BLOCCO DEI LICENZIAMENTI: BOMBA SOCIALE A RISCHIO DISINNESCO

Il blocco dei licenziamenti resta fissato al 30 giugno e salta la proroga al 28 agosto. È confermata la possibilità per le imprese di utilizzare la cassa integrazione ordinaria, senza dover pagare le addizionali fino alla fine del 2021, ma con l’impegno a non licenziare. I sindacati partono all’attacco sul fronte del blocco dei licenziamenti: gli industriali si sono mostrati contrari all’estensione del divieto di licenziare e sostenitori di una riforma degli ammortizzatori sociali.

Da settimane le sigle sindacali continuano a chiedere la proroga almeno fino a fine ottobre, giusto il tempo necessario per completare la riforma degli ammortizzatori, garantendo una copertura universale a tutti i lavoratori e per rilanciare le politiche sul lavoro. Il range dei posti a rischio alla fine del blocco dei licenziamenti dal primo luglio, secondo il leader della Uil Pierpaolo Bombardieri, va da 500.000 a 2 milioni. È una bomba sociale che non avrà luogo prima della fine del blocco dei licenziamenti. È necessario che questa bomba sociale non venga mai disinnescata!

Non vogliamo di certo trovarci di fronte a migliaia di licenziamenti. La possibilità di usufruire della cassa integrazione ordinaria senza addizionali fino alla fine del 2021 è, dall’altra parte, una buona possibilità a disposizione per conservare la forza lavoro delle imprese. È necessario comunque proseguire lungo la strada della riforma del sistema degli ammortizzatori sociali che preveda strumenti di competitività più efficaci. Il lavoro e la salvaguardia della produttività delle imprese passano dalla ripresa economica! Questa, a sua volta, dipende dalle misure di politica industriale e dalle politiche attive che verranno messe in atto. Devono essere ovviamente diverse da quelle adottate fino ad ora: serve un maggior coinvolgimento delle imprese e un incremento della dinamicità del mercato. Cambiamo queste politiche di lavoro ora!

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UNA TRAGEDIA CHE POTEVA ESSERE SVENTATA?

 A quattro giorni dalla tragedia del Mottarone, il crollo della cabina della funivia in cui sono morte quattordici persone, ci sono tre fermi. L’accusa confermerebbe che è stata un’omissione consapevole: la cabina precipitata presentava il sistema di emergenza dei freni manomesso”. Per gli inquirenti, il ‘forchettone’, ovvero il divaricatore che tiene distanti le ganasce dei freni che dovrebbero bloccare il cavo portante in caso di rottura del cavo trainane, non è stato rimosso. Sembra, un “gesto materialmente consapevole”, per “evitare disservizi e blocchi della funivia”, che da quando aveva ripreso servizio, presentava “anomalie”.

E ora spunta l’ipotesi di controlli mancati anche in altre occasioni. La scelta è stata condivisa e non compiuta da un singolo. I tre fermati, sembra, “confidassero nella buona sorte”, convinti del fatto che il blocco volontario del sistema frenante di sicurezza non avrebbe mai causato un disastro come quello che invece ha provocato la morte di 14 persone. La scelta della presenza del cosiddetto forchettone è stata “consapevole”, fatta sacrificando la sicurezza dei passeggeri, ma assicurandosi l’introito economico della funivia.

Le indagini non sono finite, tanto gli inquirenti valutano la possibilità di valutare anche ulteriori posizioni. È un comportamento se così fosse confermato, sconcertante, soprattutto perché è stato consapevole. Evitare la riparazione di un trasporto “delicato” per non stoppare il servizio per la dovuta manutenzione e continuare a guadagnare denaro nella speranza che la funivia non cada. Sconvolgente! Ma questo pare essere il modello all’italiana ultimamente: correre ai ripari quando succede una strage. Ricordiamoci che prevenire è sempre meglio che curare! Che si faccia luce su quanto accaduto, in rispetto delle vittime e delle loro famiglie. Chi ha sbagliato dovrà pagare in nome della giustizia!

Alle famiglie le mie più profonde condoglianze!!!

