ARRIVA LA PRIMA STIMA DEL TRIMESTRE: I NUOVI DATI DALL’ISTAT

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Arriva il commento dell’Istat alla stima preliminare del trimestre: “Nel primo trimestre del 2021 si riduce l’intensità del calo tendenziale del Pil che passa dal 6,6% del trimestre precedente all’1,4%”. In soldoni, Il prodotto interno lordo (Pil), corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è diminuito dello 0,4% rispetto al trimestre precedente e dell’1,4% in termini tendenziali. La nuova contrazione è più contenuta rispetto a quella registrata nel quarto trimestre del 2020, di ne risente maggiormente il settore terziario a causa delle misure di contenimento messe in atto contro la diffusione della pandemia.

L’economia italiana, insieme a quella europea, intravede la risalita della crisi attraverso la ripartenza delle attività. Secondo gli studi di Confindustria, il Pil è “più vicino al rimbalzo“: in “Italia sono iniziati da aprile i primi allentamenti delle restrizioni anti-Covid. Ciò condurrà nel secondo trimestre a un piccolo segno positivo del Pil”, “si conferma lo scenario in cui un forte rimbalzo si avrà nel terzo trimestre, grazie al crescere delle vaccinazioni”. I primi segnali di ripresa di vedranno dalla seconda metà del 2021.

Ciò che preoccupa sono i dati dell’occupazione. Secondo l’Istat, il primo trimestre 2021 vede la perdita di 254mila occupati rispetto al trimestre precedente e livello dell’occupazione è inferiore dell’1,1%. Nel trimestre aumentano sia le persone in cerca di occupazione (+2,4%, pari a +59mila) sia gli inattivi tra i 15 e i 64 anni (+1,0%, pari a +134mila unità). Prosegue la risalita dell’occupazione nel mese di marzo, confermando l’andamento di febbraio, ma rispetto a marzo 2020, sono stati registrati quasi 900 mila in meno. Il tasso di occupazione risulta più basso di 2 punti rispetto ai tempi pre-Covid e il tasso di disoccupazione tra i giovani risale al 33%, toccando i livelli di aprile 2018.

Nonostante alcuni dati siano letteralmente terrificanti, come quelli sull’occupazione, la lieve ripresa del Pil fa ben sperare. Questo significa che la scia delle riaperture è quella giusta, poiché consente una parziale ripresa economica. Si potrebbe fare molto di più? Certo che sì, eliminando misure assurde e insensate come il coprifuoco. Probabilmente la crescita economica sarebbe ancora più netta! Da sempre Fratelli d’Italia si fa portavoce del motto “riaprire in sicurezza” e la lieve ricrescita dimostra che è la giusta strada da seguire. Lotteremo affinché venga assicurata una ripresa dell’occupazione per tutte le fasce d’età, compresa quella dei giovani. Noi di Fratelli d’Italia ci batteremo per l’Italia e la ripresa economica totale del nostro Paese!

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RECOVERY PLAN: PARLAMENTO ESAUTORATO E L’IRA DI GIORGIA MELONI ALLA CAMERA

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Nel corso delle dichiarazioni sulle risoluzioni sul Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) in Aula della Camera, Giorgia Meloni ha ribadito la sua posizione all’opposizione. La leader si è completamente esposta criticando pesantemente il metodo in cui sia stato passato in rassegna un documento di 330 pagine che comporta una spesa di 250 miliardi di euro, fondamentali per tutti i settori vitali della nazione. La Meloni era contrariata per il poco tempo avuto per analizzare il testo del Recovery e per la poca considerazione che ha avuto il Parlamento nella redazione del piano.

Quello che Giorgia Meloni critica è lo scempio di votare a scatola chiusa un documento di tale rilevanza. Di fatti, la Capogruppo non nega l’importanza del denaro del Recovery Plan, anzi è fondamentale per ridare prestigio al Paese, ma evidenzia che su questo Piano che prevede 250 miliardi di euro, “forse il documento più importante della storia repubblicana”, il Parlamento è stato ignorato, permettetemi di dire, deriso…”.

