La parentesi aperta l’8 marzo 2020 per l’emergenza Covid si chiude il 1° settembre, giorno ufficiale della ripartenza delle notifiche e della macchina della riscossione: il governo non si è detto contrario. Si cominciano a scaldare, perciò, i motori dopo un anno e mezzo di inattività.
Cartelle, fermi amministrativi, ipoteche e pignoramenti riprenderanno a pieno ritmo, così come le verifiche delle pubbliche amministrazioni per i pagamenti superiori a 5.000 euro, sospese anche quelle fino al 31 agosto. Nel cassetto delle Entrate ci sono qualcosa come 60 milioni di cartelle esattoriali da spedire ai contribuenti.
Ma come ripartirà la macchina del Fisco?
- Chi aveva un debito scaduto all’8 marzo 2020, potrà ricevere già dai primi di settembre l’atto di pignoramento.
- Chi alla stessa data, aveva in corso una dilazione, può versare le rate sospese entro la fine di settembre. Questo significa che non subirà alcuna attività di recupero prima di inizio ottobre.
- Via libera dal 1° settembre anche ai pignoramenti degli stipendi, dei conti correnti o dei canoni degli affitti.
- I fermi amministrativi e le ipoteche dovranno essere preceduti da una notifica di preavviso, con l’invito a saldare il debito con l’Agenzia delle Entrate Riscossione entro 30 giorni.
- Dal 1° settembre, ripartono le verifiche che la Pubblica Amministrazione svolge quando deve saldare un conto superiore ai 5.000 euro
Insomma, sarà una carneficina!
Dal primo settembre lo Stato oserà richiedere ai cittadini i soldi delle stesse attività che ha fatto chiudere. Con quale coraggio si chiederà agli operatori di alcuni settori di pagare le cartelle di riscossione per la loro attività che ha percepito pochissime entrate a causa della pandemia?
Perché non puntiamo piuttosto sullo sconfiggere l’evasione e l’elusione fiscale, concentrandoci sulle grandi multinazionali che si sono arricchite durante questa pandemia? Perché non smettiamo di torturare gli onesti lavoratori?
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