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GROSSETO IN MOBILITA’

È in arrivo una nuova iniziativa volta a incentivare la mobilità sostenibile a Grosseto. Arrivano monopattini, bici e scooter elettrici da condividere per rispettare l’ambiente e decongestionare il traffico cittadino. Il progetto è iniziato da una collaborazione con la start up Reby che si occupa di progettare, produrre e distribuire i veicoli elettrici per l’uso condiviso. La sperimentazione non comporta nessun costo per l’Amministrazione e prenderà il via nelle prossime settimane, continuando per 12 mesi. Verranno utilizzati 200 monopattini e 50 scooter elettrici, aggiungendo 100 monopattini e 50 biciclette durante il periodo estivo. I punti di sosta verranno dislocati in modo tale da collegare in modo sostenibile il Parco della Maremma e la Marina di Grosseto. Il piano prevede l’utilizzo dell’app di Reby, gli utenti potranno accedere all’elenco dei veicoli disponibili e, nel pieno rispetto della privacy, verranno redatti dei report utili per il miglioramento del servizio.

Secondo il sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna e l’assessore alla Mobilità Fausto TurbantiGrosseto è una città pianeggiante in cui le distanze non sono eccessive e quindi è perfetta per veicoli adatti a piccoli spostamenti”. A lungo termine questo servirà ad abbattere i livelli di inquinamento atmosferico e acustico, ridurre i consumi energetici, minimizzare l’uso individuale dell’automobile privata e moderare il traffico. Questa iniziativa rientra a pieno titolo nella strategia che abbiamo introdotto nel Piano urbano della mobilità sostenibile (Pums): un documento strategico di pianificazione dall’ampio orizzonte temporale che ci consente di promuovere un vero turismo sostenibile.

Fratelli d’Italia è da sempre sostenitore delle politiche ambientali e della mobilità sostenibile, il tutto ovviamente nel rispetto delle norme di sicurezza stradale. Il tema è molto caro al nostro partito, tanto da sostenere a pieno le politiche di tutela dell’ecosistema, sia a livello nazionale, sia a livello internazionale. La Terra è la nostra casa e come tale bisogna tutelarla!

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I NUOVI VOLTI DELLA DESTRA CONSERVATRICE: GIORGIA MELONI IN PRIMA LINEA

Giorgia Meloni incarna completamente le nuove tendenze politiche che coinvolgono i maggiori Paesi europei. L’onorevole romana 44enne, leader di Fratelli d’Italia e presidente del gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei guida una formazione che è oggi uno dei maggiori punti di riferimento per la destra italiana e mira a costruire crescenti agganci internazionali. Annalena Barbock, 41enne co-presidente dei Verdi tedeschi pare essere sulla stessa scia ed la più concreta scelta che segnerà la fine del regno di Angela Merkel.

Come il partito di Barbock, anche quello di Giorgia Meloni è tra i primi partiti che vogliono ridisegnare gli equilibri nel Vecchio Continente. Fdi sta gradualmente conquistando rilevanza nel mondo conservatore europea ed internazionale e diventando una forza propulsiva del nuovo centrodestra italiano. L’obiettivo è quello di rinnovare profondamente i limiti strutturali dell’Unione Europea, diffondendo una visione economica e collettiva che recuperi i temi della destra sociale. In questo modo sarà possibile creare legami trasversali e non temere di impegnarsi su temi trascurati da secoli come quello ambientale (molto caro al partito della Meloni).

La crescita del partito conservatore si riflette anche in Italia. Prendendo il caso emblematico di Roma, in cui la coalizione di centrodestra è di gran lunga in vantaggio rispetto agli avversari di centrosinistra, raggiungendo quota 43%. Si assiste a un vero e proprio boom di Fratelli d’Italia: il partito di Giorgia Meloni occupa il secondo posto nella graduatoria della Capitale, passando dall’8,7% a un ottimo 22%. Il motivo per cui Fratelli d’Italia è decollato? Ovviamente lo dobbiamo al fatto che siamo l’unico partito sovranista di questo Paese. Raccogliamo da sempre le richieste dei nostri cittadini e ce ne facciamo portavoce affinché le cose cambino. Perché le cose devono cambiare prima o poi! E Fratelli d’Italia continuerà a lottare perché questo avvenga!

