GROSSETO: LA CITTA’ ACCESSIBILE

Il progetto è stato presentato dalla onlus Tutto Possibile ASD che ha escogitato questa iniziativa al fine di portare a conoscenza degli utenti le caratteristiche e l’accessibilità di attività commerciali e luoghi di pubblico interesse come uffici, banche, stazioni ferroviarie, teatri, cinema etc…. Il titolo? “Nessuna barriera” e sarà un progetto che ha il patrocinio gratuito della Provincia e del Comune di Grosseto.

Come funzionerà?

Attraverso un QR-Code si potrà accedere a tutte le informazioni necessarie per l’accessibilità ed i servizi offerti da ogni esercizio commerciale mappato con l’attività dell’associazione. Si tratterà di un servizio completamente gratuito per gli utenti che permetterà di mettere in risalto gli esercizi pubblici e privati. Ogni negozio o locale pubblico, infatti, potrà esporre il logo del progetto ed il QR-code che le daranno visibilità nelle pagine web dedicate.

L’opinione del sindaco…

Il Sindaco di Grosseto, Antonfrancesco Vivarelli Colonna, commenta “L’Amministrazione comunale è da sempre sensibile alla tematica relativa all’abbattimento delle barriere architettoniche per questo ci facciamo da sempre promotori o collaboriamo con le associazioni del territorio su progetti di questo tipo. Una città accessibile è infatti una città inclusiva, ma soprattutto civile. Con questo nuovo progetto ci rivolgiamo ai commercianti e ai luoghi di pubblico interesse, affinchè l’accessibilità sia sempre più diffusa.”.

Fratelli d’Italia appoggia pienamente questa iniziativa. Da sempre ci battiamo e continueremo a batterci affinché i diritti sanciti in materia di disabilità vengano rispettati ovunque, nessuna città esclusa!

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ADDIO AL CASHBACK

Stop al cashback dal primo luglio: il programma prevedeva altri due semestri, fino al giugno 2022. Ma il governo blocca tutto, sulla spinta del centro-destra che lo aveva fortemente osteggiato. Lo avrebbe deciso la Cabina di Regia che si è tenuta a Palazzo Chigi, cancellando l’operazione prevista per il secondo semestre dell’anno. L’operazione cashback si fermerà il 30 giugno con il pagamento delle somme accumulate con i pagamenti delle carte di debito e credito e con il «superpremio» da 1.500 euro ai maggiori utilizzatori (insomma, l’ennesima pagliacciata)

Quali erano gli obiettivi del cashback?

Il cashback aveva tre obiettivi: rilanciare un minimo i consumi, combattere l’evasione e spingere ad effettuare acquisti “fisici” in negozi, mercati, supermercati etc. Il cashback, infatti, non funzionava per gli acquisti online. Non a caso, abbiamo sempre abbiamo dichiarato che è una misura che controlla incessantemente gli italiani in cambio di elemosina.

E per quanto riguarda i numeri?

Per fortuna, i numeri non sono in forte crescita rispetto alla fase sperimentale di fine dicembre: 5,8 milioni di cittadini iscritti, 9,8 milioni di strumenti di pagamento elettronici registrati, oltre 63 milioni di transazioni effettuate, oltre 222 milioni di rimborsi per 3,2 milioni di persone, per un importo medio di circa 69 euro a testa.

Inutile dire che Fratelli d’Italia ha accolto a pieni voti la scelta del Premier. Fin dagli esordi abbiamo sempre dichiarato che la lotteria degli scontrini e il cashback erano una pagliacciata enorme. Finalmente, i quasi due miliardi di euro risparmiati (sui quattro milioni inizialmente investiti) potranno essere destinati alle attività e a tutti i lavoratori colpiti dalla crisi e dalle chiusure dovute al Covid. Questo è un grande passo per la ripartenza economica del nostro Paese!

