LE INDAGINI SULLA SPECULAZIONE: L’ALLARME LANCIATO DAL CODACONS

Iniziano le indagini della Procura di Roma sull’aumento dei prezzi del gas, dell’energia e dei carburanti, i quali hanno sfiorato anche 2,6 euro al litro in alcune Zone della penisola. Si ipotizza il reato di manovre speculative sulle merci andando contro l’articolo 501 del C.P.

Questo reato è lo stesso supposto dal Codacons, il quale aveva già precedentemente presentato il problema a 104 procure della Repubblica di tutta Italia e alle Autorità quali garantivano la concorrenza. Infatti, è proprio dalla procura romana che sono partite le indagini. La sanzione prevista è una multa, insieme alla reclusione che può variare dai sei mesi ai tre anni.

Il Codacons si ritiene soddisfatto al momento per le indagini che stanno avanzando soprattutto sui prezzi dei prodotti come energia, carburanti e altri beni essenziali per la popolazione. Coloro che verranno chiamati in causa come responsabili di tutto andranno in contro a una maxi-class action del Codacons per conto delle imprese e degli imprenditori danneggiati dalla escalation dei listini.

L’obiettivo è quello di capire da dove provengono questi rincari. Coloro che si occuperanno di realizzare tutti gli accertamenti di questo caso così spinoso sono le forze dell’ordine della Guardia di Finanza, le quali stanno lavorando con grande serietà al caso.

Il momento del giudizio per alcuni è quasi arrivato ora tocca solo attendere il verdetto finale, sperando nel abbassamento di questi assurdi prezzi che stanno rovinando i portafogli della popolazione. Forse avremmo potuto agire in questo senso molto prima!

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L’ULTIMA BEFFA: UNA NUOVA TASSA SULL’ENERGIA

Si pensa a una tassa sugli “extra-profitti” che rischia di scatenar una rivolta interna. Il taglio del 10%, ideato sugli utili straordinari sviluppati negli ultimi tempi dalle industrie dell’energia, ha messo sul chi va là moltissime associazioni. Si contesta anche il metodo di misura, il quale non si mira alle differenze nel mercato fra i prezzi della produttività e quelli di approvvigionamento, già molto elevati a causa dal conflitto in Ucraina.

Un provvedimento che non ha nulla di strutturale e che, come tale, non è giudicato idoneo a sollevare le sorti di un’industria nazionale la cui bolletta energetica è passata da 8 a 37 miliardi tra 2019 e 2021. Per i petrolieri, poi, il taglio delle accise già pagate nella merce stoccata produce una sua immediata svalutazione che al momento non si sa come compensare.

EniEnel avevano ancora calcolato a quanto ammonterà la nuova tassa: sono in corso valutazioni e se ne saprà qualcosa di più nella giornata di oggi. In ogni caso il prelievo sarà in parte una partita di giro: tagliando i profitti si incide sulla cedola che incassa il Mef sulla quota che detiene: il 30,3% di Eni il 23,6% di Enel.

Il momento non è uno dei migliori ma non per questo bisogna far ricadere le tasse sui cittadini e sugli imprenditori che ormai pagano tasse superiori al loro stipendio e ai loro profitti! Oltre al danno, pure la beffa!

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CARO CARBURANTI E BOLLETTE GLI INTERVENTI DEL GOVERNO SONO TOTALMENTE INSUFFICIENTI

Ed eccoci qua, di nuovo!!

