QUALE E’ IL BENE PER L’ITALIA?

Ieri è stato un giorno intriso di eventi per il Paese: Giuseppe Conte con un tavolino davanti a Palazzo Chigi dichiara la sua uscita di scena (forse non definitiva) e Mario Draghi ha dato il via alle consultazioni con i partiti. Insomma, c’è aria di cambiamenti al governo.
Conte esordisce con tali parole: “Ho sempre lavorato per il bene del Paese. I sabotatori sono altrove” e prosegue facendo chiaramente capire che non intende lasciare la scena della politica. Chissà se entrerà nel governo di Draghi, forse assicurandosi una delle tante poltrone in palio. Otterrà, magari, qualche ministero importante, o formerà un suo gruppo con gli ex-responsabili costruttori. Il nocciolo della questione sarebbe comprendere che cosa intende per “ho sempre lavorato per il bene del Paese”, perché sembra tutto il contrario, vista la tragicità della situazione economico-sociale nella quale riversano i nostri concittadini.
Mentre il Premier uscente fa il suo spettacolino, Draghi incontra i partiti per cercare di costruire una solida maggioranza in Parlamento. Giorgia Meloni esordisce fin da subito dichiarando il suo scetticismo nei confronti di chi accompagnerà il Presidente incaricato al governo. Come già dichiarato, la nostra Capogruppo non voterà la fiducia, ma afferma che “se Draghi portasse provvedimenti che io condivido per il bene dell’Italia, li voto”.
Considerando la realtà dei fatti e i dati emersi dalle ultime indagini, è facile dimostrare quanto realmente il governo uscente abbia fatto per i propri cittadini. Il reale “bene dell’Italia” è quello che intende Giorgia Meloni, ovvero trovare una reale soluzione per tirare fuori il Paese dalla palude in cui è stata immersa dai provvedimenti dell’esecutivo precedentemente in carica. Fratelli d’Italia è aperta al confronto durante le consultazioni, pur restando all’opposizione poiché, anche in questo modo, è possibile dare un contributo costruttivo per la risoluzione dei problemi del Paese. Tra le soluzioni migliori rientra quella di un governo che abbia un forte mandato popolare e che risponda alla volontà del popolo, costituito da numeri importanti e che abbia una visione compatibile. Questo è il reale “bene” per l’Italia”

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LA SALUTE E’ ANCHE SPORT. NON DIMENTICHIAMOCI DI QUESTO COMPARTO!

Quante palestre e centri sportivi saranno aperti a fine pandemia? La preoccupazione è enorme anche per questa categoria. Si parla di milioni di euro di perdite, anzi ci sono esercenti che affermano di non voler fare i conti per non sentirsi male. In totale, si contano 6 mesi di chiusura completa e i ristori ricevuti dallo stato non sono niente in confronto alle perdite. I numeri parlano chiaro: il fatturato è calato di circa l’80% e c’è un’enorme quantità di persone a casa, fra insegnanti e personale amministrativo. Uno sfacelo!Gli aiuti economici concessi sono soltanto una goccia nel mare delle immense perdite. Parliamo di un totale di 100.000 strutture che danno lavoro a 1 milione di persone. Prima della pandemia gli incassi medi di un centro sportivo si aggiravano intorno a 40.000 e i 200.000 euro al mese. È ben evidente, allora, che i fondi erogati, tra i 2.000 e i 4.000 euro, non sono niente a confronto! A fine 2020 sono stati conteggiati più di 5 miliardi e mezzo di euro di perdite! Parliamo di migliaia di strutture che rischiano il fallimento totale! Forse neanche raddoppiano le quote a fondo perdute sarà possibile assicurare la ripresa. Il colmo è che i centri sportivi hanno cercato in tutti i modi di adeguare i propri locali alle norme anti-Covid, ed è per questo che, secondo uno studio dell’Associazione Nazionale Impianti Sport e Fitness, il rischio di contagio in palestra è decisamente azzerato rispetto ad altri luoghi d’incontro.I danni al settore sportivo sono immensi e gli aiutini sono completamente inutili. Servono azioni concrete: bisogna cercare di recuperare almeno il 50% di quanto perso e rinviare la riscossione dei contributi a inizio 2022. Anche i centri sportivi sono attività vere e proprie e come tali vanno tutelate! Il paradigma è sempre quello: dopo un anno di chiusure è impensabile andare avanti con gli scarsi ristori del governo! Bisogna pensare a come ripartire in sicurezza! Basta minare la sopravvivenza di determinati comparti!

