RISCHIO DI NUOVA STANGATA SUGLI ITALIANI: OPPONIAMOCI ALLA RIFORMA SUL CATASTO!

Il catasto patrimoniale imposto dal presidente del Consiglio passa in Commissione alla Camera. L’insistenza del governo sul proprio testo conferma che l’intento della revisione del catasto è quello indicato nella relazione che accompagna il disegno di legge: predisporre l’aumento della tassazione sugli immobili, come richiesto dalla Commissione europea. 

L’approvazione di questa legge non può essere giustificata dalla guerra in Ucraina e non può giustificare un sovvertimento dei poteri da parte del Governo nei confronti del Parlamento su questioni fiscali interne che riguardano i cittadini italiani.

Ci basti pensare che i piccoli proprietari, se il provvedimento dovesse passare, vedrebbero triplicare il peso fiscale sugli immobili, già tartassati dall’Erario. Per non parlare delle conseguenze devastanti sull’Isee di tutti gli italiani che pagano i servizi essenziali sulla base di quel riferimento reddituale.

Il rischio è che la riforma nascondi una tassa patrimoniale che vogliamo assolutamente evitare.

È possibile che in una situazione così delicata, dove gli italiani si trovano a dover pagare prezzi esorbitanti per le proprie utenze, per gli alimenti e per la benzina, ci sia ancora qualcuno che pensa a come incrementare ulteriormente gli introiti fiscali? Invece di aiutare economicamente i cittadini, continuiamo a mettergli i bastoni tra le ruote. Opponiamoci all’ennesima stangata ai danni degli italiani e di tutte le loro proprietà!

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COME IL FISCO CONTROLLA I NOSTRI CONTI CORRENTI

Il conto corrente di ciascun contribuente dovrebbe essere coperto da riserbo oltre che accessibile unicamente al diretto interessato. In realtà, non è affatto così.

Il Fisco può disporre ora di maggiori autorizzazioni che gli consentono di approfondire la conoscenza di conti correnti e carte di credito. I poteri di cui è stata investita ufficialmente l’Agenzia delle entrate sono decisamente senza precedenti nella storia della repubblica italiana;

Noi siamo favorevoli ai controlli, ma quando ricorrono motivi seri ed importanti!!

Fratelli d’Italia è da sempre contro l’evasione fiscale, ma nel rispetto della riservatezza e della privacy di ognuno;

In realtà anche eventuali creditori potrebbero accedere al nostro conto. Basterà seguire un preciso iter burocratico, inoltrando specifica richiesta al giudice: solo così potrà esaminare il conto corrente del suo debitore e valutare quanto denaro abbia, prima di procedere a eventuale pignoramento;

Questo metodo è valido per i soggetti che evadono le tasse?

Non è meglio ad esempio verificare le industrie con dicitura “senza scopo di lucro”?

Quindi si alla giustizia, si a stimolare i cittadini al pagamento delle tasse, ma questo non deve essere e diventare motivo per controllare insistentemente i conti correnti dei cittadini e dare il permesso a chiunque di accedervi!

Noi vogliamo verità e coerenza, no l’ennesima persecuzione nei confronti di correntisti!

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Fratelli d’Italia si mobilita per gli aiuti alla popolazione Ucraina

Grosseto: Il dipartimento regionale FDI Toscana-Terzo settore, di concerto con la federazione provinciale di Fratelli d’Italia, organizza presso la sede del partito in via Tagliamento a Grosseto una raccolta di materiale di primo soccorso, e generi di prima necessità, da destinare alla popolazione civile ucraina che attualmente si trova sotto assedio e in guerra contro il loro volere.

Per chiunque volesse partecipare alla donazione, la sede sarà aperta nei giorni di: venerdì 4 marzo dalle ore 15.30 alle ore 16.30 e sabato 5 marzo dalle ore 15.30 alle ore 16.30.