Lo dicono tutti e dico tutti, simpatizzanti di destra e sinistra: su caro carburanti e bollette gli interventi del Governo sono totalmente insufficienti; Confcommercio, per esempio, analizza il PIL Italiano e dichiara che nel primo trimestre del 2022, il 3% se lo beve il caro energie, consapevoli che un ulteriore 2% andrà agli armamenti; quindi la domanda che sorge spontanea è questa: a quanto dobbiamo portare il PIL Italiano per non pagare ulteriori tasse? E il piano si ripete: dopo il fallimento del Governo Conte, arriva Mario Draghi; Abbiamo avuto sempre forti dubbi, visto il passato di Mario Draghi (valutazioni lungi da noi sulla persona, sulle capacità e sulla preparazione e professionalità) bensì sull’indirizzo che ha dato prima all’Europa e adesso al nostro paese; In molti (naturalmente non noi che con coerenza, serietà e rispetto, abbiamo voluto valutare il lavoro svolto, azione dopo azione di questo governo abusivo e non eletto dal popolo italiano) dopo Conte e Renzi speravano che fosse arrivato IL SALVATORE (da alcuni però, soprannominato già, “IL LIQUIDATORE”) credendo di essere l’unico capace di rimettere in sesto questa nostra povera e disillusa Italia; Cosa è successo invece? -che il Governo Draghi ha aumentato la sfiducia nella nostra classe politica e nei partiti; -che ad oggi ci sono forti dubbi (anche per chi lo sosteneva) sulla sua capacità di essere l’uomo giusto nel posto giusto, per fare il lavoro giusto, ovvero dare dignità al popolo italiano, aumentare la competitività e migliorare i numeri del nostro paese; molti ormai pensano, anzi sono convinti della grande, grandissima disillusione rimediabile (secondo noi) solamente con un atto di coraggio per tornare a pensare ai veri interessi degli italiani, che da sempre invochiamo: nuove elezioni; Perché?

Perché ormai è chiaro, ci troviamo di fronte all’ennesimo teatrino dove, gli italiani si fanno comandare, speranzosi, da persone non elette dal popolo, che poi fanno leggi e imprimono indirizzi politici ,a loro sfavore, mettendo tutti, privati cittadini ed aziende in ginocchio, guidando tutti verso la povertà: un disegno ormai conosciuto dagli ultimi governi e accentuato da Mario Draghi; Fratelli d’Italia è consapevole che alcuni sacrifici andranno fatti per risanare e ripianare i danni accumulati, ma questi devono essere da parte di tutti (come avviene nelle famiglie dove si stringe la cinghia tutti insieme) non come adesso che pagano sempre i soliti; gli ultimi interventi del governo, che potevano avere (se fatti bene) anche un appeal positivo, invece, così mal gestiti, hanno aumentato solo i problemi, il contenzioso, il debito e le truffe; ne è un esempio i vari bonus casa: i progetti dovrebbero essere ben studiati, concreti e di vero valore, altrimenti meglio evitare; e questo è successo con i vari bonus casa anzidetti, con il disastroso reddito di cittadinanza che sta facendo miliardi di danni all’occupazione, all’Italia e agli italiani; Non è possibile avallare i crediti truffaldini di imposta del 110% e del 90%, senza un vero controllo;

E Le accise sui carburanti?

Sarebbe un salto di qualità incredibile togliere finalmente via tutte le accise e studiare una tassa fissa sui carburanti al litro; Le voci che vediamo sulle accise dei carburanti fanno ridere chiunque a livello nazionale ed internazionale screditando la nostra nazione.

Ci vuole rispetto per l’Italia e per gli italiani che sono continuamente vessati da mille balzelli, quali canone tv, le auto blu ,le scorte che devono servire dove serve, anzi dove serve vanno aumentate, ma non lasciate dove la scorta rappresenta una rappresentanza non utile e non di vera sicurezza; Il “GRANDE LIQUIDATORE” cerca di liquidare l’Italia, come ha fatto con la Grecia?

Chissà…..

Cosa ne pensate?

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LE CONSEGUENZE DELLA CRISI IN TOSCANA: UN AFFRESCO DI QUELLO CHE CI ASPETTA NEI PROSSIMI MESI

La crisi odierna non dipende solo dal conflitto in corso in Europa: è la conseguenza anche di due anni di pandemia, recessione e stagflazione.

E lo sappiamo bene: chi ha pagato per gli iniqui se non ridicoli ristori economici?

