MONDO ANTIPLASTICA VS DISOCCUPAZIONE CRONICA

Entro il 3 luglio i Paesi dell’Unione Europea saranno obbligati ad attuare la direttiva antiplastica, la cosiddetta “Sup” che sta per Single use plastic. Con questa misura si cerca di frenare l’inquinamento che in primis colpisce il mare. Stop quindi, a tutti i prodotti realizzati con essa che hanno funzione monouso e a tutti quelli fatti con plastica oxo-degradabile, ovvero lo stesso tipo di materiale, ma con l’aggiunta di additivi che ne accelerano la frammentazione e scomposizione. Gli unici prodotti a sfuggire dalla stretta sono quelli riutilizzabili che, di conseguenza, andranno a perdere la loro funzione “usa e getta”.

Fratelli d’Italia, attraverso le figure di Nicola Procaccini, Carlo Fidanza e Pietro Fiocchi, denuncia che “La direttiva Ue sulle plastiche monouso è totalmente incoerente con gli investimenti pianificati dalla stessa Ue e dannosa per molte aziende italiane che hanno investito risorse e tecnologie sul biodegradabile”. È folle colpire le industrie alla soglia della ripartenza! In questo modo si infliggerà un colpo terribile al comparto del packaging cartaceo. E le conseguenze saranno notevoli! Parliamo di un settore che comporta un giro d’affari di un miliardo di euro che potrebbe compromettere 50mila posti di lavoro!

Ci mancavano solo gli obblighi imprevisti! Ma qualcuno ci pensa a questi poveri lavoratori? Qualcuno pensa alla possibile situazione potrebbero vivere le famiglie in caso di perdita del lavoro? È una decisione incomprensibile, ideologica e altamente dannosa che non è passata neanche dal confronto parlamentare o con le categorie economiche! Che sia chiaro: non siamo contro le politiche ambientali, anzi da sempre noi di Fratelli d’Italia ne siamo promotori. Ma chiediamo che qualcuno si faccia carico del futuro dei lavoratori del settore del packaging, ennesimo settore di settori di eccellenza italiana messo pericolosamente a dura prova! Ancora una volta pare che la campagna dell’Europa contro le nostre aziende continua imperterrita! Siamo stufi!

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LA NOSTRA REPUBBLICA ESISTE ANCORA?

La nascita della Repubblica Italiana, nel 1946, segnava anch’essa un nuovo inizio: la edificazione di una casa comune, basata sulla libera sottoscrizione di un patto di cittadinanza da parte dei cittadini e, per la prima volta, delle cittadine“. Queste sono le parole del Presidente del Consiglio Sergio Mattarella durante le consuete celebrazioni in occasione della Festa della Repubblica Italiana ieri 2 giugno.

Ma ideali di libertà e democrazia che fondano la nostra Repubblica saranno ancora presenti nell’epoca contemporanea?

La storia ci insegna che l’Italia ha le carte in regola per farcela, ma forse siamo molto sottovalutati! La Repubblica possiede valori e risorse per affrontare tutte le sfide che si trova lungo il percorso. Parlando di storia, sapete chi saranno i prossimi scrittori della storia italiana? Saranno proprio quei giovani che scappano a gambe levate dall’Italia perché non trovano lavoro o sono terribilmente sottopagati. Forse avremmo dovuto avere un po’ più cura nei confronti della prossima classe dirigente!

Allo stesso modo, avremmo dovuto credere molto di più in quei valori che hanno ispirato la costruzione dell’Italia moderna, come la libertà e il rispetto del popolo, sia italiano, sia straniero. Dove sono finiti ora tutti questi ideali? Tutto pare essersi riversato nel disprezzo del Made in Italy e nell’oltraggio ai valori repubblicani impedendo, per esempio, l’istituzione delle elezioni per la scelta del miglior candidato all’esecutivo! Dove sono finiti quei valori democratici in cui i nostri avi hanno creduto?

Insomma, tutti i discorsi e le belle parole espresse durante i consueti discorsi del 2 giugno non devono rimanere parole al vento: bisogna concretizzare!