Ma cosa includerà il Recovery Plan presentato da Draghi?

Le riforme e gli investimenti sono corredati da obiettivi quantitativi e traguardi intermedi e sono organizzati in sei missioni con progetti che mirano ad affrontare tre nodi strutturali del nostro Paese. Nel testo del piano per il Ricovery, il premier si è soffermato sull’ecobonus del 110% e sull’aumento dell’occupazione femminile e giovanile. In breve, le missioni del Recovery riguarderanno la trasformazione digitale, i fondi per l’istruzione e la ricerca, il sostegno delle politiche attive del lavoro e della formazione, i finanziamenti per la realizzazione di opere infrastrutturali e il rafforzamento e rimodernamento del sistema di prevenzione e dei servizi sanitari.

È innegabile il fatto che il Recovery Plan si prospetti un grande piano economico di fondamentale importanza per la ripartenza del Paese, ma non può essere votato a scatola chiusa! Noi di Fratelli d’Italia siamo un partito responsabile, ed è proprio grazie al nostro essere responsabili che capiamo la rilevanza del Recovery Plan. Ma non possiamo tollerare le modalità incostituzionali attraverso le quali il testo è passato in rassegna! Per questo, il nostro partito continuerà a farsi sentire dall’opposizione, affinché venga sempre rispettata la democrazia!

Guardate l’intervento completo sul profilo Facebook di Giorgia Meloni: https://fb.watch/58cE8rOP6j/

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L’INIZIO DI UN CANTIERE CIVILE PER L’ITALIA DEL FUTURO: FRATELLI D’ITALIA VOLA AI SONDAGGI

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Sono usciti i nuovi dati pubblicati da Agi/YouTrend sull’andamento settimanale dei sondaggi dei partiti. Le statistiche dimostrano la continua ascesa del partito di Giorgia Meloni, le quali mostrano una perfetta fotografia della politica italiana. Secondo la ricerca, Fratelli d’Italia sfiora (letteralmente) il traguardo del 18%, guadagnando lo 0,7% e stabilizzandosi al 17,9%.

Non solo il nostro partito spicca il volo, ma il dato pare confermarsi per tutta la coalizione di centrodestra. Come riporta Il Giornale, “Il centrodestradi “governo”, ossia Lega, Forza Italia e Cambiamo con Toti che hanno dato fiducia all’esecutivo guidato dal presidente del consiglio Mario Draghi, perde lo 0,7 per cento che, però, è compensato dal centrodestra di “lotta”, ossia Fratelli d’Italia che ha scelto di rimanersene all’opposizione e che registra un aumento pari proprio allo 0,7%”. Rispetto all’ultima consultazione elettorale, la coalizione registra il 48,9% delle preferenze tra gli intervistati.

I dati positivi sono stati registrati grazie al fatto che, noi di Fratelli d’Italia, ci siamo imposti da sempre per la nostra coerenza e perseveranza in qualsiasi punto del nostro programma elettorale. Fin dal principio, vogliamo garantire la sicurezza di tutti i nostri compatrioti, anche agendo in contrasto all’immigrazione clandestina, e tutelare il prodotto Made in Italy e la cultura italiana. Ci batteremo sempre per sostenere finanziariamente e legalmente tutte le famiglie italiane e le loro imprese che sono il reale motore di tutto il nostro Paese. Il nostro motto rimarrà sempre “prima l’Italia e prima gli italiani! La nostra ideologia, fermamente costante da anni, rappresenta le impalcature di un cantiere civile che costruirà l’Italia del futuro!