Sappiamo già tutti quale è la risposta, vero?

Adesso l’Irpet, l’istituto di programmazione economica della Regione, ha calcolato quanto il sistema produttivo toscano sia esposto rispetto alle domande di beni e servizi dalla Russia, quanto la Toscana dipenda dai prodotti russi e quali saranno le conseguenze sui bilanci famigliari.

  • Se la Russia si isolasse e smettesse di fare acquisti, il Pil toscano si ridurrebbe di 0,6 punti percentuali e ne soffrirebbero soprattutto l’industria dei macchinari, estrattiva, della meccanica di precisioni e quella chimico farmaceutica. La Toscana conta 1800 imprese che esportano nel mercato russo, in sostanza lo 0,5 % delle aziende della regione.
  • Un altro rischio si gioca sulle importazioni, soprattutto in campo energetico. In questo caso, le aziende maggiormente colpite sarebbero quelle della raffinazione ed estrazione petrolifera e delle utilities. Anche il settore del trasporto e magazzinaggio ne sarebbero fortemente colpiti.
  • Si rischia un aumento della dei prezzi alla produzione crescerebbero del 19,3% per la raffinazione, del 3,6% per l’estrattivo e dell’1,9 per cento per le utilities.
  • A cascata tutto ciò si ripercuoterebbe sui consumi anche delle famiglie. Il rischio è un’inflazione annua aggiuntiva del 3,5%, con punte del 13,6% sulle spese legate alle utilities.
  • Nel 2021 mediamente l’8% del bilancio di ogni famiglia era destinato mediamente alle spese di energia elettrica, gas e carburante per l’auto. Nel 2022 i costi si aggireranno intorno al 13%

Un perfetto affresco di quello che ci aspetta nei prossimi mesi.

Cosa è stato fatto per evitare queste terribili se non disastrose conseguenze?

Chiedetevelo….

E chi pagherà?

A Voi la risposta

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TAGLI DI 15 CENTESIMI AL PREZZO DEL CARBURANTE: UNA MANOVRA INEFFICACE? SI

Il prezzo choc dei carburanti che ha superato da giorni i due euro al litro per benzina e diesel con rincari fino al 60% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, potrebbe subire un lieve ridimensionamento nei prossimi giorni con tagli di 15 centesimi al litro.

Il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, ha spiegato che per il costo dei carburanti da autotrazione, dall’inizio dell’anno “c’è un problema di un incremento dei costi del Brent” e un problema del costo del gas e dell’energia che serve nelle raffinerie e impatta negativamente sul costo finale.

Il ministro ha aggiunto che c’è “una diminuzione della disponibilità del diesel“, ed è per questo che il prezzo è schizzato alle stelle, mentre non c’è alcun problema per la benzina. Per contenere questi prezzi e le conseguenze sui consumatori, si sta valutando l’ipotesi di mettere in atto un’accisa mobile. “Siccome c’è stato maggior gettito Iva questo potrebbe essere utilizzato per ridurre le accise e ottenere una riduzione del prezzo alla pompa

Non c’è solo il problema relativo ai carburanti ma anche agli aumenti in bolletta di gas e energia elettrica: il governo propone di fissare un “tetto” ai prezzi di vendita per calmierare il conto per famiglie e imprese.

Pensare che diminuire di soli 15 centesimi il prezzo del carburante sia la soluzione, riteniamo sia assolutamente irrispettoso per gli italiani, per i rappresentanti, i trasportatori e tutte le categorie vessate dai rincari!

Bisogna fermare immediatamente la speculazione e contrastare questo fenomeno! Gli autotrasportatori e i cittadini italiani non si possono accontentare di un prezzo della benzina che continuerà a superare i 2 euro al litro.

Bisogna fare molto di più!

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FRATELLI D’ITALIA AVANTI TUTTA!