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DATI SULLE FAMIGLIE IN MIGLIORAMENTO: BENE, MA NON BENISSIMO

Si comincia a riassaporare una boccata d’aria di speranza. La Banca d’Italia sulle Famiglie italiane afferma che “Le attese sulle prospettive dell’economia e sul mercato del lavoro sono migliorate; tuttavia le famiglie non si aspettano che l’emergenza sanitaria sia superata in tempi brevi“.

A fronte di dati in miglioramento, emergono anche alcuni risultati preoccupanti: poco meno di un terzo dei nuclei famigliari intervistati ha riferito di aver subito un calo del reddito nell’ultimo mese. Oltre il 60 per cento dei nuclei familiari dichiara di avere difficoltà economiche ad arrivare alla fine del mese, 10 punti percentuali in più rispetto al periodo precedente la pandemia. La situazione è peggiore nei casi in cui il capofamiglia è un lavoratore autonomo. Per poco meno del 40% dei nuclei intervistati, il reddito famigliare non era sufficiente per coprire tutte le spese.

Questi dati ci dimostrano che c’è ancora molto su cui bisogna lavorare, ma che siamo sulla giusta strada. Bisogna incrementare ulteriormente la fiducia dei consumatori e assicurarsi un riassetto completo di tutti quei lavoratori che sono stati asfaltati dalla crisi. Come volevasi dimostrare, il connubio lavoro-sicurezza ha incrementato sicuramente la fiducia dei consumatori. Agli italiani serve uno Stato che spieghi quali sono i rischi, che dia protocolli chiari e validi per tutti e, con risorse efficaci, si potrà ripartire in pieno regime e tornare ai tempi pre-covid il prima possibile!

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IN ARRIVO UN’ONDA DI IMMIGRATI DAL MARE

Una circolare del ministero dell’Interno avverte: nelle prossime settimane aumenteranno gli sbarchi. Gli operatori di polizia si dicono già fortemente preoccupati. Di quanti arrivi stiamo parlando? Secondo le stime, sulle coste africane sono pronti a partire in 65 mila.

I grafici che circolano sulle scrivanie dei responsabili immigrazione parlano chiaro: negli ultimi mesi, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, il balzo in alto è considerevole. Oltre 13.350 stranieri sbarcati nel 2021 contro i 4.305 del 2020 e gli appena 1.218 di due anni fa. E si tratta dei mesi “invernali”, normalmente meno adatti ai lunghi viaggi in mare. Pensate cosa potrà accadere durante il periodo estivo…

Come mai per quanto sta accadendo a Ceuta (dove oltre 8.000 persone hanno violato il confine dell’enclave spagnolo in territorio africano) la Spagna sta respingendo metà dei migranti mettendo in moto la macchina militare? Perché l’Italia non fa altrettanto?

La risposta risiede nel fatto che la Spagna ha ben sottoscritto dei trattati con il Marocco, cosa che l’Italia purtroppo non ha mai fatto, anzi accade tutto il contrario. Come afferma Giorgia Meloni: “In Spagna viene schierato l’esercito per fermare gli sbarchi e in Italia chi sperona una motovedetta militare della Guardia di Finanza – per portare immigrati irregolari – la passa liscia. Che rispetto può avere l’Italia nel mondo se viene permesso di umiliare lo Stato in questo modo senza subire alcuna conseguenza?”.

I numeri delle previsioni sono spaventosi e comporteranno sicuramente gravi conseguenze i prossimi mesi. Le restrizioni a causa del Covid hanno già sufficientemente devastato questo Paese sotto tutti i punti di vista e l’arrivo di orde dei migranti potrebbe solo peggiorare la situazione. Difendere i confini è un dovere: i buonisti riusciranno mai a comprenderlo?

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FRATELLI D’ITALIA FA TREMARE I SONDAGGI

Fratelli d’Italia spicca il volo: si stima che al Sud la Meloni era già al 24% a marzo. Ad analizzare la situazione, in un’intervista a Italia Oggi, è Roberto D’Alimonte, politologo dell’Università Luiss, fondatore del Cise, il centro italiano studi elettorali, che non si ritiene per nulla sorpreso da questa nuova tendenza, dato che “già a marzo un sondaggio che ho fatto la dava oltre il 19%“. I dati, secondo D’Alimonte, mostrano “una indubbia tendenza alla crescita della Meloni, ma ora siamo nell’ambito di una variazione percentuale a livello nazionale“. La crescita di Fratelli d’Italia è registrata un po’ su tutto il territorio, ma è al Sud che ha raggiunto il picco del 24%. 

