STANGATE ENERGETICHE: LE IMPRESE RISCHIANO IL COLLASSO

L’ufficio Studi CGIA ha fatto delle stime sulle potenziali stangate delle imprese. Sfiora i 106 miliardi il costo aggiuntivo che le imprese italiane subiranno quest’anno a causa dei rincari di energia elettrica e gas. Si tratta di un rincaro che potrebbe provocare il collasso del nostro sistema produttivo. I 106 miliardi di extra costo, tuttavia, potrebbero essere addirittura sottostimati: se in autunno la Russia dovesse chiudere ulteriormente le forniture di gas verso l’Europa, è probabile che il mentano salirebbe un livello molto superiore a quello di questi mesi. Sempre secondo le stime, inoltre, oltre il 63% dell’extra costo totale nazionale di luce e gas è in capo alle aziende del Nord. Per fare un esempio di quanto siano ingenti i rincari vi basti pensare che a fronte di un consumo di 217.334 GWh, il costo totale in capo alle imprese nel 2019 era 35,9 miliardi, mentre quest’anno sarà 108,5 miliardi. A quanto pare, le misure messe in atto fino ad ora sono insufficienti, se non addirittura irrisolte a discapito dei molti italiani, distrutti da questa situazione. Fratelli d’Italia quando guiderà il prossimo esecutivo, prenderà davvero in mano questo problema che sta distruggendo il comparto industriale e produttivo italiano. Ridurremo i costi per le imprese e alleggeriremo i costi per il lavoro e incrementeremo l’occupazione. Il nostro lavoro proseguirà lungo questa via, perché sappiamo benissimo che non affrontando il problema alla base, il rischio è che il treno dell’industria italiana possa deragliare!

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FINALMENTE SI TORNA ALLE URNE!

Si tornerà alle urne tra circa due mesi. Il capo dello Stato Sergio Mattarella ha confermato lo scioglimento delle Camere e ha indetto elezioni anticipate. Gli italiani saranno chiamati a esprimere il proprio voto entro 70 giorni. Il presidente della Repubblica ha deciso di muoversi in questa direzione dopo aver preso atto delle dimissioni del premier Mario Draghi, che ha fatto un passo indietro in seguito alla crisi che ha impedito di proseguire l’esperienza di unità nazionale.

Nei prossimi giorni, dunque, prenderà il via la campagna elettorale, che entrerà nella fase più intensa nel mese di agosto. Agosto è un mese funesto e lo è anche per la politica quest’anno, perché i partiti potrebbero dover presentare simboli, liste, firme e candidati il prima possibile.

Finalmente la svolta. Il governo ha deciso di mettere in atto l’unica azione che da anni avrebbe dovuto essere messa in atto: le elezioni anticipate. Abbiamo avuto tre governi con tre diverse maggioranze e nessuno di questi ha funzionato. Forse perché non sono stati scelti da popolo.

Votare è la scelta più responsabile e rispettosa per il nostro popolo ed è alla base della democrazia. Fratelli d’Italia è pronta per le elezioni!

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Quanto indicato in comunicati e videocomunicati è la personale posizione di Luca Vitale iscritto Fratelli d’Italia

CRISI DI GOVERNO: LA POSIZIONE DI FDI

Le parole di Mario Draghi i voti risicati non sembrano rasserenare gli animi tra i partiti di maggioranza e così Giorgia Meloni continua a chiedere a gran voce di tornare al voto. Fin da subito la leader di FdI ha indicato le urne come via maestra, un modo per porre fine a una legislatura rattoppata dopo l’ennesima crisi. La presidente di Fratelli d’Italia ha sottolineato che in questo momento il parlamento è delegittimato e impaurito e che devono essere gli italiani a scegliere del proprio futuro.

Oltretutto, Fratelli d’Italia non è intenzionata ad assecondare la pericolosa deriva autocratica che sta prendendo il Paese. Secondo la leader “sono le autocrazie che rivendicano di rappresentare il popolo senza bisogno di far votare i cittadini, non le democrazie occidentali”.