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IL PRIDE VIOLENTO

Il 26 giugno a Bologna è iniziata la settimana transfemminista. In occasione della cerimonia di apertura, alcune impronte rosa hanno imbrattato i volti noti di leader destra tra cui Giorgia Meloni, Matteo Salvini e persino Papa Francesco. La chiamano “performance”, ma è l’ennesima manifestazione violenta del popolo arcobaleno. La trovata non distende certo gli animi in un momento dove la politica si sta già profondamente dividendo sul ddl Zan.
Ma com’è avvenuto il misfatto? I manifestanti hanno messo in atto lo sfregio ballando a suon di musica (e n’è la testimonianza il video postato da Non una di meno) e hanno imbrattato le foto di chi non la pensa al loro stesso modo. Possiamo definire questo evento un’azione violenta? Certo che sì.
Questi attacchi familisti e ultraconservatori di fatto legittimano la violenza che subiamo quotidianamente e sono la reazione eterocispatriarcale alla nostra rivendicazione di autodeterminazione. L’Ansa afferma che, quello che una volta era il Gay Pride, ora diventerà il Rivolta Pride e sarà molto più radicale. Non è un caso allora che alle manifestazioni nei giorni successivi a Roma lo slogan è stato “Orgoglio e Ostentazione” per invocare l’abolizione del concordato in onore della laicità dello Stato.
Sosteniamo pienamente quello che afferma Giorgia Meloni sul suo profilo di Facebook: “Mi rifiuto di credere che chi compie atti del genere o vuole imporre per legge il modello gender nelle scuole, sia rappresentativo di chi rivendica (e merita) semplicemente rispetto per il proprio orientamento sessuale, qualsiasi esso sia, con educazione e senza questi isterismi. L’omofobia va contrastata certo, ma anche alcune “performance””. Perché la violenza non è mai il mezzo o la soluzione; lo è la democrazia e la diplomazia!

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COME SARANNO LE VACANZE DEGLI ITALIANI? COM’E’ MESSO IL SETTORE DEL TURISMO?

Ieri 21 giugno abbiamo annunciato l’arrivo dell’estate. Ma come saranno le vacanze degli italiani nella seconda estate di pandemia? Con l’allentamento delle restrizioni e i vaccini le previsioni sono positive, ma le paure rimaste incideranno ancora sulle intenzioni di viaggio degli italiani. Sicuramente c’è un maggiore ottimismo rispetto all’estate scorsa, ma sarà un ottimismo cauto?

Secondo i dati di Touring Club, il 71% degli intervistati dichiara che andrà sicuramente in vacanza e il 20% che ci andrà probabilmente. Chi sceglie di restare di sicuro a casa è una quota davvero piccola, il 3%.

Sicuramente le vaccinazioni saranno la discriminante delle prenotazioni per le vacanze: molti dei viaggiatori non sanno quando hanno il richiamo del vaccino o, il 28%, pianificherà le vacanze solo quando saprà le date precise della vaccinazione. Solo una quota residuale (11% in totale) ha deciso di anteporre la vacanza al vaccino o pensa di non vaccinarsi affatto. 

La speranza della boccata d’aria per il turismo, fa i conti con i numeri: Nel 2020, il turismo italiano ha perso in totale quasi 88 miliardi di euro, con un crollo del 75% delle presenze rispetto all’anno prima. Il 2021 non è partito nei migliori dei modi: i primi quattro mesi hanno visto l’86% di turisti in meno rispetto al 2019. Le stime di maggio vedono un calo più contenuto, ma comunque intorno al 68% in meno. Le prenotazioni per giugno e luglio, per ora, sono al di sotto delle aspettative. La speranza (se di speranza si parla) risiede nella ripartenza dei voli internazionali e nel green pass.

Le associazioni turistiche lanciano l’allarme: senza turisti stranieri le perdite non saranno compensati. Secondo le stime di Assoturismo, corriamo il rischio di perdere 14 milioni di presenze.

A causa della pandemia, il settore ha perso un quarto dei posti di lavoro. Molti stagionali o precari sono stati costretti a cercare un impiego in altri settori o fare affidamento agli aiuti statali, con l’esito paradossale che ora ristoranti, hotel e strutture turistiche faticano a trovare personale qualificato. Il turismo ha bisogno di attenzione! L’Italia non si merita di certo questo screditamento: i turisti stranieri accorrono da sempre nel nostro Paese per passare le vacanze. Ridiamo il vigore che il Bel Paese merita! Facciamo ripartire questo settore a pieno regime!

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TRA IL VIA LE MASCHERINE E LA PROROGA DELLO STATO D’EMERGENZA: MA LA LIBERTA’ DOVE E’ ?

Il Presidente del Consiglio Mario Draghi, durante la sua conferenza stampa alla quale hanno partecipato anche il ministro della Salute Roberto Speranza, aveva annunciato che avrebbe fatto una richiesta formale al Comitato tecnico scientifico sulla possibilità di togliere l’obbligo di utilizzare la mascherina all’aperto. Il CTS si consulterà sulle modalità e sui termini della permanenza dell’obbligo di indossare i dispositivi di protezione delle vie respiratorie all’aperto.

