UNA NUOVA MODA DA COMBATTERE: LA VAGHEZZA VACCINALE

Mix vaccini sì o mix vaccini no? Astrazeneca per gli over 60 o Astrazeneca solo consigliata agli over 60? Vaccino A o vaccino B? Che cosa sappiamo riguardo la nuova variante Delta?

Ormai, in questa situazione, non c’è più niente di chiaro ed eventuali aggiornamenti sembrano provenire dalle fonti più disparate e, ovviamente, non ci sono prove sufficienti riguardo un eventuale monitoraggio delle decisioni prese all’ultimo minuto.

Dopo la proposta improvvisa di somministrare la seconda dose di un altro vaccino agli under 60 che hanno ricevuto la prima dose Astrazeneca, l’Ema si è espressa al riguardo: “Sulla base delle esperienze del passato“, mischiare vaccini “sembra una strategia che può essere impiegata, ma su quelli Covid-19 ci sono prove limitate ed è importante raccogliere maggiori informazioni e monitorare con attenzione“. Insomma, secondo l’Ema, se il livello di prove è basso, bisogna restare vigili. Non si possono prendere decisioni affrettate se non sappiamo niente riguardo alle reazioni avverse di questo mix!

Se da un lato Ema rimane cauta, l’Aifa dà il via libera alla vaccinazione eterologa e da qui deriva la rabbia dei medici di famiglia: troppa vaghezza nei comunicati! Tutto sommato, neanche le istituzioni si sanno mettere d’accordo e il Ministro Speranza sembra capirne anche meno!

A chi dobbiamo credere? Ormai gli italiani non ne hanno la più pallida idea: viviamo in uno stato di completa confusione in cui si rischia di mettere in pericolo l’intera campagna vaccinale. È questo quello che vuole l’esecutivo? Chi si dovrebbe prendere quindi la responsabilità? Il medico? Il cittadino? La Regione? Da un ente regolatorio ci aspettiamo una regola definita, soprattutto dopo la difficile storia comunicativa del vaccino AstraZeneca. I cittadini chiedono continuamente chiarimenti e le risposte non ci sono! Abbiamo a che fare con un ente regolatorio inefficiente che non riesce a dare nessuna sicurezza agli operatori e ai cittadini! Facciamo chiarezza e diamo sicurezza ai nostri concittadini! Dopo un anno e mezzo di pandemia se lo meritano!

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SCADENZA IMU: ANCORA OPPRESSIONE FISCALE?

16 giugno 2021: ieri è stato giorno in cui doveva essere versato l’acconto dell’imposta Imu sugli immobili. A questa seguirà, a dicembre, il versamento del saldo e, in caso di variazione in aumento delle aliquote, il conguaglio dell’imposta complessivamente dovuta.

La riforma prevista dalla Legge di Bilancio 2020, che ha portato all’abolizione della TASI e all’introduzione della nuova IMU, non ha cambiato le scadenze per il versamento dell’imposta dovuta su fabbricati, aree fabbricabili e terreni agricoli.

Parlando di dati…

Secondo le stime della Uil, nelle casse dello stato sono stati incassati 25 milioni di euro da proprietari e comproprietari che hanno versato in totale 9,8 miliardi di euro. Di quanto sarà allora il gettito complessivo annuo? Si calcolano circa 19,6 miliardi di euro a dicembre con il saldo della seconda rata. I calcoli considerano l’abolizione delle rate Imu, che è stata introdotta nel corso del 2021 per alcuni immobili individuati nei decreti d’emergenza emessi negli scorsi mesi in contrasto alla pandemia.

A quanto ammonta l’imposta media?

Il costo medio complessivo dell’imposta su una “seconda casa”, ubicata in un capoluogo di provincia – spiega il sindacato – corrisponde a 1.070 euro (di cui 535 euro da versare come acconto di giugno) con punte di oltre 2.000 euro a Roma, Milano e Bologna.

Ancora una volta ci ritroviamo sempre nella stessa identica situazione: invece di sostenere i cittadini in una fase così delicata, l’oppressione fiscale continua incessantemente. Molti di loro percepivano da quelle case la loro unica fonte di sostentamento! E come faranno le persone in difficoltà come gli anziani che hanno una misera pensione? Tutti i proprietari sono letteralmente sommersi dai costi fissi delle utenze, di cui le bollette sono solo un esempio. Perché chi non ha reddito è costretto a pagare questa ulteriore tassa?