La decisione definitiva sarà presa in queste ore, dopo che una maggioranza risicata ieri in Senato. Su 192 presenti, infatti, i votanti sono stati 133 e con una maggioranza di 67 senatori, i favorevoli sono stati 95. Insomma, non è di certo la maggioranza forte e solida che si aspettava l’esecutivo fino a ieri mattina.

Per quanto tempo andrà ancora avanti questo teatrino?

Per quanto tempo gli italiani verranno presi in giro da un governo che nessuno ha scelto?

Se siamo una vera democrazia, la soluzione è solo una: andiamo alle elezioni rapidamente e scriviamo la parola “fine” a questa presa in giro che si protrae da troppi anni.

Quindi, dopo i passaggi di questa mattina del Presidente del Consiglio al Quirinale, attendiamo fiduciosi che il Presidente della Repubblica , sciolga le Camere per andare al Voto e ridare finalmente la voce agli Italiani!

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ACCORDI CON LA TURCHIA. A QUANTO PARE L’ITALIA DA SOLA NON CE LA PUO’ FARE…

E ancora una volta dobbiamo rifarci a un partner internazionale per le provviste di gas. Con la visita di Mario Draghi ad Algeri avviene la consacrazione dell’Algeria come primo partner italiano per l’import di gas.
Nei giorni scorsi la società algerina Sonatrach ha comunicato il prossimo rilascio di 4 miliardi di metri cubi di gas verso l’Italia, nell’ambito dell’accordo firmato con Eni ad aprile. Una accelerazione rispetto a quanto previsto che anticipa forniture ancora più cospicue nei prossimi anni.
Inoltre, il legame in campo energetico tra Italia e Algeria non si limita al gas ma avverrà anche nello sviluppo di fonti rinnovabili, in particolare dell’idrogeno verde e dell’energia solare, eolica e geotermica. Italia e Algeria, infatti, hanno siglato una collaborazione in vari settori per un totale di quindici tra accordi riguardanti infrastrutture e investimenti, lotta alla corruzione e cooperazione giudiziaria, startup e microimprese, industria farmaceutica e cooperazione scientifica, cooperazione industriale e tecnologica.
Insomma, pare che l’Italia non riesca a reggersi da sola. Invece di creare una struttura solida ed efficiente dal punto di vista degli investimenti e dello sviluppo industriale ed energetico, ci troviamo a dove ci appoggiare a un altro Paese, per di più oltre mare. Invece di fare accordi ogni dove, dovremmo diventare autonomi e creare un sistema-Italia che faccia invidia al mondo.

Abbiamo tutte le carte in regola per farlo, perché non le sfruttiamo?

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CRISI POLITICA

Piazza Affari è la “maglia nera” d’Europa. Settimana scorsa, Milano ha bruciato ben 17 miliardi di capitalizzazione col Ftse Mib, che registra un -3,44%, e la crisi di governo amplifica dinamiche già negative per l’intero contesto generale.

Tutta l’Europa è in allarme, ma per quanto riguarda il caso italiano, è decisiva la fase di instabilità di governo aperta dallo strappo del Movimento Cinque Stelle sul Decreto Aiuti. La possibilità di una fine anticipata del governo Draghi e di caos politico è prezzata dagli operatori anche e soprattutto in termini di aumento del rischio-Paese. 

Il rischio è quello di trovarsi di fronte a un’altalena vedere importanti investimenti, necessari alla ripresa della nazione, trascinati nell’uragano della crisi politica e istituzionale. Molti economisti, infatti, già prospettano un rallentamento dei tempi di attuazione del Pnrr, della marcia di avvicinamento alla legge di bilancio, dei nuovi interventi contro il caro-vita, dell’inflazione, della crisi energetica. 

La soluzione? Dare gli italiani il governo che meritano! È ora di ridare la parola ai cittadini per trovare pace alla crisi politica ed economica. È il momento di porre fine ai giochi di palazzo e comportarci come una vera democrazia! Presentiamoci al cospetto dei nostri compatrioti con il voto!

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SCENARIO GRIGIO PER L’ITALIA

Il Centro studi di Confindustria precisa che la dinamica del Pil italiano è l’incerta e vi sono diversi fattori che spingono in direzioni opposte.