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LA PRESSIONE FISCALE NON SMETTE DI OPPRIMERE: NUOVE TASSE IN ARRIVO

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È in arrivo una valanga di tasse. Ce lo dovevamo aspettare vista la stangata economica dell’ultimo anno e mezzo. Il fatto, però, diventa esilarante quando la Cgil suggerisce di aumentare le tasse nel bel mezzo di una pandemia che ha causato molti feriti tra le partite iva e le aziende. L’incremento riguarderebbe tre tipi di tasse che andrebbero a colpire il ceto medio, i lavoratori autonomi e i proprietari di case. Nella proposta scritta su un dossier presentato dal sindacato al parlamento rientrerebbero:

  • L’incremento della base imponibile dell’Irpef, che combatterebbe le cedolari secche, le esenzioni e le imposte separate. In questo modo i proprietari di immobili faranno ricadere l’Irpef sui redditi da locazione.
  • La revisione delle aliquote per le partite iva a regime forfettario e l’aumento dell’aliquota della flat tax dal 15% al 23%
  • L’adozione del blocco degli sfratti per gli affittuari, impedendo loro di tornare in possesso di tutti gli immobili occupati abusivamente. Il fenomeno si moltiplicherebbe esponenzialmente con la sparizione della cedolare secca.

In aggiunta a tutto questo rientra la tassa di successione. Secondo la Cgil, questa è la migliore soluzione per “eliminare le disuguaglianze derivanti dalla provenienza famigliare”. In soldoni, si vorrebbero ridurre le franchigie, incrementare le aliquote e agire su tutti i beni che non sono sottoposti a questa imposta. Gli unici che ne gioverebbero sono i parenti di primo grado e a seguire i disabili, gli orfani minorenni e i vedovi in difficoltà.

Arriva anche una fattispecie di tassa patrimoniale, in cui si andrà a riordinare le imposte già esistenti, gravando sugli individui “più ricchi”.

Alla luce di queste tristi novità, non possiamo che ricordare quanto sia alta la pressione fiscale in Italia. Secondo l’Istat, Nel 2020 la pressione fiscale complessiva (ammontare delle imposte dirette, indirette, in conto capitale e dei contributi sociali in rapporto al Pil) è risultata pari al 43,1%, in aumento rispetto all’anno precedente (42,4%). I numeri sono alle stelle e non dobbiamo stupirci se siamo tra i Paesi più tassati in Europa. Promuoviamo un calendario fiscale e una flat tax fissa per tutta al 15%. Ogni nuova tassa dovrebbe essere annunciata con ben 2 anni di preavviso, non entrare in vigore nell’arco di pochi mesi o settimane. Basta con lo Stato vessatore e con l’oppressione fiscale. Le imprese non hanno bisogno di un aumento di tasse, ma di aiuti economici per sopravvivere. È scandaloso che le nuove imposte siano state proposte da un sindacato come la Cgil! Dovrebbero sapere che le tasse affossano le imprese e non le fanno emergere!

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STOP ALLA LOTTA AL CONTANTE! ECCO COME ANDREBBERO DISTRIBUITE LE RISORSE…

Il tanto agognato cashback non ha dato i risultati che il governo sperava. Solo una carta di pagamento su 10 ha aderito al piano, per un totale di solo 8 milioni i cittadini che hanno partecipato all’iniziativa, considerando che il 14% è costituito da maggiorenni e che soltanto il 10% delle 115 milioni di carte di credito è stata associata al piano. Un completo fallimento in rapporto a quanto si pensava all’inizio e che determina il flop totale di tutta la riforma.

Il fine di questo progetto riguardava il superamento della pesantissima crisi del settore produttivo e commerciale, a fronte delle nuove limitazioni Covid imposte. Al fine di portare a termine tutto il piano, sono stati investiti la bellezza di 5 miliardi di euro. A questo si aggiunge un’altra buffonata: la lotteria degli scontrini. In questo caso, il richiamo all’Italia è arrivato perfino dall’Unione Europea: è una riforma iniqua che elimina il sacrosanto diritto di poter decidere di pagare in contanti. Sono tutte norme che puntano all’arricchimento delle banche ma non fruttano realmente alle imprese o ai singoli cittadini. Per non parlare poi del fatto che molte attività hanno dovuto sostenere spese per adeguarsi a questa ridicola iniziativa…

Per Fratelli d’Italia la priorità risiede nel concentrare ogni risorsa disponibile per evitare un collasso produttivo e finanziario. Per questo motivo, abbiamo chiesto al Presidente Draghi di evitare di sprecare inutilmente fondi preziosi per iniziative di poco valore e che non presentano nessun genere di ritorno economico. Considerate che a causa dell’emergenza Covid sono stati stanziati 160 miliardi di euro di extra debito che prima o poi andranno risanati. Non possiamo permetterci di sperperare altro denaro! Destiniamo i fondi alle imprese e alla salvaguardia dei posti di lavoro! Diciamo stop alla lotta al contante!

