I “FURBETTI” DEI VACCINI: IL CASO TOSCANO

Ormai non è più una novità vedere sparire qualche migliaio di dosi, ma questa volta è proprio la Toscana la regione incriminata. È proprio Fratelli d’Italia a denunciare il fatto: “La Regione Toscana ha vaccinato almeno 40 mila operatori sociosanitari in più del totale del personale di tutte le strutture sanitarie, comprese quelle no profit. Vogliamo sapere a chi siano finiti quei vaccini”. L’appello è stato rivolto anche al Ministro Speranza da parte del deputato del partito, Giovanni Donzelli, e il responsabile sanità del partito, Marcello Gemmato.

Ci chiediamo dunque: dove sono finiti quei vaccini?

Dati alla mano, il personale sociosanitario toscano conta 72.553 persone e le dosi somministrate agli operatori sarebbero 234.155 dosi. I conti non tornano neanche considerando due dosi ciascuno. Questa è la tipica pratica dei “furbetti” che mette a repentaglio la vaccinazione per le categorie più fragili e gli anziani che tutt’ora non sono vaccinati. Secondo i deputati di Fratelli d’Italia, in Toscana ci sono ancora migliaia di volontari del soccorso che tutt’ora non hanno ricevuto il vaccino.

La situazione si riflette su tutto il panorama italiano. Secondo le statistiche, nella fascia di età tra i 70 e i 79 anni il tasso di letalità di coloro che vengono infettati si aggira intorno al 10%. È una percentuale altissima e non è accettabile che questa fetta di italiani non abbia praticamente ricevuto neppure le briciole delle quasi 10 milioni di dosi inoculate fino ad oggi. Se la passano poco meglio gli 80enni, dove il 55% degli individui risulta vaccinato.

Il grafico che ci fornisce Il Giornale è molto esplicativo nel delineare quali fasce di persone sono state le “favorite” nella campagna vaccinale.

Il quadro della campagna vaccinale è stato caotico fin dall’inizio. Il dito è puntato contro i ritardi ingiustificati delle case farmaceutiche e al caso Astrazeneca molto confusionario riguardo alla fascia a cui somministrare le dosi. Questo, però, non esenta dall’aggiudicare colpevoli di questo fallimento coloro che hanno redatto il piano della campagna.

Inutile dire che serve una revisione totale di questa campagna. Vacciniamo i più deboli, scongiuriamo l’accaparramento delle dosi da parte dei furbetti e acceleriamo i ritmi! Vogliamo tornare alla normalità nel più breve tempo possibile! D’altronde come dice Giorgia Meloni, la campagna vaccinale è “Il peggior fallimento della storia europea”

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DOVREMO DIRE ADDIO ALLA CEDOLARE SECCA?

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Ai tempi del quarto governo Berlusconi venne approvato il Decreto legislativo del 14 marzo 2011 n. 23 che introduceva un’ulteriore azione fiscale: la Cedolare Secca, la quale veniva applicata ai contratti per ridurre la possibilità di sottoscrivere contratti “in nero” o registrati a un canone fittizio rispetto a quello realmente pagato dall’inquilino. Il governo Draghi, tuttavia, intende rivedere questa impostazione fiscale nel mondo della casa perché pare ridurre le entrate fiscali di 2,3 miliardi annui e agevola i proprietari immobiliari, in quanto catalogati in qualità di “persone ricche” che, secondo il Presidente, non hanno bisogno di questi risparmi fiscali.

Le cifre, tuttavia, sono altre: perché a fronte di “perdite” di introiti quantificabili in circa 2.3 miliardi di euro annui, vi è anche una maggiorazione di 3.8 miliardi di euro ottenuti grazie all’emersione dei contratti di locazione “in nero” e dei contratti registrati per importi inferiori rispetto a quanto realmente pagato dagli inquilini. Oltre a tutto questo, grazie a queste norme e alle debite agevolazioni fiscali, è stato possibile regolamentare il mercato immobiliare della locazione con canoni di locazione più vicini ad una società in crisi ed a quelle fasce di inquilini che hanno difficoltà ad accedere al mercato libero.

Che cosa comporterebbe, dunque, annullare queste agevolazioni fiscali?