Quali sono i fattori che causano il ribasso del Pil? I rincari di energia e alimentari, i tassi di interesse più alti e lo spread sovrano più ampio, il commercio internazionale debole. Quali sono i fattori che causano il rialzo? La fine delle restrizioni anti-Covid e la stagione calda che spingono il turismo, la crescita delle costruzioni, la resilienza dell’industria, il risparmio accumulato che protegge i consumi”.

Secondo gli economisti di Confindustria, inoltre, incide anche “l’euro indebolito sul dollaro” che “aiuta l’export, ma alza i prezzi dei beni importati“. Il quadro energetico, in più, è vicino al picco e si prevede un quadro complicato per le imprese e un forte rimbalzo dei servizi. Per non parlare per le difficili prospettive per l’export.

L’inflazione è troppo alta e durerà troppo a lungo. Coloro che si aspettavano che l’impennata dell’inflazione fosse temporanea e che, una volta cessate le tensioni sulle commodity, si sarebbe vista una rapida discesa, si devono ricredere. Sicuramente vedremo un’inflazione più persistente.

La situazione è molto grave e il futuro che si prospetta per l’Italia è preoccupante. Ciò che è ancora più grave è che l’instabilità del governo non aiuterà il nostro Paese ad uscire dalla crisi. I tempi potrebbero dilatarsi e le circostanze potrebbero peggiorare. Andiamo al voto e troviamo un equilibrio esecutivo al nostro Paese!

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LE IMPRESE MADE IN ITALY STANNO PER SCOMPARIRE

Le imprese Made in Italy stanno per scomparire. Con quasi 650mila imprese, il 10,7% del totale, alla fine di marzo 2022 l’imprenditoria straniera si conferma come una componente strutturale fondamentale del tessuto imprenditoriale italiano, presente nel 94% dei comuni italiani e capace di attraversare indenne l’emergenza Covid e allargare il proprio perimetro.

Tra la fine di marzo 2020 e il 31 marzo di quest’anno, il numero di imprese guidate da persone nate fuori dai confini nazionali è cresciuto di 54mila unità (+8,7% contro una crescita media del totale delle imprese del 2,3% nel periodo). Questo è quanto emerge dai dati del Registro delle Imprese delle Camere di Commercio.

I consistenti flussi di immigrati che arrivano nel nostro Paese continueranno ad alimentare questa dinamica e quindi l’ulteriore diffusione del tessuto imprenditoriale straniero, che è di certo un fattore di crescita per tutta l’economia nazionale, ma rischia di intaccare le imprese del Made in Italy e il loro sviluppo.

Come sempre, in Italia manca il rafforzamento e l’integrazione delle PMI italiane nel tessuto produttivo e sociale del nostro Paese. Oltretutto, il Covid e la recente crisi internazionale hanno alimentato la speculazione e incentivato investitori stranieri a comprare le nostre imprese a prezzi ribassati. Il Made in Italy è conosciuto in tutto il mondo e sarebbe assurdo non incentivare l’insorgenza di imprese italiane e lasciare ampi margini di azione solo agli operatori stranieri.

In questo ambito i governi attuali hanno solo affossato il Made in Italy, incentivando la internalizzazione, non come aumento di quote di mercato, ma come unico modo per sopravvivere;

Fratelli d’Italia, quando sarà al governo, darà modo di avere ampia e giusta competitività alle aziende italiane, al pari delle straniere;

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SISTEMA-ITALIA NEL MIRINO DEI RINCARI ENERGETICI

SISTEMA-ITALIA NEL MIRINO DEI RINCARI ENERGETICI

Il sistema-Italia è il più colpito dall’impatto sui costi di produzione dei rincari dell’energia. Secondo Confindustria, “Le stime del Centro Studi Confindustria rivelano come, in confronto a Francia e Germania, l’Italia sia il paese dove la crisi energetica rischia di produrre i maggiori danni“.

Aumenta così l’allarme per l’aumento del divario di competitività di costo dell’Italia dai principali partner europei. Secondo gli economisti, “in termini monetari questo impatto si tradurrebbe in una crescita della bolletta energetica italiana compresa (a seconda delle ipotesi sottostanti le stime) tra i 5,7 e 6,8 miliardi di euro su base mensile, ovvero in un maggior onere compreso tra 68 e 81 miliardi su base annua circa. Guardando al solo settore manifatturiero l’aumento dei costi energetici è quantificabile tra i 2,3 – 2,6 miliardi mensili, ovvero tra i 27,3 – 31,8 miliardi su base annua.

