LIMITAZIONI INCOSTITUZIONALI APPROVATE. E PER LE DISCOTECHE?

Il green pass è stato approvato: dal 6 agosto bisognerà esibire il green pass al tavolo di bar e ristoranti solo se la consumazione avverrà all’interno del locale, si potrà andare in palestra solo se muniti di green pass, Che sarà necessario anche per l’accesso a spettacoli all’aperto, centri termali, piscine, palestre, fiere, congressi e concorsi.

Da questo decreto sono stati tagliati fuori il nodo sulla scuola, lavoro e trasporti. Ma non preoccupatevi… presto il governo affronterà queste tematiche e sono pronti a introdurre nuovi divieti. Tra le tematiche non toccate rientra anche la situazione delle discoteche, che resteranno chiuse anche in zona bianca.

Il Premier Draghi vorrebbe risarcire le discoteche con un fondo ad hoc. Vedremo a quanto ammonteranno queste somme!

L’industria del ballo, circa 3mila aziende e 100mila occupati, è l’unica che non ha ancora riaperto nell’Italia ormai tutta bianca. Lo slittamento delle date di riapertura è infinito! Sono mesi che continuano su questa linea della prudenza senza però dedicare giusti ristori al settore. Ad inizio luglio il CTS aveva dato il via libera alla riapertura verso il 25 luglio e a che punto siamo ora? Eppure, per salvare il settore basterebbe rispettare i protocolli di sicurezza del Comitato della Sanità! Vi sembrano pochi i dipendenti del comparto che rischiano di perdere il lavoro?

È un’umiliazione per i lavoratori dell’industria del ballo! I giovani si ritroveranno in balia dei ritrovi abusivi e, ovviamente, è controproducente sia dal punto di vista del contagio, sia produttivo. Migliaia di lavoratori pretendono di lavorare perché non esistono i lavoratori privilegiati, che possono tranquillamente esercitare la loro professione senza incostituzionali divieti, e i lavoratori di serie B messi in un angolo! Combattiamo l’appiattimento economico e sociale! Sosteniamo i lavoratori di questo comparto!

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COPRIFUOCO E GREEN PASS. ANCORA?

Domani la situazione arriverà a un punto. L’ipotesi è l’Italia in bianco fino a Ferragosto, ma attuando restrizioni nelle località a rischio di focolai. Si parlerà dell’obbligo di green pass in stadi, fiere e cinema e soprattutto nei bar e ristoranti dove il contagio è alto.

La linea che prevale in queste ore di confronto serrato è restringere il campo sull’uso obbligatorio del green pass. L’idea è procedere per zone, tenendo come parametro di riferimento il rischio sanitario e il numero di positivi e ricoveri. Si parla anche di reinserire il coprifuoco nelle zone della movida estiva e nelle Regioni dove la curva risale e il ritorno dell’obbligo della mascherina all’aperto. Follia!

Poi c’è tutto il capitolo che riguarda le sanzioni: resta aperta la trattativa per chi non rispetta l’obbligo dell’uso della certificazione verde. Lo schema prevede: 400 euro di multa per i clienti e cinque giorni di chiusura per i locali che non rispetteranno la prescrizione. 

Ma non è finita qui…

Si parla anche di modifica dei parametri per colorare le regioni: Si andrà in zona gialla se l’occupazione delle terapie intensive è superiore al 5% dei posti letto a disposizione e se quella dei reparti ordinari supera il 10%. Questa è l’ipotesi assurda: torneremo ad essere il Paese Arlecchino!

Basta, basta, basta imporre inutili restrizioni agli italiani! Il green pass per accedere ai luoghi pubblici è una misura inattuabile e inaccettabile: distruggerebbe le libertà degli italiani e danneggerebbe ancora di più le attività degli italiani. I gestori degli esercizi commerciali dovranno fare i controllori proprio come se si fosse in aeroporto! C’è sempre un modo per rendere un po’ più difficile la vita degli italiani! C’è sempre un nuovo motivo per introdurre nuove restrizioni!