Sicuramente si tornerebbe a un mercato della locazione senza regole e i proprietari degli immobili preferiranno locare “in nero”, perché ovviamente è più conveniente rispetto alla futura elevata imposizione fiscale. Rivedremo, inoltre, registrare contratti di locazione con canoni molto più bassi rispetto all’effettiva quota che gli inquilini pagheranno. Sicuramente tutto questo arrecherà un danno fiscale molto superiore rispetto ai cosiddetti “2.3 milioni di perdite”. Si sta trascurando il ruolo di un sistema fiscale che pare aver avuto più pregi che difetti, poiché ha fatto emergere rapporti di locazione sommersi, ha generato gettito, ha garantito un’offerta abitativa estesa che favorisce anche la mobilità di lavoratori e studenti sul territorio, e ha stabilito anche i giusti canoni di locazione.

Per questi motivi diciamo NO all’eliminazione della cedolare secca!

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L’ITALIA REGALA I PROPRI TURISTI ALL’ESTERO

La situazione rasenta l’assurdo: paradossalmente non possiamo spostarci dal nostro comune fino al 30 aprile, ma possiamo andare a fare una vacanza alle Canarie se lo volessimo. Questo è quanto stabilisce una nota del Viminale che di fatto non proibisce i viaggi all’estero, anzi addirittura consente gli spostamenti tra regioni per andare in aeroporto e partire anche in zona arancione e rossa. Il weekend scorso, Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, è esploso sostenendo che, mentre l’85% degli alberghi italiani è costretto a restare chiuso, gli italiani possono tranquillamente andare in vacanza all’estero.

Si può andare, insomma, in tutti i Paesi consentiti, ma a patto di sottoporsi al tampone o alla quarantena al ritorno in Italia. Come dovrebbero sentirsi gli operatori turistici italiani? Ovviamente presi in giro. A quanto pare le regole valgono solo per alcuni: da un lato, gli italiani sono chiusi in casa, ma poi gli consentono di viaggiare in tutto il mondo. In questo modo il si ammazza il turismo italiano! Come afferma Federalberghi, molti albergatori erano pronti per riaprire per Pasqua, ma per l’ennesima volta sono stati bloccati dalle restrizioni del governo che ha prolungato il blocco degli spostamenti tra regioni. Nelle città d’arte italiane, potentemente colpite dalla crisi del Covid per la mancanza di affluenza, non si vedono visitatori da quasi un anno, però il governo consente ai turisti di andare all’estero. Questa è una assurdità!

Mentre l’Italia regala i propri turisti all’esterno, gli operatori turistici non sono in grado di progettare la stagione estiva in quanto, almeno fino al 30 aprile, saremo in balia delle zone colorate, poi chi lo sa? Le soluzioni a questa situazione sono molte tra cui la possibilità di sottoporre a tamponi gli ospiti nelle strutture alberghiere all’arrivo e alla partenza. L’85% degli alberghi è chiuso e i più piccoli o quelli in affitto non riapriranno più. Il governo se ne interessa? Pare proprio di no, visto che per questo comparto sono destinati 12 mila euro di ristori a fronte di 2 milioni di perdite.

La soluzione è sempre la stessa: riaprire in sicurezza. Dopo un anno di pandemia non è accettabile essere ancora in lockdown e non aver messo in atto nessun genere di soluzione per convivere con il virus!

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TAMPONI A TAPPETO AI BAMBINI. MA I DISPOSITIVI DOVE SONO?

L’idea appena partorita dal governo è quella di effettuare test rapidi su tutti gli studenti, al fine di far tornare gli alunni più piccoli sui banchi di scuola subito dopo Pasqua. Tutti gli studenti, compresi gli alunni di asili nido e materne, verranno sottoposti a tampone rapido il primo giorno di scuola. Il test dovrà essere ripetuto ogni settimana e, nel caso un alunno risulti positivo, l’intera classe dovrà effettuare il tampone molecolare. C’è solo una falla nel piano: l’iter per la validazione dei dispositivi da utilizzare non è ancora stato convalidato da parte dell’Istituto superiore di sanità.

È vero, la priorità è riaprire le scuole il prima possibile. Oltretutto, econdo diversi dati, stare in classe non spinge la curva della pandemia. A dirlo è uno studio redatto incrociando i dati del Miur, quelli delle Ats e della Protezione civile, il quale copre un campione iniziale pari al 97% delle scuole italiane: più di 7,3 milioni di studenti e 770 mila insegnanti. I numeri dimostrano che il tasso di positività dei ragazzi rispetto al numero di tamponi eseguiti è inferiore all’1%. In più, i giovani contagiano il 50% in meno rispetto agli adulti e i focolai che emergono nelle classi sono molto rari (sotto il 7% di tutte le scuole). Per assurdo, è molto più probabile che si contagino i professori tra di loro che gli alunni contagino i professori.