La Festa della Repubblica è stata la celebrazione di tutti coloro che credono nell’Italia come una Patria libera, democratica e sovrana. Impariamo dalla storia, dalle sue vittorie e sconfitte, per migliorare il nostro presente. Dobbiamo tornare ad essere la Nazione che la storia ha costruito, che crede negli ideali e nei valori per i quali ha combattuto. Viva l’Italia e viva gli italiani!

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L’ITALIA PROCEDE A RILENTO. ORA LA CRISI, E DOPO?

Ora tutti pensano che con i 230 miliardi dell’Europa tutto torni non come prima ma meglio di prima. La realtà è molto diversa: che cosa ci riserverà il futuro?

Tutti crediamo che con i 230 miliardi dell’Europa (che a volte diventano 250 e poi regrediscono a 220) i dadi siano tratti e tutto tornerà come prima. Anzi, meglio di prima.

Peccato che la realtà sia ben diversa, perché è necessario fare alcune premesse fondamentali:

Riprendendo una metafora fatta da Emilio Tomasini: “l’Italia ora come ora è semplicemente una nave che ha imbarcato talmente tanta acqua che la linea di galleggiamento è vicino al ponte della nave. E’ impensabile, infatti, che il debito pubblico accumulato finora venga rimborsato senza drammi di qualche tipo. Il secondo punto è che i motori della nave (produttività e innovazione) sono ormai fuori uso, tutti gli ufficiali e i sottufficiali della nave (leggi le grandi imprese e i grandi investitori) hanno già da tempo abbandonato la nave, rimane qualche marinaio sbucciapatate che non sa cosa fare (la classe politica e la burocrazia della nostra amministrazione statale) e una folla di passeggeri ignari del fato che li attente (tutti noi).

Noi tutti siamo in attesa di essere ben cotti alla brace, perché l’Europa prima ci dà i soldi e poi prepara il piede di porco per saccheggiarci: ci basta pensare che stanno preparando all’inasprimento della previdenza sociale, tagliando tutti i bonus fiscali concessi fino ad ora.

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BLOCCO DEI LICENZIAMENTI: BOMBA SOCIALE A RISCHIO DISINNESCO

Il blocco dei licenziamenti resta fissato al 30 giugno e salta la proroga al 28 agosto. È confermata la possibilità per le imprese di utilizzare la cassa integrazione ordinaria, senza dover pagare le addizionali fino alla fine del 2021, ma con l’impegno a non licenziare. I sindacati partono all’attacco sul fronte del blocco dei licenziamenti: gli industriali si sono mostrati contrari all’estensione del divieto di licenziare e sostenitori di una riforma degli ammortizzatori sociali.

Da settimane le sigle sindacali continuano a chiedere la proroga almeno fino a fine ottobre, giusto il tempo necessario per completare la riforma degli ammortizzatori, garantendo una copertura universale a tutti i lavoratori e per rilanciare le politiche sul lavoro. Il range dei posti a rischio alla fine del blocco dei licenziamenti dal primo luglio, secondo il leader della Uil Pierpaolo Bombardieri, va da 500.000 a 2 milioni. È una bomba sociale che non avrà luogo prima della fine del blocco dei licenziamenti. È necessario che questa bomba sociale non venga mai disinnescata!

Non vogliamo di certo trovarci di fronte a migliaia di licenziamenti. La possibilità di usufruire della cassa integrazione ordinaria senza addizionali fino alla fine del 2021 è, dall’altra parte, una buona possibilità a disposizione per conservare la forza lavoro delle imprese. È necessario comunque proseguire lungo la strada della riforma del sistema degli ammortizzatori sociali che preveda strumenti di competitività più efficaci. Il lavoro e la salvaguardia della produttività delle imprese passano dalla ripresa economica! Questa, a sua volta, dipende dalle misure di politica industriale e dalle politiche attive che verranno messe in atto. Devono essere ovviamente diverse da quelle adottate fino ad ora: serve un maggior coinvolgimento delle imprese e un incremento della dinamicità del mercato. Cambiamo queste politiche di lavoro ora!

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UNA TRAGEDIA CHE POTEVA ESSERE SVENTATA?