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I RISTORATORI GRIDANO AIUTO!

Il “semaforo” delle chiusure per il rischio epidemico è dirompente per i settori produttivi del Paese. Quello che gli operatori del commercio e dei pubblici esercizi chiedono non sono elemosine, ma certezze. È ignobile scaricare addosso ai settori produttivi del Paese ogni colpa del diffondersi del contagio e, soprattutto, non fa onore a chi dovrebbe assumersi il peso delle proprie scelte in prima persona. Gli operatori della ristorazione devono sottostare al lampeggiamento del semaforo (saremo zona rossa, arancione o gialla questa settimana? Bho non si sa), in attesa che qualcuno conceda loro i ristori promessi.

Il comparto registra oltre 37 miliardi di perdite solo nel 2020: circa il 40% dell’intero fatturato annuo è andato in fumo. Quello che serve non è solo un piano ristori adeguato, ma anche un programma per riaprire in sicurezza il locale, per non rimanere nel perimetro della sopravvivenza assistita. Ci basti pensare che gli indennizzi ricevuti coprono solo il 7% dell’intero fatturato: è un aiuto economico legato ai costi fissi e non alle perdite! Questo indica esattamente il livello di pietà con il quale il governo sta affrontando questa situazione. L’unico modo per provare a sanare i conti delle imprese sarebbe assicurare almeno un ristoro del 50% del fatturato dell’attività, così che i commercianti non debbano attingere alle riserve personali o indebitarsi.

Lo stato ha donato a questo comparto 36.000€ di ristori, peccato che i titolari abbiano dovuto prelevare dai propri conti la bellezza di 150.000€ per evitare il fallimento della propria azienda. È evidente che concepire il ristoro in questo modo non è la soluzione. Il problema si potrebbe risolvere solo facendo riaprire le aziende in sicurezza perché le attività non possono più campare di ristori. Bisogna imparare a convivere con il Covid e tornare a lavorare! Dopo un anno di emergenza bisogna andare oltre!

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“MAI PIU’”

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La Giornata della Memoria cade oggi, 27 gennaio. Con il passare del tempo, questa giornata ha assunto un significato simbolico sempre più marcato: quello della liberazione dei popoli oppressi. Lo scopo di questa giornata è apprendere dagli errori fatti e non ripeterli mai più!

Con il passare del tempo, questo momento di riflessione diventa sempre più importante e urgente. C’è il rischio che qualcuno si dimentichi che cosa sia stata realmente questa tragedia, la quale, purtroppo, è ancora una ferita vivida e sanguinante. La battaglia contro l’antisemitismo persiste tutt’ora. La situazione, tuttavia, diventa ancora più preoccupante: secondo una ricerca Eurispes il numero dei negazionisti, ovvero di coloro che non credono all’orrore di questo genocidio, è passato dal 2,7% al 16%. Il dito è puntato verso i social network: luoghi virtuali dove spesso corrono odio e intolleranza. È una deriva che va combattuta!

La fede cieca e l’ideologia purtroppo possono portare ad orrori incommensurabili. Si denuncia la programmazione volontaria e sistematica della morte, capace di innescare una macchina dell’orrore, il cui principio motore consiste in una razionalità deviata, finalizzata alla morte di tutti gli ebrei, dei dissidenti e delle persone considerate “inutili” dalle dittature del tempo. Il tutto si unisce con la volontà deliberata di privare da un giorno all’altro i propri simili di tutto ciò che avevano, dei diritti e della dignità, cercando di occultare, per quanto possibile, le prove materiali del misfatto. Una tragedia che ci ha portato a dire “mai più”: un motto di buon auspicio che risuona costantemente in occasione del Giorno della Memoria, nella speranza di un futuro migliore. L’unico rimedio a tutto questo è la ragione, la facoltà di pensare e la libertà, le quali vanno difese con tutte le nostre forze! La verità è che non bisognerebbe ricordare quello che è successo un solo giorno all’anno, ma tutti i giorni. E che queste tragedie ci permettano di spalancare gli occhi su uno degli avvenimenti peggiori dell’era moderna e ci consentano di dire mai più.