Non pare ci sia ancora una data precisa, ma nei giorni scorsi si era stato individuato il 15 luglio come giorno chiave. Che cosa ha dato un’accelerata all’esecutivo? Sono stati proprio gli altri Paesi europei che stanno prendendo provvedimenti per abbandonare la protezione individuale. A battere tutti i cugini francesi che, da un momento all’altro, hanno annunciato l’addio all’obbligo e verranno seguiti dalla Spagna che si appresta a togliere le tanto odiate mascherine dal 26 giugno. Stessa decisione per Germania, Belgio e Grecia. E noi italiani arriviamo sempre ultimi e vinciamo il primo premio in Europa per perdita di tempo!

Per non parlare poi dell’ipotesi concreta di prorogare ancora lo stato di emergenza, la cui decisione verrà presa a ridosso proprio del 31 luglio.

Ma la libertà degli italiani dov’è finita?

Dopo la stagione dei Dpcm a raffica, l’abuso di potere continua senza sosta attraverso lo stato di emergenza perpetuo. Gli italiani sono stanchi di vedere calpestati i propri diritti dal governo. Ma qualcuno si ricorda che i nostri cittadini hanno dei diritti? Da mesi Fratelli d’Italia si batte per eliminare tutte quelle limitazioni delle libertà personali che concretamente non servono a contrastare il contagio. Con il coprifuoco abbiamo fatto sentire la nostra voce portando in governo le richieste dei nostri compatrioti e faremo la stessa cosa per l’abolizione dell’obbligo della mascherina all’aperto. A quanto pare siamo gli unici ad indossarla ancora. È decisamente un’imposizione illogica e ingiustificata e che deve essere immediatamente cancellata!

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UNA NUOVA MODA DA COMBATTERE: LA VAGHEZZA VACCINALE

Mix vaccini sì o mix vaccini no? Astrazeneca per gli over 60 o Astrazeneca solo consigliata agli over 60? Vaccino A o vaccino B? Che cosa sappiamo riguardo la nuova variante Delta?

Ormai, in questa situazione, non c’è più niente di chiaro ed eventuali aggiornamenti sembrano provenire dalle fonti più disparate e, ovviamente, non ci sono prove sufficienti riguardo un eventuale monitoraggio delle decisioni prese all’ultimo minuto.

Dopo la proposta improvvisa di somministrare la seconda dose di un altro vaccino agli under 60 che hanno ricevuto la prima dose Astrazeneca, l’Ema si è espressa al riguardo: “Sulla base delle esperienze del passato“, mischiare vaccini “sembra una strategia che può essere impiegata, ma su quelli Covid-19 ci sono prove limitate ed è importante raccogliere maggiori informazioni e monitorare con attenzione“. Insomma, secondo l’Ema, se il livello di prove è basso, bisogna restare vigili. Non si possono prendere decisioni affrettate se non sappiamo niente riguardo alle reazioni avverse di questo mix!

Se da un lato Ema rimane cauta, l’Aifa dà il via libera alla vaccinazione eterologa e da qui deriva la rabbia dei medici di famiglia: troppa vaghezza nei comunicati! Tutto sommato, neanche le istituzioni si sanno mettere d’accordo e il Ministro Speranza sembra capirne anche meno!

A chi dobbiamo credere? Ormai gli italiani non ne hanno la più pallida idea: viviamo in uno stato di completa confusione in cui si rischia di mettere in pericolo l’intera campagna vaccinale. È questo quello che vuole l’esecutivo? Chi si dovrebbe prendere quindi la responsabilità? Il medico? Il cittadino? La Regione? Da un ente regolatorio ci aspettiamo una regola definita, soprattutto dopo la difficile storia comunicativa del vaccino AstraZeneca. I cittadini chiedono continuamente chiarimenti e le risposte non ci sono! Abbiamo a che fare con un ente regolatorio inefficiente che non riesce a dare nessuna sicurezza agli operatori e ai cittadini! Facciamo chiarezza e diamo sicurezza ai nostri concittadini! Dopo un anno e mezzo di pandemia se lo meritano!

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SCADENZA IMU: ANCORA OPPRESSIONE FISCALE?

16 giugno 2021: ieri è stato giorno in cui doveva essere versato l’acconto dell’imposta Imu sugli immobili. A questa seguirà, a dicembre, il versamento del saldo e, in caso di variazione in aumento delle aliquote, il conguaglio dell’imposta complessivamente dovuta.