“Da notizie certe, – fanno sapere da Fratelli d’Italia – in Ucraina scarseggiano medicinali come antidolorifici, antipiretici e antinfiammatori, insulina di lunga durata e vitamine, inoltre tutto il primo materiale necessario per il primo soccorso alla persona, come siringhe, bende, cerotti, disinfettanti, pannolini, ecc., e pertanto è di questo che adesso c’è urgente bisogno. Ciascuno di noi può fare la differenza in aiuto di chi veramente sta soffrendo”.

La raccolta del materiale donato, si avvarrà del supporto dei ragazzi di Gioventù Nazionale e dei dipartimenti provinciali Istruzione, Famiglia e valori non negoziabili di Fratelli d’Italia Grosseto.

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ACCUSE A FRATELLI D’ITALIA? I SONDAGGI PARLANO CHIARO

A differenza di quello che si dice ultimamente, non è vero che Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia hanno operato una svolta ideologica sull’Ucraina: è almeno dal 2014 che quel mondo va ripetendo le stesse cose sul punto.

Molti si soffermano su un presunto cambiamento di paradigma della destra italiana in merito al rapporto con le mire espansionistiche di Vladimir Putin.  Non è mai esistito un presunto sbandieramento filo-russo da parte del nostro partito e non si tratta di una scelta per chi simpatizzare durante il conflitto.

La scelta giusta ricade sempre sulla democrazia. Il 24 febbraio è una data cardine che ha posto fine alla pace in Europa. Per noi stare dalla parte delle democrazie è fondamentale e l’inneggio alla democrazia e alla pace dei popoli sono uno dei temi principali del programma di Fratelli d’Italia.

Come al solito, si è assistito ad inutili accuse nei confronti del nostro partito. Sarà dovuto alla sua inarrestabile crescita? Non lo neghiamo di certo! Dati alla mano, infatti, il primo partito in caso di elezioni sarebbe Fratelli d’Italia con il 21,4%. Questo è il risultato che deriva dell’ultimo sondaggio politico Swg per il Tg La7 sugli orientamenti di voto. 

Fratelli d’Italia non si farà intimidire da false accuse;

Stiamo lavorando e continueremo a lavorare serratamente per gli italiani e per la pace!!

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LA GUERRA DEL GRANO: COSA SUCCEDERA’ IN ITALIA?

Non smettono di giungere allarmi da tutti i comparti industriali a causa della crisi in Ucraina. Coldiretti aveva lanciato l’allarme già negli scorsi giorni: “L’Ucraina ha un ruolo importante anche sul fronte agricolo con la produzione di circa 36 milioni di tonnellate di mais per l’alimentazione animale (5° posto nel mondo) e 25 milioni di tonnellate di grano tenero per la produzione del pane (7° posto al mondo) mentre la Russia è il principale Paese esportatore di grano a livello mondiale

La stessa Coldiretti aveva spiegato che il 24 febbraio le quotazioni del grano sono balzate del 5,7% raggiungendo il valore massimo da 9 anni a 9.34 dollari a bushel.

Il timore è che il conflitto possa frenare le spedizioni che provocherebbe un crollo della disponibilità su tutto il mercato mondiale con il conseguente rischio di inflazione sui beni di consumo primario ed eventuali carestie nei casi più gravi.

Per non parlare poi dei costi che dovrebbero sopperire le imprese e che sarebbero superiori del 30% rispetto ai ricavi.

Bisogna intervenire sui contratti di filiera di lungo periodo tra agricoltori e industrie, al fine di potenziare la produzione nazionale e ridurre la dipendenza dall’estero e dalle speculazioni sui mercati internazionali. L’obiettivo è quello di potenziare la produzione nazionale e ridurre le dipendenze dall’estero! In dieci anni l’Italia ha detto addio ad un campo di grano su cinque e quasi un terzo la produzione nazionale di mais. Un errore imperdonabile che possiamo e dobbiamo recuperare. Questo è il momento per farlo!