Fratelli d’Italia ha già presentato un emendamento al dl sostegni bis per chiedere di porre rimedio a questa assurdità che colpisce moltissimi italiani già pesantemente provati per effetto della crisi. Ci auguriamo che il Governo e la maggioranza ascoltino le necessità degli italiani e li sostengano! D’altronde come dice Giorgia MeloniBasta con uno Stato forte con i deboli e debole con i forti e i prepotenti”.

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MANCANZA DI LAVORATORI STAGIONALI? MACCHE’ SONO I CONTRATTI CHE FANNO ACQUA DA TUTTE LE PARTI!

Parlando di lavoratori stagionali, molti sono costernati per le condizioni di lavoro dei famigliari e ci riferiamo a situazioni che ricoprono ogni angolo dell’Italia: dal Veneto alla Sardegna, dall’Abruzzo alla Campania. C’è chi non ha feriepermessitutele, che lavora come un pazzo ma non può andare a chiedere neanche un mutuo con una busta paga del genere, che non ha diritto a malattia, che non è tutelato da nessuna legge.

Non si trovano lavoratori stagionali per colpa della crisi? Non è la crisi il problema, sono i contratti penosi che vengono offerti! Le testimonianze sono infinite. C’è anche chi dice basta, come un lavoratore sardo che all’ennesimo anno di contratti al ribasso ha deciso di rifiutare: “Mi sono stancato di turni di lavoro massacranti e disumani ed accettarli solamente perché è diventato ‘normale’. Mi sono stancato di dover elemosinare o contrattare quello che mi spetta di diritto, cioè una busta paga giusta ed un inquadramento economico in linea con la mia professionalità. Mi sono stancato di guadagnare quasi meno di quello che guadagnavo 20 anni fa”. Il fatto è che molti di questi lavoratori non conoscono neanche i loro diritti, a differenza dei giovani d’oggi che li saprebbero recitare a memoria. Ed è proprio per questo che, quando le loro tutele non vengono adempite, rifiutano semplicemente il posto di lavoro.

Sarà un problema di tasse troppo alte che ogni commerciante ed operatore del settore deve pagare? Sarà la crisi (scusa ormai ricorrente da almeno 15 anni)? La verità è che la situazione è questa e nessuno si è ancora preso la briga di regolarizzare i contratti stagionali. Le aziende massimizzano le entrate tagliando sul personale, che oramai è diventato solamente un costo e non una risorsa! Finiranno per lavorare gratis questi poveri lavoratori, senza neanche la possibilità di dichiararsi malati in caso ne avessero bisogno! Questo porterà a non credere più nella politica che è ormai troppo lontana dai reali bisogni delle categorie di lavoratori e pensa soltanto alle lotte di casta. Regolarizziamo e tuteliamo i nostri lavoratori stagionali!

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IL “FALSO” ANDAMENTO DELLA DOMANDA DI LAVORO

La domanda di lavoro è in ripartenza: nonostante vengano applicate dinamiche eterogenee a livello settoriale e territoriale, le imprese provano a ripartire. La ricerca di personale dovrebbe superare questo mese anche quella registrata a giugno 2019, quando non si parlava ancora di Covid. Secondo il Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal contano 560mila le opportunità offerte dalle imprese a giugno che salgono a quasi 1,3 milioni avendo come orizzonte l’intero trimestre giugno-agosto. I settori trainanti? Quello manifatturiero, turismo, commercio e costruzioni i settori trainanti. Tutti i comparti sembrano tornare a livello pre-Covid, ad eccezione del settore del turismo che registra ancora un grave ribasso dai livelli pre crisi: -26mila ingressi a giugno e -77mila nel trimestre giugno-agosto. Comparto che va di pari passo con quello della comunicazione che conta -2mila assunzioni a giugno e -6mila nel trimestre.

Insomma, bene ma non benissimo. Molti settori sono ancora in netta difficoltà e questo rispecchia perfettamente il tasso di disoccupazione italiano che, secondo l’Istat, sale al 10,4% con un aumento di 0,5 punti sul quarto trimestre del 2020 e di 1,2 punti percentuali sul primo trimestre del 2020. Gli occupati nel primo trimestre sono 22.265.000 mentre i disoccupati sono 2.584.000, in aumento di 103.000 unità sul quarto trimestre 2020 e di 240.000 unità sullo stesso periodo del 2020. 