 A quattro giorni dalla tragedia del Mottarone, il crollo della cabina della funivia in cui sono morte quattordici persone, ci sono tre fermi. L’accusa confermerebbe che è stata un’omissione consapevole: la cabina precipitata presentava il sistema di emergenza dei freni manomesso”. Per gli inquirenti, il ‘forchettone’, ovvero il divaricatore che tiene distanti le ganasce dei freni che dovrebbero bloccare il cavo portante in caso di rottura del cavo trainane, non è stato rimosso. Sembra, un “gesto materialmente consapevole”, per “evitare disservizi e blocchi della funivia”, che da quando aveva ripreso servizio, presentava “anomalie”.

E ora spunta l’ipotesi di controlli mancati anche in altre occasioni. La scelta è stata condivisa e non compiuta da un singolo. I tre fermati, sembra, “confidassero nella buona sorte”, convinti del fatto che il blocco volontario del sistema frenante di sicurezza non avrebbe mai causato un disastro come quello che invece ha provocato la morte di 14 persone. La scelta della presenza del cosiddetto forchettone è stata “consapevole”, fatta sacrificando la sicurezza dei passeggeri, ma assicurandosi l’introito economico della funivia.

Le indagini non sono finite, tanto gli inquirenti valutano la possibilità di valutare anche ulteriori posizioni. È un comportamento se così fosse confermato, sconcertante, soprattutto perché è stato consapevole. Evitare la riparazione di un trasporto “delicato” per non stoppare il servizio per la dovuta manutenzione e continuare a guadagnare denaro nella speranza che la funivia non cada. Sconvolgente! Ma questo pare essere il modello all’italiana ultimamente: correre ai ripari quando succede una strage. Ricordiamoci che prevenire è sempre meglio che curare! Che si faccia luce su quanto accaduto, in rispetto delle vittime e delle loro famiglie. Chi ha sbagliato dovrà pagare in nome della giustizia!

Alle famiglie le mie più profonde condoglianze!!!

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GROSSETO IN MOBILITA’

È in arrivo una nuova iniziativa volta a incentivare la mobilità sostenibile a Grosseto. Arrivano monopattini, bici e scooter elettrici da condividere per rispettare l’ambiente e decongestionare il traffico cittadino. Il progetto è iniziato da una collaborazione con la start up Reby che si occupa di progettare, produrre e distribuire i veicoli elettrici per l’uso condiviso. La sperimentazione non comporta nessun costo per l’Amministrazione e prenderà il via nelle prossime settimane, continuando per 12 mesi. Verranno utilizzati 200 monopattini e 50 scooter elettrici, aggiungendo 100 monopattini e 50 biciclette durante il periodo estivo. I punti di sosta verranno dislocati in modo tale da collegare in modo sostenibile il Parco della Maremma e la Marina di Grosseto. Il piano prevede l’utilizzo dell’app di Reby, gli utenti potranno accedere all’elenco dei veicoli disponibili e, nel pieno rispetto della privacy, verranno redatti dei report utili per il miglioramento del servizio.

Secondo il sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna e l’assessore alla Mobilità Fausto TurbantiGrosseto è una città pianeggiante in cui le distanze non sono eccessive e quindi è perfetta per veicoli adatti a piccoli spostamenti”. A lungo termine questo servirà ad abbattere i livelli di inquinamento atmosferico e acustico, ridurre i consumi energetici, minimizzare l’uso individuale dell’automobile privata e moderare il traffico. Questa iniziativa rientra a pieno titolo nella strategia che abbiamo introdotto nel Piano urbano della mobilità sostenibile (Pums): un documento strategico di pianificazione dall’ampio orizzonte temporale che ci consente di promuovere un vero turismo sostenibile.

Fratelli d’Italia è da sempre sostenitore delle politiche ambientali e della mobilità sostenibile, il tutto ovviamente nel rispetto delle norme di sicurezza stradale. Il tema è molto caro al nostro partito, tanto da sostenere a pieno le politiche di tutela dell’ecosistema, sia a livello nazionale, sia a livello internazionale. La Terra è la nostra casa e come tale bisogna tutelarla!

