si sostiene che «l’analisi degli ultimi dati disponibili mostra segnali di preoccupazione e tensione, per tutte le categorie». Per le imprese italiane, infatti, il calo dei prestiti nei dieci mesi è evidente in tutte le categorie. Nel solo mese di ottobre è diminuito complessivamente di quasi 10 miliardi, portando lo stock totale da 676,5 a 667 miliardi.
L’Osservatorio Confcommercio Energia ha invece rilevato che la spesa elettrica sarebbe stata assolutamente insostenibile per le imprese del terziario senza gli interventi del governo. Da inizio anno si sono registrati aumenti di oltre il 150% per alberghi e alimentari e oltre il 130% per bar e ristoranti.
La situazione sarebbe stata tragica, ma il nostro governo sta lavorando per far tornare i conti: per affrontare l’emergenza occorrerà azzerare gli oneri di sistema per le imprese, prorogare per il 2023 il mercato tutelato delle micro imprese e intervenire subito contro il caro carburante per autotrasporto. E non solo!
Vogliamo far riprendere al nostro Paese un ritmo di crescita sostenuto e creare un tessuto economico stabile e efficiente.
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Quanto indicato in comunicati e videocomunicati è la personale posizione di Luca Vitale iscritto a Fratelli d’Italia