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LA CASSA INTEGRAZIONE VA IN VACANZA PER 7 GIORNI: COLPA DI UNA FALLA NORMATIVA

Un vuoto normativo tra le legge di bilancio e il decreto ristori è la falla nel sistema che ha provocato una sospensione della cassa integrazione per 7 giorni. Il periodo interessato va dal 25 al 31 marzo 2021, lasso di tempo in cui non è stato previsto nessun alcun tipo di trattamento fruibile. 6 milioni di lavoratori, quindi, si sono ritrovati senza cassa integrazione per la durata di quel periodo.

Ma dove risiede l’errore?

Sono scadute le 12 settimane della CIG Covid che venne stanziata con la legge di bilancio del 2021 e che è stata resa attiva a partire dal 1 gennaio. La sua “scadenza”, durando appunto 12 settimane, è stata stabilita al giorno 25 marzo. Il nuovo decreto ristori prevede la proroga della CIG Covid per ulteriori 13 settimane e di 28 settimane per quelle non coperte da cassa integrazione ordinaria, ma la data di partenza sulla carta risulta essere il 1 aprile. È per questo motivo che diciamo che la falla normativa che risiede tra la legge di bilancio e il decreto ristori si situa tra il 25 e il 1 aprile.

Che cosa succederà ora?

Le aziende che dovranno anticipare gli ammortizzatori sociali in attesa di essere risarciti. Ma attenzione: stiamo parlando delle stesse aziende già in ginocchio a causa delle restrizioni anti-contagio imposte a suon di decreti dal governo. Queste imprese, allora, si ritroveranno a dove affrontare un’ulteriore spesa in aggiunta a tutte quelle arretrate e già imposte a priori dallo Stato.

Che cosa bisogna fare per risolvere il problema?

Bisogna immediatamente sanare questo vuoto normativo perché le imprese non possono più reggere ulteriori spese e 6 milioni di italiani non possono non ricevere i soldi che gli spettano. È un fatto inaccettabile! Il numero di attività che richiedono la cassa integrazione aumenta di mese in mese e non è consentito infierire sulla situazione già fin troppo delicata. Facciamo un appello al governo affinché si adoperi a risolvere questo problema nel minor tempo possibile. Noi di Fratelli d’Italia non smetteremo mai di farci portavoce delle esigenze dei nostri compatrioti!

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LA VOCE DEGLI IMPRENDITORI STREMATI RIECHEGGIA NELLE PIAZZE DI GROSSETO

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Il grido d’allarme parte anche da Grosseto: “Basta chiusure, occorrono date certe per le aperture”. I ristoratori, insieme a tantissime altre categorie di commercianti e imprese, sono scesi ieri in piazza Dante a Grosseto per chiedere per l’ennesima volta di riaprire le proprie attività e tornare a lavorare. Alcuni esponenti e rappresentanti di tutte le strutture comunali di Fratelli d’Italia spiegano che i lavoratori in protesta non chiedevano l’elemosina dei ristori e sostegni statali, ma vorrebbero avere certezze sulle date, tornare a lavorare e riaprire le loro attività seguendo alla lettera i protocolli di sicurezza.

Fratelli d’Italia si trovava al fianco di questi imprenditori in piazza, al fine di sostenere le loro imprese. Lo stesso sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna ha partecipato alla manifestazione, prendendo parte in seguito anche all’incontro organizzato da Confartigianato per fare il punto sulla terribile situazione di tutti i settori che soccomberanno a causa delle restrizioni imposte per limitare la diffusione del virus.

