LA GUERRA DEL GRANO: COSA SUCCEDERA’ IN ITALIA?

Non smettono di giungere allarmi da tutti i comparti industriali a causa della crisi in Ucraina. Coldiretti aveva lanciato l’allarme già negli scorsi giorni: “L’Ucraina ha un ruolo importante anche sul fronte agricolo con la produzione di circa 36 milioni di tonnellate di mais per l’alimentazione animale (5° posto nel mondo) e 25 milioni di tonnellate di grano tenero per la produzione del pane (7° posto al mondo) mentre la Russia è il principale Paese esportatore di grano a livello mondiale

La stessa Coldiretti aveva spiegato che il 24 febbraio le quotazioni del grano sono balzate del 5,7% raggiungendo il valore massimo da 9 anni a 9.34 dollari a bushel.

Il timore è che il conflitto possa frenare le spedizioni che provocherebbe un crollo della disponibilità su tutto il mercato mondiale con il conseguente rischio di inflazione sui beni di consumo primario ed eventuali carestie nei casi più gravi.

Per non parlare poi dei costi che dovrebbero sopperire le imprese e che sarebbero superiori del 30% rispetto ai ricavi.

Bisogna intervenire sui contratti di filiera di lungo periodo tra agricoltori e industrie, al fine di potenziare la produzione nazionale e ridurre la dipendenza dall’estero e dalle speculazioni sui mercati internazionali. L’obiettivo è quello di potenziare la produzione nazionale e ridurre le dipendenze dall’estero! In dieci anni l’Italia ha detto addio ad un campo di grano su cinque e quasi un terzo la produzione nazionale di mais. Un errore imperdonabile che possiamo e dobbiamo recuperare. Questo è il momento per farlo!

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