L’allarme deriva direttamente dalla presidente della Confesercenti che afferma che in due anni l’inflazione potrebbe sottrarre 9,5 miliardi di euro, comportando una ripartenza più lenta rispetto a quella del Pil. Nel complesso, questo stato di emergenza ha reso più poveri gli italiani di 512 euro e l’eventuale recupero dei posti di lavoro persi nel periodo post-pandemico è in pericolo: si pensa di recuperare solo il 47% dei posti ricuperati (340.000 contro i 720.000 persi). Qui serve una profonda riforma fiscale che alleggerisca le imprese!
Gli 8 mld della legge di bilancio destinati alla riforma fiscale possono essere un punto di partenza per alleviare la pressione fiscale, anche se non si è a conoscenza della loro ripartizione. Ogni partito ha poi la sua idea su come distribuire gli 8 miliardi della manovra, con una diversa modulazione delle ipotesi in campo: tagliare il cuneo fiscale ai lavoratori, ridurre o eliminare l’Irap per le imprese, rimodulare le detrazioni, ampliare la portata della flat tax per le partite Iva.
Secondo Fratelli d’Italia e la nostra Giorgia Meloni, le risorse devono essere concentrate sul cuneo fiscale, così da dare una spinta ai consumi e allo sviluppo. D’altronde, la ripartenza economica deve avvenire dalle imprese italiane sia piccole, sia grandi, da coloro che sono sopravvissute ai momenti durissimi della pandemia e che sono state in grado di rilanciarsi nonostante la difficoltà. Parliamo soprattutto dei lavoratori autonomi e di chi ha perso il lavoro, ovvero le figure professionali più colpite.
Dobbiamo essere diretti e decisi su dove investiremo questi soldi.
L’economia deve prima ripartire dalle industrie così da poter riattivare il consumo e la produzione, al fine di far ripartire in pieno regime il nostro Bel Paese.
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