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TASSE E PROFESSIONALIZZAZIONE: DUE GRANDI PROBLEMI DELL’OCCUPAZIONE

In Italia vi sono 2,5 milioni di disoccupati, in gran parte dovuti al fatto che il mercato del lavoro è bloccato e vi è un ampio mercato nero, a causa dell’alta tassazione. Ma dove risiede il problema secondo gli italiani?

Secondo una ricerca condotta da GiGroup, testando un campione di 2.700 italiani rappresentativi per genere, età, istruzione, livello professionale e area geografica, i primi tre interventi da attuare per favorire la ripresa occupazionale del nostro Paese sono:

  • Diminuire le tasse sul lavoro in modo che le persone ricevano uno stipendio netto maggiore”, è stata la risposta più indicata per il 79% dei rispondenti; 
  • Far pagare meno tasse alle aziende che assumono a tempo indeterminato”, invece, la seconda (62% del campione intervistato);
  • Semplificare le norme sul lavoro”, la terza opzione più votata (36% degli italiani);   

Dai risultati emersi dalla survey emerge che la priorità per gli italiani oggi è, innanzitutto, la riduzione del cuneo fiscale e della tassazione sul lavoro. Questo secondo gli italiani…

Ma qual è un altro grande problema dell’occupazione?

Secondo Uniocamere i dati parlano chiaro: le imprese a giugno cercavano 560mila dipendenti, mentre Confindustria ha denunciato la mancanza di 110mila professionalità tecnico-scientifiche. La grave problematica è che i lavoratori non sono abbastanza qualificati! Qualcuno, quindi, si deve prendere la briga di istruire i nuovi lavoratori alla professione, soprattutto i giovani. Qui lo sbaglio proviene dalle scuole, considerando che il 32% dei giovani e il 45% degli studenti ritiene la formazione scolastica inadeguata all’inserimento nel mondo lavorativo.

In Italia, il mercato del lavoro è paralizzato e i segnali di progresso sembrano essere inesistenti. Ovviamente, alla base di tutto c’è la riduzione delle tasse: con degli interventi fiscali mirati è possibile rilanciare il lavoro su tutti i punti di vista. A questo si aggiungono, ovviamente ulteriori iniziative come il contrasto all’illegalità, gli incentivi alle aziende e le agevolazioni per l’assunzione di determinate categorie di lavoratori. E questi ne sono solo esempi! Ma non dimentichiamoci che professionalizzare i lavoratori è importante e permette di rimettere in moto anche tutto il comparto produttivo! È necessario intervenire per le aziende, gli italiani e tutta l’Italia!

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GREEN PASS PER ENTRARE NEI LOCALI? FOLLIA!

Il Green pass per entrare nei locali e sui mezzi: un’imposizione assurda! L’iniziativa è partita in Francia dove l’annuncio del presidente francese ha provocato una corsa alle prenotazioni per il vaccino che ha toccato quasi 1 milione di richieste in un giorno. Molti in Italia sperano di utilizzare questo approccio per spingere ulteriormente la campagna vaccinale. Pazzi!

Inutile dire che Giorgia Meloni si è esposta negativamente riguardo questa folle iniziativa, affermando che “L’idea di utilizzare il green pass per poter partecipare alla vita sociale è raggelante, è l’ultimo passo verso la realizzazione di una società orwelliana. Una follia anticostituzionale che Fratelli d’Italia respinge con forza. Per noi la libertà individuale è sacra e inviolabile”.

E pensate che i ristoratori ne siano d’accordo? Ovviamente no!

I ristoratori e i pubblici esercenti sono completamente in disaccordo rispetto alla proposta del green pass per accedere ai ristoranti. D’altronde, questo è il settore che ha pagato il prezzo più caro: un anno fa si era stimata una perdita di 50mila imprese e di 300mila posti di lavoro e oggi l’Istat certifica che ne abbiamo già persi 250mila ad aprile. La situazione è di reale disperazione. I piccoli imprenditori sono davvero la classe sociale che oggi è meno tutelata dalle leggi dello Stato, perché sono fuori da qualsiasi forma adeguata e congrua di bonus. 

È impensabile, quindi, che per raggiungere l’immunità di gregge si finisca per penalizzare sempre le stesse categorie! Siamo arrivati al punto di dover instaurare una dittatura con l’imposizione del green pass! Vi pare logico? Ancora una volta ci troviamo di fronte a una misura draconiana e orwelliana che limita la libertà dei nostri cittadini! Ma l’Italia è ancora un Paese libero?