Anche lui, come tutta l’amministrazione, condivide le preoccupazioni di questi lavoratori. La crisi è forte e, se non si trova il modo di ripartire, il conto da pagare in termini di chiusure definitive e perdita di posti di lavoro sarà sempre più alto. Nel frattempo, sono state messe in atto alcune misure a tutela delle persone e imprese in difficoltà, tra cui:

  • Agevolazioni sui tributi, in particolare sulla Cosap, che verrà ridotta del 50% da quest’anno, in aggiunta alla già attuale riduzione del 15%
  • Per la Tari sono state stanziati quasi 2 milioni di euro per assicurare un risparmio medio in bolletta del 5% per le famiglie e per le attività economiche e del 30% per quasi 6000 utenze non domestiche su circa 7700 che hanno subito la chiusura durante il Lockdown primaverile
  • Abbiamo attuato misure anche per il prestito d’onore, i buoni spesa, il bonus baby-sittyng e il contributo per gli affitti

Fratelli d’Italia continuerà a battersi in ogni sede istituzionale per portare avanti le sue richieste e tutelare i diritti dei propri compatrioti e le loro imprese!

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GLI IMPRENDITORI BASTONATI SCENDONO IN PIAZZA

L’inevitabile è accaduto: in molte città italiane sono scoppiate manifestazioni e tafferugli contro le restrizioni del governo. Da nord a sud ristoratori, ambulanti e gestori di palestre e piscine sono scesi in piazza spinti dalla disperazione di non sapere più come andare avanti.

A Roma la situazione è degenerata, dove le proteste si sono trasformate in sconti tra manifestanti e forze dell’ordine davanti a Montecitorio. Qui i manifestanti hanno esordito con cori come “buffoni, buffoni” e “libertà“, per poi passare al lancio di fumogeni nel tentativo di sfondare il cordone di polizia. A Milano il raduno si è tenuto davanti alla Stazione Centrale per chiedere a gran voce “immediati ristori” e lo stop alle restrizioni che limitano ormai da troppo tempo le attività dei lavoratori. A Napoli le manifestazioni hanno bloccato il traffico in entrambe le direzioni a causa delle proteste dei mercatali, i quali hanno reclamato di essere invisibili per il governo e chiedono solo di poter lavorare. Sono scesi in piazza anche gli ambulanti di Imperia, contro la zona rossa, e quelli di Bari, che chiedono riaperture immediate.

Proprio come dice il grande chef Gianfranco Vissani: “I ristoratori scendono in piazza? Qui se non si danno una mossa tra poco scoppia la rivoluzione. Il governo ha sottovalutato la disperazione del settore”. D’altronde come biasimarli? Non hanno lavorato durante le festività natalizie, non hanno lavorato a Pasqua e hanno ricevuto in cambio soltanto elemosina e tasse da pagare. Gli operatori dei servizi chiusi al pubblico sono disperati e non sanno più come andare avanti e quando forse riapriranno saranno stracolmi di debiti. Era ovvio che non sarebbe passato molto tempo prima che la gente mettesse in atto gesti disperati come organizzare proteste del genere. L’Italia d’altronde è costruita su un sistema di piccole imprese che rischiano il collasso e sicuramente non lasceranno fallire la propria attività senza farsi sentire a gran voce nelle piazze. Chiudere significa fare la fame per molti italiani!

Le proteste violente, tuttavia, devono essere sempre scongiurate perché la violenza non porta da nessuna parte. Noi di Fratelli d’Italia rimarremo dalla parte di tutti quegli italiani in difficoltà e di quelle categorie scese in piazza ieri e, dall’opposizione, ci faremo sentire per scrivere la parola “fine” a questo disastro produttivo!

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LA PASQUA DEGLI ITALIANI. COME SONO ANDATI I CONSUMI?

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È stata una Pasqua blindata, con tutta l’Italia in zona rossa. Inutile dire che i danni hanno colpito principalmente agriturismi, ristoranti, bar e alberghi che, in una situazione “normale”, sarebbero stati affollati da orde di persone. L’unica consolazione sono i dati sui consumi che sembrano destare qualche segnale di speranza.