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COME LE SANZIONI ALLA RUSSIA SI RITORCERANNO SULLE IMPRESE ITALIANE

L’unico modo per evitare una Terza Guerra Mondiale è imporre sanzioni economiche alla Russia. Il tutto non avverrà senza conseguenze…

Gli effetti su export e consumi delle sanzioni inflitte alla Russia spaventano le associazioni di categoria. «Il maggior costo di materie prime ed energia importate potrebbe far crescere il tasso di inflazione fino al 6% nel 2022, determinando minori consumi per 4 miliardi e fino a 11 miliardi nel triennio», avverte Confesercenti. In particolare, l’Italia è quarta per valore di esportazioni sui mercati russo e ucraino dove, nel 2021, ha venduto prodotti per complessivi 9,8 miliardi di euro e ne ha importati per 17,3 miliardi. E risulta in testa ai Paesi Ue per l’export in Russia nelle produzioni di moda con 1,35 miliardi di euro e arredamento (333 milioni).

Chi ne soffrirebbe principalmente sono le micro e piccole imprese, soprattutto alimentari, mobili, legno, metalli che vendono in Russia prodotti per 2.684 miliardi di euro, pari al 34,9% delle nostre esportazioni nel Paese.

Ci aspettiamo che il governo intervenga per prevenire il peggio. Questa guerra economica e commerciale ricadrà immancabilmente sulle nostre imprese e di conseguenza sulle tasche degli italiani. Chiediamo un pacchetto di finanziamenti e di alleggerimenti fiscali per limitare i danni. Tuteliamo la nostra produzione, le nostre imprese e i nostri cittadini! Ma soprattutto diffondiamo la pace, perché la guerra non è mai la soluzione!

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LA GUERRA IN UCRAINA: COME SI E’ MOSSA MOSCA?

Il conflitto in Ucraina scatenato dalla Russia sembra ormai avere degli obiettivi ben precisi: da quando i primi carri armati sono partiti dalla Crimea e le forze partite dal Donbass stanno avanzando da oriente, ormai giunti fino alla capitale.

Le brigate corazzate e meccanizzate russe sono entrate in Ucraina partendo dalla Bielorussia. La mossa era già stata preventivata da tempo, per chiudere in una tenaglia la capitale ucraina e così costringere il governo di Zelensky alla resa. 

L’obiettivo delle forze armate russe? Quello di tagliare in due il Paese per assicurarsi una fascia di sicurezza che metta al sicuro la popolazione russofona presente in Ucraina ma soprattutto garantire il doppio fine di rovesciare il governo filoccidentale di Zelensky e occupare quella parte di territorio ucraino che consenta a Mosca di determinare le sorti dell’intero Paese.

Putin pare aver valutato che le sanzioni occidentali, che si preannunciano pesantissime, non valgono i costi della propria sicurezza: per lui questa Ucraina è “nemica” della Russia e ovviamente viceversa.

Noi condanniamo pienamente la guerra in Ucraina! Lo diciamo da giorni!!! Fratelli d’Italia vuole tutelare la pace tra i popoli e si batterà affinché questa situazione riceva il giusto peso nell’agenda del governo, al fine di far vincere la democrazia e non la guerra! Tutto l’Occidente deve rispondere in modo unitario a questa crisi internazionale!

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IL MONDO CORRE A UNA VELOCITA’ MISURATA IN MEGABYTE: COME SI DEVONO ADEGUARE LE IMPRESE?

Le sfide per le imprese si fanno sempre più digitali, tanto che si sta cercando di anticiparne i nuovi bisogni. In un mondo che corre ad una velocità misurata in megabyte, anche i settori più tradizionali si stanno rinnovando.

FederlegnoArredo lancia le professioni del futuro con l’obiettivo di avere uno strumento pratico ed efficace per accompagnare le aziende associate in una trasformazione digitale e circolare che potrà camminare soltanto sulle gambe e sulle idee di figure specificatamente formate. In particolare vi saranno ben 11 figure all’interno delle aziende, tra cui l’addetto al montaggio mobili e operai, che saranno chiamate a interpretare, grazie a nuove competenze e attitudini, la transizione ecologica e digitale che le imprese dovranno mettere in atto.

