La Giornata della Memoria cade oggi, 27 gennaio. Con il passare del tempo, questa giornata ha assunto un significato simbolico sempre più marcato: quello della liberazione dei popoli oppressi. Lo scopo di questa giornata è apprendere dagli errori fatti e non ripeterli mai più!
Con il passare del tempo, questo momento di riflessione diventa sempre più importante e urgente. C’è il rischio che qualcuno si dimentichi che cosa sia stata realmente questa tragedia, la quale, purtroppo, è ancora una ferita vivida e sanguinante. La battaglia contro l’antisemitismo persiste tutt’ora. La situazione, tuttavia, diventa ancora più preoccupante: secondo una ricerca Eurispes il numero dei negazionisti, ovvero di coloro che non credono all’orrore di questo genocidio, è passato dal 2,7% al 16%. Il dito è puntato verso i social network: luoghi virtuali dove spesso corrono odio e intolleranza. È una deriva che va combattuta!
La fede cieca e l’ideologia purtroppo possono portare ad orrori incommensurabili. Si denuncia la programmazione volontaria e sistematica della morte, capace di innescare una macchina dell’orrore, il cui principio motore consiste in una razionalità deviata, finalizzata alla morte di tutti gli ebrei, dei dissidenti e delle persone considerate “inutili” dalle dittature del tempo. Il tutto si unisce con la volontà deliberata di privare da un giorno all’altro i propri simili di tutto ciò che avevano, dei diritti e della dignità, cercando di occultare, per quanto possibile, le prove materiali del misfatto. Una tragedia che ci ha portato a dire “mai più”: un motto di buon auspicio che risuona costantemente in occasione del Giorno della Memoria, nella speranza di un futuro migliore. L’unico rimedio a tutto questo è la ragione, la facoltà di pensare e la libertà, le quali vanno difese con tutte le nostre forze! La verità è che non bisognerebbe ricordare quello che è successo un solo giorno all’anno, ma tutti i giorni. E che queste tragedie ci permettano di spalancare gli occhi su uno degli avvenimenti peggiori dell’era moderna e ci consentano di dire mai più.
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