Sono tutti sintomi che indicano che bisogna fare di più. Il lavoro è il pilastro del patto costitutivo della nostra società, ossia della Carta costituzionale. Quest’ultima, inoltre, definisce il fatto che l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro e che riconosce a tutti i cittadini questo diritto, promuovendo le condizioni per fare in modo che questo diritto diventi realtà. Dove sono finiti questi principi? Dobbiamo garantire a tutti gli italiani un lavoro sicuro e il processo parte tutto dalle normative statali e dallo scrivere la parola “fine” alla Crisi da Covid-19. Diamo fiducia ai nostri concittadini sulle prospettive di occupazione del prossimo futuro! Cambiamo l’Italia!  

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UN NUOVO STRUMENTO DI MISURA: IL REDDITROMETRO

Di che cosa stiamo parlando?

Del redditometro, uno strumento che stabilirà la capacità di spesa delle famiglie rispetto a quanto dichiarato per combattere l’evasione fiscale. Il Fisco ripartirà lì dove si era fermato nel 2018 e il suo fine è quello di mettere in atto un nuovo metodo di accertamento dei redditi dei cittadini.

Come funzionerà?

Il redditometro tornerà operativo per gli accertamenti a partire dal periodo d’imposta 2016 e il suo obiettivo sarà quello di scovare in modo nitido la vera capacità contributiva dei cittadini e far scattare eventuali controlli in presenza di uno scostamento superiore del 20% tra redditi dichiarati e ricostruiti. Insomma, servirà a misurare nel dettaglio la spesa delle famiglie in relazione ai redditi dichiarati. Il Fisco punta a sfruttare cinque punti chiave: il saldo a inizio anno ed alla fine, la somma dei movimenti in entrata e in uscita e la giacenza media. In aggiunta, verranno prese in considerazione varie tipologie di spese, spaziando dall’abbigliamento ai servizi per la casa e la sanità. Insomma, saremo controllati praticamente ovunque. Ma vi pare giusto?

Questo è un sistema fiscale che venne messo da parte nel 2018 e che ora verrà nuovamente ritirato fuori con l’attuale governo. Gli italiani saranno obbligati a giustificare i loro acquisti e il loro modo di vivere. Ritorneremo, ancora una volta, a una persecuzione fiscale insistente e asfissiante. Siamo veramente sicuri che sia questo il giusto piano d’azione per evitare l’evasione fiscale? O forse è solo l’ennesimo metodo messo in atto per tartassare gli onesti cittadini che pagano le tasse? Proponiamo un reale piano fiscale che colpisca i cittadini disonesti e non le famiglie che pagano regolarmente le tasse! Fratelli d’Italia non si sottrarrà certamente dal battersi contro questa ingiustizia!

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FRATELLI D’ITALIA è IL NUOVO AMORE DEGLI ITALIANI

Fratelli d’Italia e Giorgia Meloni continuano a macinare consensi. L’ascesa inarrestabile di Fratelli d’Italia è il primo dato che emerge anche dall’analisi delle intenzioni di voto degli italiani tracciate dalla Supermedia settimanale elaborata da YouTrend per Agi.

Secondo YouTrend, la compagine guidata da Giorgia Meloni, che al momento della formazione dell’attuale governo presieduto da Mario Draghi ha preferito accomodarsi sui banchi dell’opposizione, continua a crescere nei sondaggi: con uno + 0,3% rispetto a due settimane fa. In questo modo, Fratelli d’Italia consolida la sua seconda posizione raggiungendo il 19,3% dei consensi. Sommando tutti e tre i partiti del centrodestra, la Supermedia settimanale elaborata da YouTrend per Agi conferisce al centrodestra il 49,5%.

Questo sembra ben definire le intenzioni di voto degli italiani alle prossime elezioni politiche che saranno senza alcun’ombra di dubbio firmate Giorgia Meloni. Quando forse torneremo alle urne e gli italiani potranno scegliere da chi farsi governare, dopo tanto tempo, ridiventeremo ad essere una democrazia occidentale “normale” che consente il lusso di avere un governo scelto dai cittadini. Perché continuano a procrastinare questa sospensione della sovranità popolare? Fratelli d’Italia vuole rivoluzionare questo Paese per non perdere le forze e le risorse preziose che disponiamo e che sono riconosciute in tutto il mondo. Serve una rivoluzione che metta lo Stato al servizio della persona per eliminare quel “blocco” della senilità che fatica a premiare chi realmente lo merita! Non dimentichiamoci che ogni tempo di crisi, come quello che stiamo vivendo ora, porta con sé una nuova possibilità per tornare credibili e riavvicinarsi ai bisogni dei cittadini.

Giovani, persone, famiglie, imprese, devono diventare capisaldi di un nuovo equilibrio fatto di innovazione e coesione. Forse è per i nostri ideali che Fratelli d’Italia è un partito tanto amato dal popolo italiano.