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COMPARTO SCOLASTICO SOTTO ATTACCO

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La ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, fa sapere che la consegna dei banchi a rotelle è quasi terminata. Oltre 2,4 milioni di banchi sono stati recapitati alle scuole d’Italia. Lo stesso Commissario Domenico Arcuri ha definito questa iniziativa come “Un’operazione senza precedenti, che ha portato negli istituti una quantità di arredi pari a dodici volte la produzione italiana di un anno”. Ah si? Buono a sapersi, peccato che la produzione italiana non dovrebbe soffermarsi solo sulla costruzione di banchi a rotelle la cui utilità è decisamente discutibile.

I banchi a rotelle monoposto (il cui nome già sembra una barzelletta) sono stati criticati in tutti i colori. Tutti dicevano che non sarebbero mai arrivati in tempo. E avevano ragione, perché la fornitura alle scuole è terminata solo a gennaio, almeno 4 mesi dopo l’inizio della scuola. È stato detto che sono stati soldi buttati al vento e come dargli torto? I 119 milioni di euro per comprare i banchi avrebbero potuto essere usati per i vaccini o per i ristori economici ai comparti e alle imprese in ginocchio. Tutti hanno sempre messo in dubbio la loro utilità, e come contraddirli? Qualcuno trovi che tipo di beneficio potrebbero apportare all’istruzione, perché noi non riusciamo proprio a individuarlo! E pensare che la ministra Azzolina li definisce “un patrimonio che rimarrà strutturalmente nelle scuole”. Forse in futuro gli studenti li esporranno per dimostrare l’inefficienza di chi ha governato l’Italia durante la pandemia da Covid-19.

Qualcuno spieghi alla ministra che i ragazzi non hanno bisogno di banchi a rotelle. Hanno bisogno di sicurezze per poter sperare in un futuro di rinascita e di crescita. Sperare di poter tornare finalmente alla normalità e poter seguire le lezioni in presenza, eliminando l’alienante pratica di restare tutto il giorno davanti a un computer. E pensare che si sta pensando di cancellare anche le prove scritte alla maturità, dopo aver eliminato anche la valutazione per voti alle scuole elementari. Insomma, hanno dato il colpo di grazia alla formazione e alla crescita degli studenti. Basta! Basta! Basta! Diciamo “basta” a questo scempio!

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LE CARTELLE SONO PRONTE A RIPARTIRE: IN ARRIVO UN’ULTERIORE BATOSTA PER GLI ITALIANI

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La macchina della riscossione riparte, dopo la proroga durata dall’8 marzo al 31 dicembre 2020. Si stanno studiando misure per scaglionare gli invii, per evitare eventuali contraccolpi dovuti anche dalla disastrata situazione finanziaria nella quale riversano molti autonomi, imprese e famiglie a causa delle misure per contenere la pandemia. Tutti gli atti nei mesi precedenti riprenderanno ad essere notificati a partire da lunedì 18 gennaio, recapitando le cartelle e gli atti connessi alla riscossione. In totale, i soli atti della riscossione ammontano a 34 milioni, a cui si aggiungono altri 16 milioni relativi alle rettifiche e vari avvisi dell’Agenzia delle Entrate: il totale ammonterebbe a ben 50 milioni.

A fronte di questa novità, l’unica domanda che ci sorge spontanea è con quale faccia questo governo chiede di far ripartire la repressione fiscale nei confronti di famiglie e imprese che sono completamente in ginocchio a causa delle infinite restrizioni che sta imponendo il governo? Sarà un diluvio di riscossioni che si abbatte pienamente sugli italiani che già sono asfaltati da queste misure anti-contagio. Come faranno a pagare le piccole o medie imprese a cui viene negato anche il diritto di lavorare! Questa è un’ulteriore batosta ingiustificata nei loro confronti!

Neanche la situazione ristori sembra migliorare: in pochi l’hanno ricevuto e quel compenso è sicuramente insufficiente per coprire tutte le spese. Ma che cosa stanno aspettando a istituire un decreto Ristori 5? Un decreto che per lo meno sospenda la riscossione dei contribuiti e allunghi i termini della prescrizione delle notifiche dell’Agenzia delle entrate! Questa ennesima batosta è completamente ingiustificata e infierisce ulteriormente su dei comparti che sono completamente asfaltati! Il governo si deve vergognare!

