IL “FALSO” ANDAMENTO DELLA DOMANDA DI LAVORO

La domanda di lavoro è in ripartenza: nonostante vengano applicate dinamiche eterogenee a livello settoriale e territoriale, le imprese provano a ripartire. La ricerca di personale dovrebbe superare questo mese anche quella registrata a giugno 2019, quando non si parlava ancora di Covid. Secondo il Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal contano 560mila le opportunità offerte dalle imprese a giugno che salgono a quasi 1,3 milioni avendo come orizzonte l’intero trimestre giugno-agosto. I settori trainanti? Quello manifatturiero, turismo, commercio e costruzioni i settori trainanti. Tutti i comparti sembrano tornare a livello pre-Covid, ad eccezione del settore del turismo che registra ancora un grave ribasso dai livelli pre crisi: -26mila ingressi a giugno e -77mila nel trimestre giugno-agosto. Comparto che va di pari passo con quello della comunicazione che conta -2mila assunzioni a giugno e -6mila nel trimestre.

Insomma, bene ma non benissimo. Molti settori sono ancora in netta difficoltà e questo rispecchia perfettamente il tasso di disoccupazione italiano che, secondo l’Istat, sale al 10,4% con un aumento di 0,5 punti sul quarto trimestre del 2020 e di 1,2 punti percentuali sul primo trimestre del 2020. Gli occupati nel primo trimestre sono 22.265.000 mentre i disoccupati sono 2.584.000, in aumento di 103.000 unità sul quarto trimestre 2020 e di 240.000 unità sullo stesso periodo del 2020. 

Sono tutti sintomi che indicano che bisogna fare di più. Il lavoro è il pilastro del patto costitutivo della nostra società, ossia della Carta costituzionale. Quest’ultima, inoltre, definisce il fatto che l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro e che riconosce a tutti i cittadini questo diritto, promuovendo le condizioni per fare in modo che questo diritto diventi realtà. Dove sono finiti questi principi? Dobbiamo garantire a tutti gli italiani un lavoro sicuro e il processo parte tutto dalle normative statali e dallo scrivere la parola “fine” alla Crisi da Covid-19. Diamo fiducia ai nostri concittadini sulle prospettive di occupazione del prossimo futuro! Cambiamo l’Italia!  

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