I partiti del centrodestra hanno trovato punti di convergenza su cui rinsaldare l’alleanza. Tra i partiti, quello che sorride di più è Fratelli d’Italia che supera i suoi storici rivali. La forza guidata da Giorgia Meloni oggi prenderebbe il 21,9 per cento dei consensi, guadagnando quasi mezzo punto rispetto alla scorsa settimana. 

Il centrodestra è avanti di sette punti rispetto al centrosinistra. A rivelarlo l’ultimo sondaggio politico Swg per il Tg La7 sugli orientamenti di voto degli italiani. La coalizione conservatrice, allo stato, avrebbe il48 per cento dei consensi, che vuol dire avere i numeri utili per governare il Paese.

Nonostante il nostro partito sia sempre sottoposto a pesanti accuse, la crescita è inarrestabile. Siamo il candidato più forte al momento in Italia! Tutto questo grazie al fatto che incarniamo perfettamente gli ideali in cui buona parte degli italiani crede e ci facciamo portavoce dei loro problemi e richieste. Quest’ultimo punto non è mai stato importante quanto ora, in questo delicato momento storico e nel pieno di una profonda crisi economica!

Continueremo su questa linea, lavorando con e per i nostri cittadini per riuscire a portare a casa ottimi risultati e migliorare le condizioni di vita dei nostri concittadini!

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IL FILO CHE LEGA LO SCIOPERO DEGLI AUTOTRASPORTI E I RINCARI

Per ieri era previsto uno sciopero che avrebbe coinvolto migliaia di mezzi di imprese di autotrasporto che avevano deciso di non farsi carico di ulteriori oneri finanziari per l’impossibilità di far fronte da sole agli aumenti record del costo della benzina.
Trasportounito aveva avvertito che “solo grazie all’intervento in extremis di molte società della committenza, che hanno riconosciuto all’autotrasporto una parte degli extra costi in tariffa, il numero dei mezzi che non partiranno, non sarà di quattro volte maggiore”. Come riferivano le aziende del settore la sospensione a livello nazionale dei loro servizi sarebbe stato a “causa di forza maggiore”, ovvero per l’esplosione dei costi del carburante in seguito all’invasione russa in Ucraina.
Ci basta dare uno sguardo al prezzo medio della benzina e del gasolio, che negli ultimi giorni hanno sfiorato entrambi i 2,3 euro al litro nel servito e 2,2 in modalità self-service
Lo sciopero in programma per oggi è stato stoppato dalla Commissione di garanzia per lo sciopero per il “mancato preavviso”.
La possibilità della protesta da giorni fa temere il blocco delle merci e si teme soprattutto per la distribuzione dei prodotti alimentari, già a rischio razionamento a causa del conflitto. Per non parlare poi delle file di auto alle pompe di benzina. Sul tavolo ci sono per ora 80 milioni di aiuti e una soluzione potrebbe arrivare in settimana. Ma saranno sufficienti i fondi che verranno stanziati?
La realtà è che bisogna fermare anche gli speculatori! Chi non ferma gli speculatori sta facendo il loro stesso gioco! Il governo deve intervenire subito!

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LO STOP DELLE ESPORTAZIONI DALL’EST EUROPA: ECCO LE CONSEGUENZE

Lo stop alle esportazioni dai Paesi dell’Est Europa di prodotti largamente nel settore alimentare utilizzati, come grano, miglio, sale e zucchero, rischia di avere effetti a catena su tutta la filiera. Beni alimentari che potrebbero mancare, prezzi alle stelle per quelli che si continueranno a trovare. È allarme per le conseguenze che il conflitto tra Russia e Ucraina sta portando con sé, anche nel settore del cibo.

Entro la fine del mese, avverte Assitol (Associazione italiana dell’industria olearia), le scorte di olio estratto dai semi di girasole potrebbero arrivare a zero. Ricordiamo che molti prodotti sono processati con olio di semi di girasole come conserve, biscotti, salse e la pasta.