La situazione riguardo il rientro a scuola, tuttavia, non è chiara: ancora non si capisce come verrebbero effettuati i test a tutti gli studenti. Potrebbero scendere in campo i militari e i volontari della Protezione civile, disposti magari all’entrata delle scuole, pronti a fare i tamponi salivari agli alunni. Non è chiaro neanche quale tipo di tampone verrà utilizzato, considerando che quello salivare non è ancora stato approvato. Insomma, il governo ancora una volta non si è smentito: è sempre poco chiaro nelle direttive, parla, parla ma non conclude niente. Bisogna riaprire gli istituti e lavorare a tutto ciò che ruota intorno alle scuole, come il controllo sistematico dei trasporti e le contingentazioni. Quello che c’è in ballo non sono conseguenze da poco: la salute psicofisica dei ragazzi e delle loro famiglie è messa a dura alla prova dalla cosiddetta DAD. Dopo un anno, questa situazione non è più accettabile! Riapriamo il prima possibile tutte le scuole in sicurezza!

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LA FOTO SIMBOLO DI CAMILLA MOCCIA: EMBLEMA DI TUTTI GLI IMPRENDITORI ITALIANI

La foto di Camilla Moccia, ristoratrice ventiduenne ad Ostia, è diventata subito notizia. Secondo la stampa, la foto è stata scattata subito dopo la notizia che il suo “Bistrot della Pasticciona” è stato costretto a chiudere a causa della zona rossa. Quella foto rappresenta tutti gli imprenditori e gli italiani che vivono l’ennesimo momento di sconforto dopo aver realizzato che la propria attività ha dovuto abbassare le serrande a causa delle restrizioni ancora una volta.

Quel bistrot rappresenta la realizzazione del sogno di Camilla, ma la pandemia l’ha messa a dura prova: il suo fatturato si è ridotto del 60%. A quanto ammontano i suoi ristori? Solo 4.000 euro, con i quali deve pagare l’affitto e tutte le tasse che ovviamente il governo non si è degnato di revocare. Come lei, moltissimi ristoratori italiani si trovano in questa situazione. L’unica cosa che chiedono è di riaprire e lavorare in sicurezza, perché non se ne fanno nulla degli aiuti dello Stato! Con la miseria di ristori che questi imprenditori della ristorazione ricevono, è facile veder infrangere un sogno.

La situazione addirittura peggiora con la raccomandazione dell’Iss di aumentare a due metri il distanziamento nei bar e nei ristoranti. Invece di aiutare questo comparto, si preferisce dare l’ultimo colpo di grazia all’intero settore già stato messo in ginocchio dalla pandemia e umiliato dai decreti del governo. La distanza di due metri varrebbe a dire tagliare nuovamente coperti e, proporzionalmente, far crollare il fatturato. In questo modo sarebbe impossibile sopravvivere! È scandaloso che il governo continui a scaricare la colpa su coloro che non hanno colpe! Le imprese e le famiglie sono esauste di fare sacrifici! Invertiamo la rotta e riapriamo le attività di questi onesti lavoratori!

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UN GROSSETANO TRA I MILLE DI GARIBALDI

Ieri, in onore del 160° Anniversario dell’Unità d’Italia ha avuto luogo la cerimonia di posa della targa commemorativa in onore di Girolamo Cannoni, uno dei Mille di Giuseppe Garibaldi che partecipò alla spedizione di Marsala. Anche noi di Fratelli d’Italia di Grosseto vogliamo, dunque, rendere omaggio a questo grande uomo che ha contribuito per rendere l’Italia una Nazione unitaria.

Il garibaldino era nato a Grosseto il 26 febbraio 1842 e si imbarcò volontario l’8 maggio 1860 a Talamone. Si distinse per le sue opere belliche, ma rimase purtroppo ferito in battaglia e fu congedato come sottoufficiale.

Alla cerimonia ha partecipato, ovviamente, anche il sindaco di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna affermando di essere “veramente orgoglioso di celebrare la figura di Girolamo Cannoni, un uomo che con il suo coraggio, mosso da sentimenti profondi di amore e responsabilità verso il Paese, ha contribuito a formare la nostra splendida Italia così come la conosciamo oggi”. A quanto dice il nipote, il tris-nonno era molto credente, ma era convinto degli ideali risorgimentali, tanto che decise di arruolarsi volontariamente nelle truppe.