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ATTENZIONE AL FISCO: 161 BANCHE FISCALI CI SPIANO

Vi sveleremo un segreto: siamo tutti costantemente controllati e non solo dal punto di vista dei famosi “big data”, ma anche, e soprattutto, dal punto di vista fiscale. Negli ultimi anni si è verificato un incremento esponenziale dei controlli da parte di ben 161 banche fiscali. Quotidianamente, l’amministrazione Finanziaria riceve e cataloga miliardi di dati di ogni genere che, però, solo in piccola parte riesce a “utilizzare”, in particolar modo, per contrastare con successo uno dei principali problemi che affliggono il nostro Paese: l’evasione fiscale.

Insomma, il fisco sa più cose di noi di quante ne conosciamo noi stessi. Secondo l’ufficio studi dell’associazione degli artigiani, “In linea puramente teorica e con una forte vena provocatoria è come se il nostro fisco avesse 161 schede su ognuno di noi dove sono fedelmente riportati la nostra capacità reddituale, i consumi e il livello di ricchezza”. Quindi se da un lato abbiamo cittadini italiani controllati approfonditamente, dall’altro abbiamo tutte quelle persone che navigano in un’economia sommersa che presenta pochissime possibilità di essere sanzionato. Se ogni anno gli evasori sottraggono al fisco quasi 110 miliardi di euro e la nostra intelligence riusciva a recuperarne (prima del Covid) tra i 18 e i 20, vuol dire che, potenzialmente, sappiamo vita, morte e miracoli su chi è conosciuto al fisco, mentre brancoliamo nel buio nei confronti di chi non lo è. Il risultato? L’evasione prospera e penalizza eccessivamente chi paga le tasse regolarmente.

Che cosa ci servirebbe allora? Un reale piano di contrasto all’evasione fiscale. Non è giusto che i cittadini onesti debbano pagare le delinquenze di chi non lo è! Costruiamo un fisco più giusto ed equo! La lotta all’evasione si traduce in una riduzione di pari ammontare delle imposte, che di conseguenza avrebbe effetti positivi sulla crescita, l’occupazione, gli investimenti, la ricerca e lo sviluppo. Insomma, non sono cose da poco!  Per un Paese caratterizzato da seri problemi di finanza e debito pubblico l’argomento dovrebbe essere al centro dell’attenzione dei partiti! Non sarebbe male no?

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LE NUOVE “OTTIMISTICHE” PREVISIONI DELL’ISTAT

L’economia italiana è in ripresa per effetto delle riaperture dell’ultimo mese e ora si prepara a mettere a segno un rialzo del Pil che quest’anno potrebbe sfiorare il 5%. Secondo le stime dell’Istat nelle prospettive per il 2021-22 si intravede una previsione più che positiva, migliore per l’anno in corso di tutte le stime finora diffuse.

L’Istat prevede una crescita sostenuta del PIL nel 2021 indicando un +4,7% e nel 2022 con un +4,4%. È un forte rialzo dopo il tracollo del 2020, causato dalla pandemia e dal conseguente lockdown. Lo scenario delineato dall’Istat “incorpora gli effetti della progressiva introduzione” degli interventi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. L’andamento del tasso di disoccupazione rifletterà “la progressiva normalizzazione del mercato del lavoro” con un aumento quest’anno al 9,8%, dopo il 9,2% del 2020, l’anno in cui il Covid ha costretto molti anche a rinunciare alla ricerca di un posto di lavoro. Il tasso di disoccupazione è previsto in lieve calo nel 2022, al 9,6%. Fortunatamente, gli ultimi dati di aprile hanno si è finalmente segnato un incremento di oltre 120 mila occupati rispetto a inizio anno, nonostante rimangano ancora 800 mila gli occupati in meno rispetto all’era pre-Covid.

Le cifre in rialzo sono la chiara dimostrazione del fatto che le riaperture stanno funzionando. Probabilmente se si fosse messo in atto prima il connubio “lavoro-in sicurezza” avremmo evitato la perdita di qualche migliaio di posti di lavoro. La ripresa economica, contestuale alla ripresa produttiva, ha consentito di tamponare quello shock finanziario che è stato registrato all’inizio della crisi, riuscendo a riparare ad alcuni danni che avrebbero potuto trasformarsi in un disastro nel caso si fossero prolungati ulteriormente i tempi. Nonostante i dati positivi, si prevedono tempi lunghi per tornare ai livelli pre-covid. Il trucco sarà puntare tutto sulle aziende e sui lavoratori italiani. Solo così potremo tornare alla normalità!