L’incidenza dei costi energetici sul totale dei costi di produzione per l’economia italiana si stima possa raggiungere l’8,8% nel 2022, più del doppio del corrispondente dato francese (3,9%) e quasi un terzo in più di quello tedesco (6,8%).

La perdita di competitività rischia di intaccare tutti i principali comparti dell’economia inclusi nel settore primario, industriale e dei servizi. Serve un piano energetico ad hoc che tuteli le nostre industrie e l’impennata dei prezzi, ormai diventati insostenibili dai cittadini italiani e dalle imprese. Dobbiamo ridurre il costo dell’energia, anche puntando sulle risorse rinnovabili. Solo in questo modo potremo tutelare gli interessi economici ed energetici del nostro Paese!

Fratelli d’Italia si batte tutti i giorni, per aumentare la competitività del paese Italia!

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RISULTATI DI FDI ALLE ELEZIONI: UN’IRREFRENABILE ASCESA

Fratelli d’Italia: primo partito delle coalizione!

Abbiamo conquistato la fiducia di moltissimi comuni da Genova ad Alessandria, da Como a Piacenza, da Parma fino a Verona. Nella città di Giulietta a oltre metà spoglio Fratelli d’Italia si era già aggiudicata l’11,93% delle preferenze, mandando un segnale chiaro e forte alla coalizione.

Meloni afferma che Fdi ha dimostrato di avere una classe dirigente di successo e che è pronta a governare «se ci sono le condizioni, non a ogni costo». La leader non pensava di certo con Draghi, ma insieme agli alleati, e «se gli italiani ci daranno questa occasione». Giorgia Meloni pensa a un governo molto diverso da quello attuale, in cui si abbia il coraggio di dire da quale parte si vuole stare, insomma un governo per gli italiani.

Giorgia Meloni fa la locomotiva nel tirare le somme di una chiamata alle urne molto lusinghiera per FdI.

Fratelli d’Italia sta vivendo una crescita inarrestabile. Siamo coloro che rappresentano meglio, quello in cui gli italiani credono.

Come abbiamo visto negli ultimi giorni, ad esempio per il referendum, gli italiani non credono più nella politica ed è nostro compito tornare a farli credere nel buon operato della democrazia!

Una buona politica può rivoluzionare un Paese.

Noi di Fratelli d’Italia ci stiamo impegnando e ci impegneremo per cambiare il modo in cui viene fatta politica in Italia e lotteremo, ogni minuto, per garantire una vita migliore agli italiani!

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LA TRAGICOMMEDIA ELETTORALE

Domenica è andata in scena una tragicommedia che ha due vittime: la democrazia e il popolo. Il nostro sistema giudiziario è tutt’altro che perfetto, ma domenica non abbiamo neanche lontanamente raggiunto il tanto agognato quorum. In Italia, abbiamo preso atto, che c’è una situazione paradossale in cui i cittadini non sono mai stati così lontani dalle istituzioni.

Un problema che forse non ha le attenzioni che dovrebbe richiedere, tanto che tutti sembrano aver fatto la loro parte per esorcizzare l’appuntamento. Ci basti pensare che, guardando la storia dei referendum in Italia, la durata della votazione su uno o due giorni pone un’ipoteca pesante sul raggiungimento del quorum. E nel nostro caso, la votazione ha avuto luogo durante una sola giornata!

In questa campagna elettorale non è stata assordante la propaganda, ma «il silenzio». Talmente rigoroso ed ermetico che domenica i tre quarti degli italiani erano all’oscuro dell’appuntamento elettorale.

Da anni esiste un «gap» di partecipazione alle urne assurdo!

All’indomani di ogni elezione c’è un allarme generale, ma nessuno pare fare abbastanza per avvicinare i cittadini alla politica. In questa situazione utilizzare l’astensione come strumento per affermare la propria opinione in politica può rivelarsi pericoloso: magari si vincono le elezioni, ma la democrazia è in pericolo. È questo quello che vogliamo per la nostra Italia?

Noi no!

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