Fortunatamente, secondo le stime elaborate da Cia-Agricoltori Italiani, la spesa alimentare cresce del 10% rispetto al 2020 (quando il Paese nel pieno del primo lockdown), attestandosi a 1,1 miliardi di euro. Dato in crescita anche grazie alla possibilità concessa di poter andare a casa di parenti o amici per il pranzo di domenica e per Pasquetta, anche se con pochi commensali. Quest’anno vince il Made in Italy e la predilezione per il menù tipico regionale, scelto nell’80% dei casi.

Secondo il Centro Studi di Confcooperative, tuttavia, la spesa segna un -40% rispetto al 2019. Ristoranti, hotel e agriturismi pagano il tributo più pesante con un -95% per la seconda Pasqua di fila. La serrata delle strutture di ospitalità determina un calo delle vendite anche per l’agroalimentare in linea con lo scorso anno, ma registra un -35% rispetto al 2019.

Il fatto che gli italiani abbiano privilegiato il Made in Italy è un’ottima notizia, ma i dati rimangono comunque preoccupanti. Con i ristoranti chiusi, spostamenti azzerati e la possibilità di ricevimento di pochi commensali, la lista della spesa degli italiani si è drasticamente ridotta rispetto al passato, ma senza far torto alla tradizione. E per fortuna! Ancora una volta i nostri prodotti e il cibo locale hanno avuto la meglio come migliore scelta di qualità, nonostante il fatturato registri cifre profondamente negative. Gli operatori della ristorazione e del turismo verranno mai ricompensati per tutte le perdite avute?

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IL RECOVERY PLAN SECONDO GIORGIA MELONI

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I tempi sono molto stretti e, considerando le festività pasquali, il periodo utile per presentare il Recovery Plan si riduce a circa tre settimane. Giorgia Meloni ha presentato alla camera il suo Recovery Plan, descrivendo dove andrebbero destinate le risorse fornite dal piano di finanziamento. La prima delle sue richieste è quella più basilare: “Che sia il Parlamento ad avere l’ultima voce in capitolo”, ovviamente alla luce dei fatti già accaduti con il precedente governo.

Vi sono due risoluzioni presentate alla Camera sul Recovery Plan: la prima «sul metodo» e la seconda «nel merito» del piano. Rispetto al metodo, ribadisce il concetto precedentemente espresso riguardo al fatto che l’ultima versione del piano deve passare necessariamente dal Parlamento, perché in caso contrario sarebbe uno schiaffo alla democrazia. Entrando “nel merito” del piano, Giorgia Meloni presenta una serie di proposte da inserire nel Recovery Plan, toccando diversi temi tra cui:

  • Le infrastrutture. Secondo la fondazione Einaudi, ogni anno perdiamo circa 70 miliardi di euro per mancanza di infrastrutture portuali e, per questo, bisogna investire in questo comparto.
  • La sicurezza, un tema che riguarda sia il sistema economico, sia quello giuridico
  • La natalità. Il 2020 è stato l’anno in cui sono nati meno bambini in assoluto dall’Unità Nazionale e in cui i morti sono stati più dei vivi
  • Lo sviluppo industriale marchiato Made in Italy
  • Le ricostruzioni post terremoto nel centro Italia che ancora aspettano da anni di riveder rinascere la loro città
  • Il turismo, a cui il governo ha destinato troppe poche risorse (2,4 miliardi di euro) per un comparto così fondamentale nel nostro Paese
  • La digitalizzazione, creando una rete di proprietà pubblica con servizi venduti ai privati

È un piano che punta sulla modifica della burocrazia, sulla semplificazione delle procedure per la gestione delle risorse. Le grandi intenzioni non devono solo essere parole galleggianti nell’aria, ma bisogna concretizzarle ed è quello che si propone il nostro partito. Fratelli d’Italia chiede che questi fondi vengano spesi con egregia efficienza, nella speranza che il governo voglia accogliere le proposte sulle quali abbiamo lavorato con impegno e negli interessi di tutti gli italiani.

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