La riforma prevista dalla Legge di Bilancio 2020, che ha portato all’abolizione della TASI e all’introduzione della nuova IMU, non ha cambiato le scadenze per il versamento dell’imposta dovuta su fabbricati, aree fabbricabili e terreni agricoli.

Parlando di dati…

Secondo le stime della Uil, nelle casse dello stato sono stati incassati 25 milioni di euro da proprietari e comproprietari che hanno versato in totale 9,8 miliardi di euro. Di quanto sarà allora il gettito complessivo annuo? Si calcolano circa 19,6 miliardi di euro a dicembre con il saldo della seconda rata. I calcoli considerano l’abolizione delle rate Imu, che è stata introdotta nel corso del 2021 per alcuni immobili individuati nei decreti d’emergenza emessi negli scorsi mesi in contrasto alla pandemia.

A quanto ammonta l’imposta media?

Il costo medio complessivo dell’imposta su una “seconda casa”, ubicata in un capoluogo di provincia – spiega il sindacato – corrisponde a 1.070 euro (di cui 535 euro da versare come acconto di giugno) con punte di oltre 2.000 euro a Roma, Milano e Bologna.

Ancora una volta ci ritroviamo sempre nella stessa identica situazione: invece di sostenere i cittadini in una fase così delicata, l’oppressione fiscale continua incessantemente. Molti di loro percepivano da quelle case la loro unica fonte di sostentamento! E come faranno le persone in difficoltà come gli anziani che hanno una misera pensione? Tutti i proprietari sono letteralmente sommersi dai costi fissi delle utenze, di cui le bollette sono solo un esempio. Perché chi non ha reddito è costretto a pagare questa ulteriore tassa?

Fratelli d’Italia ha già presentato un emendamento al dl sostegni bis per chiedere di porre rimedio a questa assurdità che colpisce moltissimi italiani già pesantemente provati per effetto della crisi. Ci auguriamo che il Governo e la maggioranza ascoltino le necessità degli italiani e li sostengano! D’altronde come dice Giorgia MeloniBasta con uno Stato forte con i deboli e debole con i forti e i prepotenti”.

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MANCANZA DI LAVORATORI STAGIONALI? MACCHE’ SONO I CONTRATTI CHE FANNO ACQUA DA TUTTE LE PARTI!

Parlando di lavoratori stagionali, molti sono costernati per le condizioni di lavoro dei famigliari e ci riferiamo a situazioni che ricoprono ogni angolo dell’Italia: dal Veneto alla Sardegna, dall’Abruzzo alla Campania. C’è chi non ha feriepermessitutele, che lavora come un pazzo ma non può andare a chiedere neanche un mutuo con una busta paga del genere, che non ha diritto a malattia, che non è tutelato da nessuna legge.

Non si trovano lavoratori stagionali per colpa della crisi? Non è la crisi il problema, sono i contratti penosi che vengono offerti! Le testimonianze sono infinite. C’è anche chi dice basta, come un lavoratore sardo che all’ennesimo anno di contratti al ribasso ha deciso di rifiutare: “Mi sono stancato di turni di lavoro massacranti e disumani ed accettarli solamente perché è diventato ‘normale’. Mi sono stancato di dover elemosinare o contrattare quello che mi spetta di diritto, cioè una busta paga giusta ed un inquadramento economico in linea con la mia professionalità. Mi sono stancato di guadagnare quasi meno di quello che guadagnavo 20 anni fa”. Il fatto è che molti di questi lavoratori non conoscono neanche i loro diritti, a differenza dei giovani d’oggi che li saprebbero recitare a memoria. Ed è proprio per questo che, quando le loro tutele non vengono adempite, rifiutano semplicemente il posto di lavoro.

Sarà un problema di tasse troppo alte che ogni commerciante ed operatore del settore deve pagare? Sarà la crisi (scusa ormai ricorrente da almeno 15 anni)? La verità è che la situazione è questa e nessuno si è ancora preso la briga di regolarizzare i contratti stagionali. Le aziende massimizzano le entrate tagliando sul personale, che oramai è diventato solamente un costo e non una risorsa! Finiranno per lavorare gratis questi poveri lavoratori, senza neanche la possibilità di dichiararsi malati in caso ne avessero bisogno! Questo porterà a non credere più nella politica che è ormai troppo lontana dai reali bisogni delle categorie di lavoratori e pensa soltanto alle lotte di casta. Regolarizziamo e tuteliamo i nostri lavoratori stagionali!