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I NUOVI VOLTI DELLA DESTRA CONSERVATRICE: GIORGIA MELONI IN PRIMA LINEA

Giorgia Meloni incarna completamente le nuove tendenze politiche che coinvolgono i maggiori Paesi europei. L’onorevole romana 44enne, leader di Fratelli d’Italia e presidente del gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei guida una formazione che è oggi uno dei maggiori punti di riferimento per la destra italiana e mira a costruire crescenti agganci internazionali. Annalena Barbock, 41enne co-presidente dei Verdi tedeschi pare essere sulla stessa scia ed la più concreta scelta che segnerà la fine del regno di Angela Merkel.

Come il partito di Barbock, anche quello di Giorgia Meloni è tra i primi partiti che vogliono ridisegnare gli equilibri nel Vecchio Continente. Fdi sta gradualmente conquistando rilevanza nel mondo conservatore europea ed internazionale e diventando una forza propulsiva del nuovo centrodestra italiano. L’obiettivo è quello di rinnovare profondamente i limiti strutturali dell’Unione Europea, diffondendo una visione economica e collettiva che recuperi i temi della destra sociale. In questo modo sarà possibile creare legami trasversali e non temere di impegnarsi su temi trascurati da secoli come quello ambientale (molto caro al partito della Meloni).

La crescita del partito conservatore si riflette anche in Italia. Prendendo il caso emblematico di Roma, in cui la coalizione di centrodestra è di gran lunga in vantaggio rispetto agli avversari di centrosinistra, raggiungendo quota 43%. Si assiste a un vero e proprio boom di Fratelli d’Italia: il partito di Giorgia Meloni occupa il secondo posto nella graduatoria della Capitale, passando dall’8,7% a un ottimo 22%. Il motivo per cui Fratelli d’Italia è decollato? Ovviamente lo dobbiamo al fatto che siamo l’unico partito sovranista di questo Paese. Raccogliamo da sempre le richieste dei nostri cittadini e ce ne facciamo portavoce affinché le cose cambino. Perché le cose devono cambiare prima o poi! E Fratelli d’Italia continuerà a lottare perché questo avvenga!

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DATI SULLE FAMIGLIE IN MIGLIORAMENTO: BENE, MA NON BENISSIMO

Si comincia a riassaporare una boccata d’aria di speranza. La Banca d’Italia sulle Famiglie italiane afferma che “Le attese sulle prospettive dell’economia e sul mercato del lavoro sono migliorate; tuttavia le famiglie non si aspettano che l’emergenza sanitaria sia superata in tempi brevi“.

A fronte di dati in miglioramento, emergono anche alcuni risultati preoccupanti: poco meno di un terzo dei nuclei famigliari intervistati ha riferito di aver subito un calo del reddito nell’ultimo mese. Oltre il 60 per cento dei nuclei familiari dichiara di avere difficoltà economiche ad arrivare alla fine del mese, 10 punti percentuali in più rispetto al periodo precedente la pandemia. La situazione è peggiore nei casi in cui il capofamiglia è un lavoratore autonomo. Per poco meno del 40% dei nuclei intervistati, il reddito famigliare non era sufficiente per coprire tutte le spese.

Questi dati ci dimostrano che c’è ancora molto su cui bisogna lavorare, ma che siamo sulla giusta strada. Bisogna incrementare ulteriormente la fiducia dei consumatori e assicurarsi un riassetto completo di tutti quei lavoratori che sono stati asfaltati dalla crisi. Come volevasi dimostrare, il connubio lavoro-sicurezza ha incrementato sicuramente la fiducia dei consumatori. Agli italiani serve uno Stato che spieghi quali sono i rischi, che dia protocolli chiari e validi per tutti e, con risorse efficaci, si potrà ripartire in pieno regime e tornare ai tempi pre-covid il prima possibile!

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IN ARRIVO UN’ONDA DI IMMIGRATI DAL MARE

Una circolare del ministero dell’Interno avverte: nelle prossime settimane aumenteranno gli sbarchi. Gli operatori di polizia si dicono già fortemente preoccupati. Di quanti arrivi stiamo parlando? Secondo le stime, sulle coste africane sono pronti a partire in 65 mila.