Ed è grazie a queste figure così importanti della nostra storia che oggi possiamo parlare di uno Stato italiano così bello e unitario come lo conosciamo oggi. Mai come oggi, è importarci sentirci parte di una comunità, perché la pandemia ci mette a dura prova e non è sempre facile credere nella propria Nazione e al suo governo. Ora come ora, anche nel nostro piccolo rispettando le restrizioni, ci stiamo comportando da bravi cittadini italiani che combattono e difendono il prossimo perché non si ammali. Stiamo difendendo le nostre vite e quelle degli altri e gli italiani hanno un bisogno impellente di sentire che la nostra comunità è viva e concreta. Altrimenti, per chi staremmo compiendo questi sacrifici?

Riteniamo, inoltre, fondamentale ricordare figure come Girolamo Cannoni e tutti coloro che hanno contribuito e, soprattutto, combattuto, perché la nostra Patria venisse plasmata in questo modo meraviglioso!

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160° Anniversario dell’Unità D’Italia

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Oggi è il giorno in cui la nostra nazione spegne 160 candeline. Il 17 febbraio ricorre il 160° Anniversario dell’Unità D’Italia: sono passati 160 anni da quando è possibile chiamare l’Italia una Nazione. E quale giorno migliore per rendere omaggio a tutto ciò che caratterizza la nostra amata patria e i suoi prodotti? Ci ha pensato Giorgia Meloni con la campagna #orgogliotricolore, nel quale si chiede a tutti gli italiani di acquistare e consumare prodotti italiani e postare una foto di ciò che li rende fieri di essere parte di questa Nazione. È un’iniziativa in salvaguardia del Made in Italy che ci permette di esprimere da che cosa è costituito il nostro orgoglio italiano. Il sentirsi parte di una comunità è fondamentale, soprattutto in questo momento di estrema difficoltà. Come ci insegna la storia, uniti ce la faremo e noi di Fratelli d’Italia ci batteremo per tirare fuori tutti gli italiani dall’oblio della pandemia affinché tutti i compatrioti possano riprendere in mano le loro vite e voltare pagina!

C’E’ BISOGNO DI CHIAREZZA SUL VACCINO ASTRAZENECA!

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L’Agenzia Europea del Farmaco (Ema) afferma: “Siamo ancora convinti che i benefici del vaccino AstraZeneca superino gli effetti collaterali“. La Commissione Europea ha organizzato una conferenza stampa a seguito delle preoccupazioni emerse per alcuni casi di trombosi. Come precisa Emer Cooke: “non ci sono indicazioni che il vaccino abbiamo causato queste condizioni. Durante la sperimentazione le persone hanno mostrato numeri minimi di trombosi”. Il numero di tromboembolie registrato “non è più alto di quanto ci si potesse aspettare”. Nonostante questo, Cooke ha precisato che “le preoccupazioni serie necessitano di una seria valutazione scientifica“, solamente al termine della quale “sarà possibile rispondere agli interrogativi“.

A fronte di notizie di questo genere, è normale che nella popolazione italiana, ma non solo, ci sia molta confusione ed un po’ di preoccupazione. Ma qui stavolta (o meglio, come sempre) dovrebbero essere la autorità italiane a fare chiarezza. Quando su un vaccino si assiste ad un cambio repentino di decisioni e all’insorgenza di opinioni contrapposte è normale creare un po’ di smarrimento: da un lato c’è chi dice di continuare la campagna vaccinale (come l’OMS) e dall’altro chi blocca tutto.

Insomma, tutto pare essere in stallo e mancano informazioni chiare e precise su come proseguire. Come si può essere così vaghi su un tema così importante? Si rischia l’effetto contrario, ovvero scoraggiare i cittadini a aderire alla campagna vaccinale e non è sicuramente questo il nostro obiettivo. Ne vale la riuscita di tutto il sistema della campagna vaccinale e la ripartenza economica della nazione. Non possiamo vivere in questa situazione di difficoltà ancora a lungo perché sappiamo che i nostri concittadini sono esausti e non possono sopportare un mese di chiusure in più. Facciamo chiarezza sulla situazione e riprendiamo a pieno regime con la campagna vaccinale!