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IL TOTO NUMERO DI COMMENSALI

Finalmente è stato trovato un compromesso per i ristoranti in zona bianca, mentre i governatori spingono per eliminare i limiti anche in zona gialla. Alla fine, il governo ha scelto la strada del compromesso e ha deciso che in ristorante, in zona bianca, potranno stare sedute allo stesso tavolo al chiuso fino a 6 persone o 2 famiglie. Nessun limite, invece, per i tavoli all’aperto, dove nella zona di minor rischio decade qualunque limitazione. In zona gialla continua a esistere il limite delle 4 persone, sia al coperto, sia al chiuso. All’alba del 5 giugno siamo ancora alle prese con queste assurdità!

Roberto Speranza continua ancora a sostenere il suo estremo rigore, chiedendo di mantenete il limite di 4 persone sia all’aperto, sia al chiuso anche in zona bianca. Sarebbe assurdo! Certamente è possibile superare il numero di 4 commensali e prevedere un allargamento all’aperto! Per riportare una testimonianza l’assurdità degli attuali provvedimenti, facciamo riferimento alle parole di Chef Vissani che afferma che ora “Stiamo davvero esagerando. Danno i numeri: quattro, cinque, sei posti, mentre intanto ci massacrano, dato che dopo 14 mesi gli aiuti ancora non ci sono.” Ma di cosa pensano che campino queste persone? Dove sono i ristori? Entro fine giugno l’Italia vedrà vaccinate circa 30 milioni di persone e noi stiamo ancora parlando di coprifuoco e di limitazione nei bar e ristoranti?

Ancora una volta ci troviamo di fronte a una situazione anomala, che definisce perfettamente la cialtronaggine di chi ci governa e gioca con la vita dei cittadini e delle imprese italiane. Sembrano tutte misure messe in atto per massacrare certe categorie e l’economia del nostro Paese, piuttosto che combattere concretamente il virus! Mettiamo le aziende e le attività italiane al centro di ogni azione e piano del Governo! Le attività vanno sostenute e lasciate libere di produrre ricchezza: questa è l’unica soluzione per far ripartire la nostra Nazione e tornare alla normalità! Riusciremo mai a farlo capire all’esecutivo??

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MONDO ANTIPLASTICA VS DISOCCUPAZIONE CRONICA

Entro il 3 luglio i Paesi dell’Unione Europea saranno obbligati ad attuare la direttiva antiplastica, la cosiddetta “Sup” che sta per Single use plastic. Con questa misura si cerca di frenare l’inquinamento che in primis colpisce il mare. Stop quindi, a tutti i prodotti realizzati con essa che hanno funzione monouso e a tutti quelli fatti con plastica oxo-degradabile, ovvero lo stesso tipo di materiale, ma con l’aggiunta di additivi che ne accelerano la frammentazione e scomposizione. Gli unici prodotti a sfuggire dalla stretta sono quelli riutilizzabili che, di conseguenza, andranno a perdere la loro funzione “usa e getta”.

Fratelli d’Italia, attraverso le figure di Nicola Procaccini, Carlo Fidanza e Pietro Fiocchi, denuncia che “La direttiva Ue sulle plastiche monouso è totalmente incoerente con gli investimenti pianificati dalla stessa Ue e dannosa per molte aziende italiane che hanno investito risorse e tecnologie sul biodegradabile”. È folle colpire le industrie alla soglia della ripartenza! In questo modo si infliggerà un colpo terribile al comparto del packaging cartaceo. E le conseguenze saranno notevoli! Parliamo di un settore che comporta un giro d’affari di un miliardo di euro che potrebbe compromettere 50mila posti di lavoro!

Ci mancavano solo gli obblighi imprevisti! Ma qualcuno ci pensa a questi poveri lavoratori? Qualcuno pensa alla possibile situazione potrebbero vivere le famiglie in caso di perdita del lavoro? È una decisione incomprensibile, ideologica e altamente dannosa che non è passata neanche dal confronto parlamentare o con le categorie economiche! Che sia chiaro: non siamo contro le politiche ambientali, anzi da sempre noi di Fratelli d’Italia ne siamo promotori. Ma chiediamo che qualcuno si faccia carico del futuro dei lavoratori del settore del packaging, ennesimo settore di settori di eccellenza italiana messo pericolosamente a dura prova! Ancora una volta pare che la campagna dell’Europa contro le nostre aziende continua imperterrita! Siamo stufi!

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