I grafici che circolano sulle scrivanie dei responsabili immigrazione parlano chiaro: negli ultimi mesi, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, il balzo in alto è considerevole. Oltre 13.350 stranieri sbarcati nel 2021 contro i 4.305 del 2020 e gli appena 1.218 di due anni fa. E si tratta dei mesi “invernali”, normalmente meno adatti ai lunghi viaggi in mare. Pensate cosa potrà accadere durante il periodo estivo…

Come mai per quanto sta accadendo a Ceuta (dove oltre 8.000 persone hanno violato il confine dell’enclave spagnolo in territorio africano) la Spagna sta respingendo metà dei migranti mettendo in moto la macchina militare? Perché l’Italia non fa altrettanto?

La risposta risiede nel fatto che la Spagna ha ben sottoscritto dei trattati con il Marocco, cosa che l’Italia purtroppo non ha mai fatto, anzi accade tutto il contrario. Come afferma Giorgia Meloni: “In Spagna viene schierato l’esercito per fermare gli sbarchi e in Italia chi sperona una motovedetta militare della Guardia di Finanza – per portare immigrati irregolari – la passa liscia. Che rispetto può avere l’Italia nel mondo se viene permesso di umiliare lo Stato in questo modo senza subire alcuna conseguenza?”.

I numeri delle previsioni sono spaventosi e comporteranno sicuramente gravi conseguenze i prossimi mesi. Le restrizioni a causa del Covid hanno già sufficientemente devastato questo Paese sotto tutti i punti di vista e l’arrivo di orde dei migranti potrebbe solo peggiorare la situazione. Difendere i confini è un dovere: i buonisti riusciranno mai a comprenderlo?

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FRATELLI D’ITALIA FA TREMARE I SONDAGGI

Fratelli d’Italia spicca il volo: si stima che al Sud la Meloni era già al 24% a marzo. Ad analizzare la situazione, in un’intervista a Italia Oggi, è Roberto D’Alimonte, politologo dell’Università Luiss, fondatore del Cise, il centro italiano studi elettorali, che non si ritiene per nulla sorpreso da questa nuova tendenza, dato che “già a marzo un sondaggio che ho fatto la dava oltre il 19%“. I dati, secondo D’Alimonte, mostrano “una indubbia tendenza alla crescita della Meloni, ma ora siamo nell’ambito di una variazione percentuale a livello nazionale“. La crescita di Fratelli d’Italia è registrata un po’ su tutto il territorio, ma è al Sud che ha raggiunto il picco del 24%. 

Facendo un quadro generale, secondo l’ultimo sondaggio Swg la Lega al 21%, in leggera decrescita, Fratelli d’Italia al 19,5%, in salita, il Pd a 19,2%, mentre i 5 Stelle al 16,8%. Insomma, la crescita è evidente e Giorgia Meloni si è detta anche pronta a fare il Premier, ciò che conta ora è l’Europa e la politica fiscale del periodo dopo la pandemia.

La tendenza crescente di Fratelli d’Italia, preoccupa il PD e i loro militanti. Il senatore Andrea Marcucci afferma che continua a “sperare che gli italiani, quando sarà, sposino le nostre battaglie riformiste piuttosto che abbracciare una destra populista, secondo me pericolosa”. Forse per partito di “destra populista” intendono l’unico partito che vuole il bene dell’Italia e dei suoi cittadini: questa è la giusta definizione e sicuramente non preannuncia nulla di pericoloso!

Da sempre Fratelli d’Italia parla la lingua dei suoi elettori e si fa portavoce dei loro bisogni. Siamo il partito populista italiano perché da sempre facciamo gli interessi dei nostri concittadini. Le nostre priorità toccano tutti i campi: non solo diritti, ma anche lavoro, giustizia sociale, impresa, economia, competitività, opportunità date dall’investimento ecologico e da quello digitale. Ed è per questo che cresciamo: Fratelli d’Italia vuole il bene dell’Italia e degli italiani e per tale proposito lotteremo!

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