Facendo un quadro generale, secondo l’ultimo sondaggio Swg la Lega al 21%, in leggera decrescita, Fratelli d’Italia al 19,5%, in salita, il Pd a 19,2%, mentre i 5 Stelle al 16,8%. Insomma, la crescita è evidente e Giorgia Meloni si è detta anche pronta a fare il Premier, ciò che conta ora è l’Europa e la politica fiscale del periodo dopo la pandemia.

La tendenza crescente di Fratelli d’Italia, preoccupa il PD e i loro militanti. Il senatore Andrea Marcucci afferma che continua a “sperare che gli italiani, quando sarà, sposino le nostre battaglie riformiste piuttosto che abbracciare una destra populista, secondo me pericolosa”. Forse per partito di “destra populista” intendono l’unico partito che vuole il bene dell’Italia e dei suoi cittadini: questa è la giusta definizione e sicuramente non preannuncia nulla di pericoloso!

Da sempre Fratelli d’Italia parla la lingua dei suoi elettori e si fa portavoce dei loro bisogni. Siamo il partito populista italiano perché da sempre facciamo gli interessi dei nostri concittadini. Le nostre priorità toccano tutti i campi: non solo diritti, ma anche lavoro, giustizia sociale, impresa, economia, competitività, opportunità date dall’investimento ecologico e da quello digitale. Ed è per questo che cresciamo: Fratelli d’Italia vuole il bene dell’Italia e degli italiani e per tale proposito lotteremo!

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ASSOCIAZIONI SOLIDALI IN AIUTO ALLE FAMIGLIE BISOGNOSE

Non è una novità: le famiglie italiane riversano in un pesante stato di crisi e uno degli indicatori che ce lo dimostra è il cosiddetto “dato di povertà assoluta” che inverte la tendenza rispetto al 2019. Prendendo i dati forniti dall’Istat nel 2020, la povertà in Italia è cresciuta in modo sensibile, stabilendo il record rispetto ai dati raccolti dall’Istat dal 2005: sono oltre 2 milioni le famiglie in povertà assoluta (il 7,7% del totale contro il 6,4% del 2019,) con un aumento di 335 mila famiglie. Complessivamente le persone in povertà assoluta in Italia, invece, sono 5,6 milioni (il 9,4% contro 7,7% del 2019), ossia oltre un milione in più rispetto all’anno precedente. La tendenza sarà la stessa anche per il 2021? Lo scopriremo presto con i prossimi dati relativi all’anno in corso.

Che cosa fare allora per venire incontro alle nostre famiglie?

Un esempio è l’iniziativa messa in atto da Coldiretti Grosseto, Campagna Amica e Filiera Italia. Le associazioni hanno deciso di consegnare dei “pacchi solidali” destinati alle famiglie in difficoltà in tutta la provincia di Grosseto. Sono stati raccolti oltre 30 chili di prodotti 100% Made in Italy come pasta e riso, parmigiano reggiano e grana padano, biscotti, sughi e molto altro. Grazie alla rete di Comuni e associazioni benefiche i pacchi raggiungeranno, in maniera silenziosa e discreta, tante famiglie che versano in stato di necessità. Spesso si tratta di persone che fino a prima della pandemia non avevano problemi economici ma che con il diffondersi del virus e l’aumento della crisi si sono trovati in gravi difficoltà. È un’ottima iniziativa solidale contro la povertà.

Quando non c’è un’autorità governativa a sostenere le famiglie, gli eventi solidali possono venire incontro alle famiglie più bisognose. La povertà è una piaga che va abbattuta e, soprattutto, migliorata. Dobbiamo migliorare le condizioni di vita dei nostri cittadini, non distruggerle. E Fratelli d’Italia non demorderà nell’aiutare, come possibile, le famiglie più bisognose piegate dal peso della crisi causata dall’emergenza Covid. Invertiamo la tendenza del dato di povertà assoluta ora!