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IL “FALSO” ANDAMENTO DELLA DOMANDA DI LAVORO

La domanda di lavoro è in ripartenza: nonostante vengano applicate dinamiche eterogenee a livello settoriale e territoriale, le imprese provano a ripartire. La ricerca di personale dovrebbe superare questo mese anche quella registrata a giugno 2019, quando non si parlava ancora di Covid. Secondo il Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal contano 560mila le opportunità offerte dalle imprese a giugno che salgono a quasi 1,3 milioni avendo come orizzonte l’intero trimestre giugno-agosto. I settori trainanti? Quello manifatturiero, turismo, commercio e costruzioni i settori trainanti. Tutti i comparti sembrano tornare a livello pre-Covid, ad eccezione del settore del turismo che registra ancora un grave ribasso dai livelli pre crisi: -26mila ingressi a giugno e -77mila nel trimestre giugno-agosto. Comparto che va di pari passo con quello della comunicazione che conta -2mila assunzioni a giugno e -6mila nel trimestre.

Insomma, bene ma non benissimo. Molti settori sono ancora in netta difficoltà e questo rispecchia perfettamente il tasso di disoccupazione italiano che, secondo l’Istat, sale al 10,4% con un aumento di 0,5 punti sul quarto trimestre del 2020 e di 1,2 punti percentuali sul primo trimestre del 2020. Gli occupati nel primo trimestre sono 22.265.000 mentre i disoccupati sono 2.584.000, in aumento di 103.000 unità sul quarto trimestre 2020 e di 240.000 unità sullo stesso periodo del 2020. 

Sono tutti sintomi che indicano che bisogna fare di più. Il lavoro è il pilastro del patto costitutivo della nostra società, ossia della Carta costituzionale. Quest’ultima, inoltre, definisce il fatto che l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro e che riconosce a tutti i cittadini questo diritto, promuovendo le condizioni per fare in modo che questo diritto diventi realtà. Dove sono finiti questi principi? Dobbiamo garantire a tutti gli italiani un lavoro sicuro e il processo parte tutto dalle normative statali e dallo scrivere la parola “fine” alla Crisi da Covid-19. Diamo fiducia ai nostri concittadini sulle prospettive di occupazione del prossimo futuro! Cambiamo l’Italia!  

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UN NUOVO STRUMENTO DI MISURA: IL REDDITROMETRO

Di che cosa stiamo parlando?

Del redditometro, uno strumento che stabilirà la capacità di spesa delle famiglie rispetto a quanto dichiarato per combattere l’evasione fiscale. Il Fisco ripartirà lì dove si era fermato nel 2018 e il suo fine è quello di mettere in atto un nuovo metodo di accertamento dei redditi dei cittadini.

Come funzionerà?

Il redditometro tornerà operativo per gli accertamenti a partire dal periodo d’imposta 2016 e il suo obiettivo sarà quello di scovare in modo nitido la vera capacità contributiva dei cittadini e far scattare eventuali controlli in presenza di uno scostamento superiore del 20% tra redditi dichiarati e ricostruiti. Insomma, servirà a misurare nel dettaglio la spesa delle famiglie in relazione ai redditi dichiarati. Il Fisco punta a sfruttare cinque punti chiave: il saldo a inizio anno ed alla fine, la somma dei movimenti in entrata e in uscita e la giacenza media. In aggiunta, verranno prese in considerazione varie tipologie di spese, spaziando dall’abbigliamento ai servizi per la casa e la sanità. Insomma, saremo controllati praticamente ovunque. Ma vi pare giusto?

Questo è un sistema fiscale che venne messo da parte nel 2018 e che ora verrà nuovamente ritirato fuori con l’attuale governo. Gli italiani saranno obbligati a giustificare i loro acquisti e il loro modo di vivere. Ritorneremo, ancora una volta, a una persecuzione fiscale insistente e asfissiante. Siamo veramente sicuri che sia questo il giusto piano d’azione per evitare l’evasione fiscale? O forse è solo l’ennesimo metodo messo in atto per tartassare gli onesti cittadini che pagano le tasse? Proponiamo un reale piano fiscale che colpisca i cittadini disonesti e non le famiglie che pagano regolarmente le tasse! Fratelli d’Italia non si sottrarrà certamente dal battersi contro questa ingiustizia!

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