Barbara Minetto, vicepresidente Assaredo, afferma che: “è tempo di passare da quella che fino ad oggi abbiamo chiamato alternanza scuola-lavoro a un‘alleanza scuola-lavoro. E questo progetto va letto in tal senso: far sì che teoria e pratica, formazione e impresa siano entrambe e parimenti interpreti del cambiamento”.

È in questo modo che dovremmo andare a stimolare le nostre imprese. Implementiamo la filiera formativa così da sviluppare dei percorsi adeguati alle sfide in atto. In futuro serviranno edifici sostenibili? E allora dovremmo avere operai preparati a costruire strutture utilizzando materiali del tutto innovativi! In questo renderemo le nostre imprese molto più competitive in Europa e nel resto del mondo!

Fratelli d’Italia coniuga da sempre tradizione ed innovazione, una tassazione adeguata ed equa per consentire alle imprese di innovare, migliorarsi e crescere; per questo ci battiamo tutti i giorni; Innovazione vuole dire qualità, competitività e un paese più ricco dal punto di vista sia dei redditi che di investimenti per il sociale;

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E CONSEGUENZE DI UN EVENTUALE CONFLITTO

In caso di conflitto tra Russia e Ucraina, si prevedono inevitabili ripercussioni sul caro bollette, sul costo del gas naturale e nel prezzo del petrolio. Ecco cosa può succedere in Italia.

Al già caro-bollette in atto, si aggiungerebbe un ulteriore costo sul settore energetico a causa della dipendenza italiana dal gas russo che corrisponde almeno al 40% della domanda. In particolare, questo si verificherebbe se le sanzioni europee e americane sarebbero molto forti e la Russia potrebbe decidere di tagliare del tutto le forniture di gas naturale all’Italia e ad altre grandi nazioni come Germania e Francia. Purtroppo, però, noi non saremmo subito autosufficienti a differenza di molti altri Paesi europei.

Tra l’altro, le ultime notizie rivelano che il prezzo del gas sia già aumentato a 80 euro Megawatt ogni ora sulla piazza di Amsterdam con un aumento del 10% dopo essere salita fino a 82 euro con un rialzo del 13,2%. Nel caso si arrivasse al peggio, il prezzo del gas potrebbe salire anche a 200 euro per megawattora.

Tra l’altro, il problema riguarda anche per il petrolio, schizzato a 100 dollari al barile dopo la decisione di Putin di riconoscere l’indipendenza di Donetsk e Lugansk.

La guerra e la violenza non sono mai la soluzione. Non sono neanche la soluzione al problema della scarsità delle risorse energetiche e dell’inflazione. Si richiede un intervento mirato e rapido da parte del governo, per preservare la pace, contrastare eventuali conseguenze e proteggere le tasche dei cittadini. Dobbiamo agire ora!

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IL NODO DEL CATASTO: PERCHE’ CI OPPONIAMO

Il nodo del catasto è il più contestato tra le fazioni politiche e sta di fatto bloccando i lavori sulla riforma fiscale su cui l’esecutivo sta lavorando ormai da molto tempo.

Nonostante il “no” secco da parte del centrodestra, secondo quanto riporta Adnkronos, Draghi è assolutamente intenzionato ad andare fino in fondo per quanto riguarda l’aggiornamento degli estimi immobiliari. Alla luce di quanto verrà deciso con questa riforma, le posizioni di centrodestra temono fortemente che la specifica manovra costituisca l’anteprima di una tanto temuta patrimoniale. 

Nel concreto, la riforma del catasto voluta da Draghi consiste in un aggiornamento degli estimi e delle tassazioni degli immobili. Si tratterebbe di una nuova ricognizione delle rendite immobiliari, che, nelle intenzioni dell’esecutivo, verrebbero adeguate ai prezzi di mercato. 

Un lavoro che si estenderebbe almeno per i prossimi 5 anni, lasciando l’incombenza, eventualmente, di attingere a nuove tasse dal mattone ai prossimi governi. 

La riforma del catasto, così com’è stata concepita non può che portare danni alla nostra comunità! Passare al valore di mercato significa più tasse sulla casa, maggiore Isee e minore assistenza sociale. Le case che non sono state accatastate nel passato possono già essere accatastate ora!

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