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AGROALIMENTARE E RISTORAZIONE: ALCUNI DEI SETTORI CHE PAGHERANNO IL PREZZO PIU’ CARO DELLE RESTRIZIONI

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Lockdown e restrizioni pasquali costeranno profumatamente. E chi pagherà il prezzo più caro? Il settore della ristorazione e dell’agroalimentare. Con le misure restrittive in vigore in tutta Italia si fermano ristoranti e bar i quali rimarranno attivi solo per le consegne a domicilio e asporto. A questo ci aggiungiamo il fatto che vanno in fumo i guadagni attesi dalle festività pasquali: sono 7 milioni gli italiani che optavano per il pranzo di Pasqua al ristorante, per una spesa pari a 400 milioni di euro. Tutto il settore della ristorazione e dell’agroalimentare ne risentirà, comprese tutte le aziende di prodotti Made in Italy: le chiusure dei weekend e delle festività pasquali costeranno la bellezza di 5 miliardi di euro a tutto il comparto.

Anche Coldiretti chiede a Draghi di sbrigarsi con il decreto “Sostegni”. Bisogna sostenere con delle buone misure il sistema dell’agroalimentare italiano che vale 538 miliardi per un totale di 3,6 milioni di posti di lavoro nei circa 360mila tra bar, mense, ristoranti e agriturismi nella Penisola, 70mila industrie alimentari e 740mila aziende agricole. Anche la vendita di prodotti del Made in Italy ha subito una forte battuta d’arresto: si stima una perdita di fatturato di 11,5 miliardi di euro per le mancate vendite di cibo e bevande. Insomma, cifre da capogiro, ma qualcuno sembra infischiarsene.

I ristoratori sono al collasso: le spese corrono ma le entrate ammontano a zero. Per non parlare poi di tutte le spese arretrate del 2020 che tutti i titolari sono costretti a pagare, nonostante le attività fossero chiuse! Niente indennizzi, chiusure forzate delle attività, ma tasse da pagare obbligatoriamente allo Stato. Questa è un’ingiustizia! Ci aspettavamo un reale cambio di passo rispetto al governo precedente, ma nulla è mutato di una virgola. Stesse misure del governo Conte, ma firmate al nome di Mario Draghi, quindi sono misure legittime secondo non si sa quale paradigma di accettazione. Serve un governo che stravolga il sistema, lo ribalti e lo rifaccia da capo, perché un esecutivo degno di questo nome non deve voler vedere gli italiani chiedere l’elemosina, ma deve sostenerli e tutelare le loro imprese!

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DA OGGI MEZZA ITALIA IN LOCKDOWN

E da oggi la storia ricomincia. Sembra riproporsi lo stesso repertorio di un anno fa, soltanto che il Presidente del Consiglio questa volta è Mario Draghi e non Giuseppe Conte. Ancora una volta vediamo milioni di italiani chiusi in casa, succubi delle restrizioni inferte a colpi di decreti-legge (i vecchi dpcm si sono evoluti a uno stadio superiore, più democratico a sentir dir loro) senza farsi domande. Da un giorno all’altro tutti in casa e non importa che tu abbia un’azienda al collasso, non possa curare i bambini in DAD o qualsiasi altro problema. L’importante è che tu stia a casa perché è questa la legge e il giusto procedimento che bisogna seguire, che tra l’altro, anche l’esecutivo sa che non serve un lockdown per far scendere i contagi tra una settimana.

Come spiega anche Giorgia Meloni sul suo profilo Facebook, ormai è più di un anno che è cominciata la pandemia e nulla è cambiato di una virgola: chiusure delle scuole e delle attività, nessun potenziamento dei mezzi pubblici, poche tutele per anziani e fasce più fragili e un piano vaccinale che ancora sta cercando di ingranare. Tutto è in stallo, nonostante un “nuovo” Governo che di nuovo ha veramente poco, e nonostante il mainstream provi a far passare come corretti e necessari gli stessi errori che sono stati fatti in passato dal governo Conte. Tutto pare essere cambiato, ma in realtà non è cambiato proprio niente.

Noi non possiamo stare a guardare questa situazione senza agire minimamente. Siamo l’unico partito all’opposizione di questo governo e come tale continueremo a lottare affinché qualcosa cambi, perché qualcosa deve cambiare. Gli italiani stanno vivendo una situazione drammatica sotto un’infinità di punti di vista e saremo noi di Fratelli d’Italia che gli daremo voce con la nostra forza e determinazione, perché siamo noi l’unico partito patriota italiano!

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