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RIDATECI LA LIBERTA’ DI ESSERE LIBERI IN UN PAESE LIBERO

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Il governo si sta preparando a varare un nuovo decreto per consentire una serie di riaperture anticipate. Lunedì pomeriggio si è riunita la cabina di regia che ha dato il via libera ad alcuni allentamenti alla luce del miglioramento del quadro epidemiologico nel nostro Paese e del buon andamento della campagna di vaccinazione. Tra i punti principali sul tavolo rientrano lo slittamento del coprifuoco, l’ apertura degli esercizi commerciali nel weekend, dei centri sportivi e la possibilità di consentire i matrimoni e feste.

Prima di tutto, l’orientamento sul coprifuoco è quello di spostarlo fin da subito alle ore 23, per poi farlo slittare a mezzanotte dal 7 giugno e eliminarlo definitivamente a partire dal 21 giusto. Non sarà troppo tardi? Noi crediamo proprio di sì, per una misura che avrebbe dovuto essere eliminata immediatamente! Allo spostamento del coprifuoco, si aggiunge il via libera all’apertura dei centri commerciali a partire dal 22 maggio, l’anticipo della riapertura delle palestre al 24 maggio e la possibilità di celebrare matrimoni e feste dal 15 giugno con il green pass.

Insomma, sottostaremo a un calendario di riaperture ancora per un po’. Ma in tutta questa pianificazione, si stanno dimenticando di un valore fondamentale: la libertà. Gli italiani hanno accettato le limitazioni delle loro libertà personali per salvaguardare il bene comune, ma quelle libertà non sono scontate. Sono diritti inviolabili! Noi rivogliamo la libertà di scegliere se cenare in casa o al ristorante quando il sole è già tramontato o poter sostare su una panchina senza l’ansia di dover correre a casa prima del coprifuoco. Vogliamo la libertà di essere liberi, senza essere condizionati dal tempo. Allo stesso modo, senza lavoro non c’è libertà e perciò democrazia! Ristoratori, commercianti, titolari di palestre, piccoli e medi imprenditori vorrebbero che lo Stato li mettesse in condizione di lavorare liberamente dopo mesi di chiusure. Noi rivogliamo la nostra libertà ora!

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RIPARTONO LA MACCHINA DEL FISCO E LE BATOSTE PER GLI IMPRENDITORI

Tra gli obiettivi programmati e le ultime istruzioni operative agli uffici, l’agenzia delle Entrate pianifica 90 mila accertamenti nei confronti di imprese di piccole e medie dimensioni e dei professionisti. Il tutto pare finalizzato alla lotta per l’evasione fiscale. La tendenza di fondo è una mirata selezione delle situazioni da approfondire cercando di portare l’asticella del recupero 2021 a 14 miliardi di euro.

Nell’attività di controllo dell’anno in corso saranno concentrate sugli aiuti Covid: in primis l’aiuto a fondo perduto. Ma non è finita qui: il faro verrà puntato anche sulle annualità precedenti per quanto riguarda gli aiuti di Stato. Si verificheranno, in particolare, il superamento dell’ammontare complessivo concedibile per il regime «de minimis» per l’anno d’imposta 2018. Nel quarto trimestre dell’anno 2021 è in programma l’invio di comunicazioni mirate per invitare i contribuenti interessati a verificare la correttezza dei dati dichiarati nel quadro del modello Redditi relativo agli aiuti di Stato qualora l’Agenzia noti anomalie rispetto alle informazioni presenti nel Registro nazionale.

Basta con il pianificare follie nei confronti degli imprenditori e lavoratori autonomi! Basta con il terrore fiscale! L’associazione SVIMEZ ha lanciato l’allarme sul rischio chiusura per 73mila imprese e l’Agenzia delle Entrate pensa a preparare 90mila accertamenti fiscali? Perché invece che aiutare le aziende in difficoltà, continuiamo a bastonarle inutilmente? Come afferma Giorgia Meloni, “Servono nuove rottamazioni, scomputo degli interessi e saldo e stralcio per lavoratori autonomi e partite iva sovraindebitate. La ripartenza va pianificata alleggerendo il peso fiscale per imprenditori e famiglie e non tartassando chi combatte per tenere in piedi il sistema Italia”. La situazione per le imprese italiane è diventata ingestibile. Riusciranno mai a capirlo?

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