Il 60% della produzione mondiale di olio di girasole viene da Russia e Ucraina. Coldiretti stima che, su 570 milioni di euro di prodotti importati da Kiev in Italia lo scorso, 260 sono stati spesi per olio di girasole. Ci sono poi i cereali che rischiano di non arrivare più in territorio italiano. Per fare un esempio, il 20% delle importazioni di grano dell’Unione europea, Italia compresa, arriva dall’Ucraina.

Coldiretti, inoltre, avverte che ci troviamo davanti al rischio concreto di non riuscire a garantire l’alimentazione al bestiame. Per non parlare degli episodi di accaparramento che si sono verificati nei suoi punti vendita, che ha introdotto i limiti di acquisto dei prodotti in questione.

L’agroalimentare italiano rischia di finire al palo. Trovare una soluzione non è facile: sfruttiamo le risorse del nostro territorio e rendiamoci autosufficienti nel lungo termini. Limitiamo le dipendenze dai Paesi esteri!

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LA TRAGEDIA DEGLI OPERATORI BALNEARI: LA CRISI NELLA CRISI

Gli imprenditori balneari italiani sono scesi ieri in piazza Santi Apostoli a Roma per manifestare contro la legge sul settore. La protesta ha un nome preciso: “Manifestazione nazionale dei balneari contro la legge vergogna”. Ma come biasimarli…

Il governo vorrebbe mettere a gara tutto il fronte mare per ripagare i debiti dell’Italia. Non saranno colpiti solo gli stabilimenti, ma anche i porticcioli, gli ormeggi, i bar, i ristoranti e tutte le altre attività turistiche. 

Come riporta Adnkronos, il 98% degli stabilimenti balneari italiani è gestito da famiglie. Considerando le congiunture internazionali attuali e la crisi economica, la situazione nel complesso diventa difficile per tutto il settore. Il rischio che si interporrebbe è quello di lasciare senza alcuna garanzia migliaia di piccole e medie imprese e migliaia di onestilavoratori che operano in questo settore.

In Italia, prima incentiviamo, poi anziché sostenere, aiutare, incentivare le imprese, invece tendiamo ad ostacolarle, mettendo i bastoni tra le ruote a quanti vorrebbero solo poter lavorare in pace. Lo stato dovrebbe andare a tutelare, difendere e supportare le piccole e piccolissime imprese familiari, come sono appunto quelle dei balneari, anch’esse asse portante dell’economia e del turismo italiano.

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COMBATTIAMO LA CRISI ENERGETICA IN MODO SOSTENIBILE!

Mai come oggi è necessario rendere le città più sostenibili puntando sulla transizione ecologica anche nell’ambito della pubblica amministrazione. 

Ricordiamo che il termine transizione ecologica si riferisce a quel processo strutturale fondamentale per accompagnare il modello socioeconomico verso il futuro. Un futuro che sia più verde e raggiungibile mediante il passaggio dai combustibili fossili all’utilizzo di fonti energetiche green.

Non dobbiamo dimenticare che le città occupano circa il 2% delle terre emerse ma sono responsabili di oltre il 50% delle emissioni di anidride carbonica e di oltre il 70% del consumo di energia globale. Alla luce di questi numeri, la transazione ecologica si rende sempre più necessaria.

Stiamo vivendo una crisi energetica senza precedenti ed è proprio in questo momento che ci rendiamo conto di quanto sia importante l’ecologia e la sostenibilità. I benefici provengono da tutti i fronti: rendere le città più sostenibili permette di migliorare la vita delle persone, le nostre risorse economiche ed è un grandissimo traguardo che ci consente di coinvolgere gli enti pubblici e richiamare all’impegno civile per rendere più vivibile il nostro quotidiano.

Da dove dobbiamo partire? Il modo migliore per garantire un futuro davvero sostenibile sia quello di formare persone sostenibili a 360 gradi. Solo in questo modo potremmo combattere nel nostro piccolo questa crisi energetica!

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