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ALLA RICERCA DELLA MAGGIORANZA SPERDUTA

Giuseppe Conte deve essere un uomo dalla memoria molto corta. Tempi orsono, ovvero il 25 luglio 2019, in piena crisi con la Lega, forse non ricorda di aver scritto un messaggio su Facebook che riportava testuali parole: “Che io possa andare in Parlamento a cercare maggioranze alternative o che io voglia addirittura dare vita a un mio partito è pura fantasia. Non facciamo i peggiori ragionamenti da Prima Repubblica. Restituiamo alla politica la sua nobiltà, la sua nobile vocazione. Voliamo alto“. Anche Giorgia Meloni riporta questa citazione attaccando il Presidente del Consiglio e affermando che queste sono state “le ultime parole famose”. Forse le cose ora sono talmente tanto cambiate che il nostro caro Premier ha deciso di contraddirsi da solo. Non starà di certo raccattando in giro per Parlamento e Senato una maggioranza alternativa, vero?

Eppure, pare sia proprio così: Giuseppe Conte andrà in Aula lunedì e in Senato martedì per il voto di fiducia. Ed ecco che prende subito vita un nucleo a sostegno del Premier: il Maie-Italia23, che ha lo scopo di costruire una maggioranza che ha come punto di riferimento il Presidente del Consiglio già in carica. È un po’ come andare al mercato e raccattare la prima cosa che salta all’occhio. Il ragionamento è più o meno lo stesso, ovviamente neanche lontanamente corretto dal punto di vista democratico.

È difficile non rendersi conto delle profonde contraddizioni di questo governo che ha dimostrato di essere tutto il contrario di tutto. Intanto ieri, giorno in cui la nostra adorata capogruppo Giorgia Meloni ha compiuto 44 anni, ha partecipato all’iniziativa promossa da Santiago Abascal a Barcellona, per parlare del “Futuro del patriottismo in Europa e negli Stati Uniti”. Un vero dialogo tra coetanei patrioti, concentrandosi sulla situazione politica attuale.

Nel frattempo che questo teatrino finisca, porgiamo i nostri più cari auguri alla nostra capogruppo Giorgia Meloni per il suo compleanno!

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IL TERRORE DELLE ELEZIONI

“Attenzione perché si rotola verso le elezioni e il rischio è che vincano gli emuli di Trump”: queste sarebbero le parole dette da Nicola Zingaretti e risalirebbero allo scorso martedì, quando già si cominciava a paventare una certa atmosfera da ritorno alle urne. Ora che però la crisi è sul filo del rasoio questo timore è diventato una certezza. La paura di perdere la poltrona è più forte di tutto il resto: meglio evitare le elezioni come la peste, perché esiste il concreto rischio che l’opposizione vinca. Tradotto: il rischio, quindi, consisterebbe nel far salire al governo la maggioranza eletta dal popolo e non quella illegittima scelta ben un anno e mezzo fa.

Secondo le simulazioni di YouTrend, la coalizione di centrodestra vincerebbe a mani basse se si andasse alle urne in questo momento. Improbabili sono gli scenari che porterebbero alla realizzazione del contrario: si può immaginare un’alleanza-minestrone tra tutti i partiti di sinistra, che comunque porterebbe a una maggioranza risicata. In particolare, la coalizione sfiorerebbe quota 50%, di cui il 16/17% appartiene a Fratelli d’Italia: è un vero successo! Lorenzo Pregliasco, fondatore e direttore di YouTrend ha riferito che: “Deputati e senatori che hanno visto la simulazione hanno detto: tanto non si vota. Abbiamo ribattuto che forse non si vota proprio per quello che c’è scritto lì dentro. Il voto punirebbe in particolar modo il M5S, destinato a perdere un terzo degli eletti, e Italia Viva“.

L’atteggiamento attendista del Premier è la sua specialità. Negli ultimi giorni sembra cercare i responsabili, coloro che potrebbero salvare la sua tanto adorata poltrona. E pensare che nemmeno è caduto il governo Conte Bis che già si ipotizza un Conte-ter: una delle tante invenzioni per non ricevere il verdetto finale dalle elezioni. Gli italiani sono stanchi di tatticismi e giochi al potere, ma hanno bisogno di un partito come di Fratelli d’Italia, che sia unito e sincero! Chiediamo di andare immediatamente alle elezioni, ridare la parola agli italiani, coloro che realmente contano. Facciamola finita con questo circo e facciamo governare chi ne ha il diritto!

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IL TEMA SCOTTANTE DELLA CRISI DEL GOVERNO “CONTE BIS”

Matteo Renzi ha deciso: la delegazione di Italia Viva si è dimessa dal governo, ritirando i suoi due ministri, Elena Bonetti e Teresa Bellanova, e il sottosegretario Ivan Scalfarotto. Nel corso della conferenza stampa, l’ex sindaco di Firenze ha affermato che la crisi non è stata aperta da loro, ma è aperta da mesi. Ma ne siamo sicuri che la crisi di governo sia aperta solo da mesi? Noi parleremmo piuttosto di anni, da quando questo governo è stato istituito con l’inganno e senza considerare la reale volontà del popolo. La prima autentica forza politica del Paese è il centrodestra!

Dopo un vertice che si è tenuto poco prima della conferenza di Matteo Renzi, questa compattezza tra Fratelli d’Italia e gli altri partiti della coalizione è ben più che evidente. Noi chiediamo che il Presidente del Consiglio prenda atto della crisi e si dimetta immediatamente o chieda il voto di fiducia in Parlamento. Nel momento in cui la fiducia dovesse mancare, però, l’unica soluzione che proponiamo è il ritorno al voto, ovvero l’unico e vero accordo democratico che è possibile mettere in atto!

Riprendendo le parole di Giorgia Meloni: “Il centrodestra mi pare molto compatto nel ritenere che il circo a cui stiamo assistendo gli italiani non se lo possono permettere. Non si può perdere altro tempo. In una nazione normale il presidente del Consiglio si dimetterebbe stasera. Poiché non siamo in una nazione normale chiediamo a Conte di venire in Aula a verificare se ha ancora una maggioranza“.Ed è proprio questo quello che noi vorremmo che accadesse!

Ma ci ricordiamo che cosa sta succedendo sullo sfondo di tutta questa sceneggiata? Chi paga l’immobilismo di questo governo e le loro contesa di poltrone ci sono i baristi, i ristoratori, i titolari di palestre e piscine, le partite iva e tutto il comparto scolastico e della ristorazione. Ma ci rendiamo conto? Tutte queste persone non possono difendersi in alcun modo e sono completamente nelle mani di questo governo e della scansione settimanale dei dpcm. L’Italia non può perdere altro tempo! Siamo all’apice di una questione politica veramente vergognosa. Chiediamo che questo scempio finisca quanto prima!

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FRATELLI D’ITALIA SPICCA IL VOLO AI SONDAGGI, MA ATTENZIONE ALLE FALSE ACCUSE DEMONIACHE!

Ciò che è accaduto agli Stati Uniti è un fatto molto grave e la violenza è, e sarà sempre, una forma implicita di inferiorità. Non esiste nessun genere di violenza accettabile, ma solo una violenza condannabile. Ancora più grave, però, è cogliere quel momento di instabilità Oltreoceano per trasferirla qui da noi, in Italia, per condannare il solito blocco sovranista-conservatore. Il caso è grave: Giorgia Meloni è stata accusata di non aver denunciato con fermezza il tentato il colpo al Congresso negli Stati Uniti. Ma la realtà, è che lei ha chiesto espressamente che le violenze terminassero come aveva domandato il Presidente Trump. Ma da qui, subito partono gli attacchi sul fatto che il capo di partito sostenesse l’ex Presidente degli Stati Uniti: come sempre all’opposizione interessa di più innalzare i livelli di tensione, piuttosto che placarli.

Bisognerebbe provare a contestualizzare nel complesso ciò che il Taycoon ha fatto negli ultimi quattro anni e non demonizzarlo, lui come tutti i leader dei partiti conservatori. In un attimo siamo stati definiti dalla stampa gli “sciamani d’Italia”, in riferimento all’uomo simbolo dell’assalto al Congresso. Ovviamente l’azione non si ferma soltanto agli attacchi al partito, ma a tutti gli elettori, considerati dalla stampa come sensibili alle bufale e incolti. Il nostro partito guadagna sempre più punti ai sondaggi (gli ultimi dati ci riferiscono che siamo tra il 15% e il 16%), ma la verità è che l’opposizione freme quando vedono la poltrona messa in pericolo! Ricordiamoci, che la maggioranza è al governo da 10 anni e nessuno li ha mai votati per stare in quel posto! Loro vorrebbero una destra “che piace alla sinistra” e demonizzare la destra quando vince, rappresentando la realtà in maniera avversa.

Siamo stufi di essere paragonati a ideali inesistenti e di essere demoniacizzati, solo perché crediamo fermamente nella difesa delle nostre idee di destra e conservatrici. La verità è che, noi di Fratelli d’Italia, siamo continuamente giudicati in merito a come gli altri partiti ci dipingono, e non per le nostre azioni. Noi restiamo, e resteremo, il vero partito sovranista di questo governo e saremo sempre coerenti con i nostri ideali conservatori!

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