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IL BALZO DEL MADE IN ITALY GRAZIE AGLI AZZURRI. MA E’ VERAMENTE TUTTO COSI’ ROSA E FIORI?

Ancora una volta il Made in Italy è il migliore sul mercato internazionale, ma questa volta il merito va alla nazionale calcistica italiana. Secondo Coldiretti, la vittoria agli Europei potrebbe regalarci 12 miliardi di euro di Pil in più e un aumento dell’export di circa il 10%. Lo ha ribadito anche il presidente della Figc, Gabriele Gravina, al premier Mario Draghi che ieri ha ricevuto gli azzurri a Palazzo Chigi: «Tutte le maggiori ricerche stimano l’impatto della vittoria di ieri nello 0,7% del Pil».

L’effetto positivo sull’economia italiana potrebbe essere determinato innanzitutto dal maggiore prestigio internazionale che deriverebbe per il nostro Paese, ed equivalente a un incremento delle esportazioni del Made in Italy, che già nei primi quattro mesi del 2021 hanno fatto segnare un rimbalzo di quasi il 20% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Queste previsioni si basano sulla teoria che ogni grande vittoria sportiva genera un effetto positivo che aumenta il prestigio internazionale di un Paese. Lo stesso accadde anche dopo la vittoria degli Azzurri nel 2006: in questo periodo l’economia nazionale è cresciuta in modo sostenuto, con un aumento record del 4,1% del Pil a valori correnti. Il record di consumi si ebbe in Germania, dove il Made in Italy era decisamente molto più richiesto.

L’effetto fiducia ci sarà nel breve periodo e beneficerà soprattutto il settore agroalimentare, dal cibo al vino e i liquori. Questo avrà ottime conseguenze anche sui consumi, sia a livello nazionale, sia a livello internazionale, in particolare in quei Paesi dove il Made in Italy è più apprezzato.

Ma è davvero tutto così rose e fiori?

La realtà è che lo sport ci permette di tirare un sospiro di sollievo migliorando leggermente la nostra condizione economica. In tutto questo, moltissime aziende sono ancora sul lastrico e buona parte hanno chiuso i battenti. Per fortuna gli azzurri contribuiscono a dare una spinta all’economia italiana e al Made in Italy! Altrimenti, chissà in che condizione riverserebbero tutti gli italiani!

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“LIBERI DI ESSERE, LIBERI DI PENSARE”

Lo scontro sul DDL Zan è arrivato in Senato. Ma i senatori di Fratelli d’Italia si sono fatti sentire manifestando fuori dal Senato poco prima dell’apertura della discussione per esprimere il loro dissenso. La situazione è difficile e il tema molto sensibile: è praticamente impossibile che il disegno di legge passi a causa delle fratture insanabili all’interno della maggioranza. La discussione si preannuncia infuocata!

Nello striscione di Fratelli d’Italia si legge: “Liberi di essere, liberi di pensare. No al ddl Zan“.

La posizione del partito di Giorgia Meloni è molto chiara da tempo. Il pensiero di Luca Cirani, capogruppo di Fratelli d’Italia al Senato segue, ovviamente, la stessa linea: È un ddl pericoloso, molto sbagliato, incostituzionale, limita la libertà di opinione, è liberticida. Non ci accontenteremo di un compromesso al ribasso, di una mini riforma, la legge va cambiata, se non stoppata, in maniera profonda“.

Durante la protesta davanti a Palazzo Madama, i senatori di Fratelli d’Italia hanno annunciato la presentazione di una pregiudiziale di incostituzionalità. Qualcuno se ne rende conto che questo DDL viola completamente l’articolo 21 della Costituzione che garantisce la libertà di espressione?

Il pressing proviene anche da 70 associazioni cattoliche che hanno personalmente inviato una nota ai senatori: secondo loro si imporrebbe per legge un’ideologia specifica sull’uomo, il gender e vi sarebbero gravissimi rischi per la libertà di pensiero e di cultura di tutti. E come dargli torto?

Se passasse questa legge, diventerebbe reato anche affermare che una coppia legittima, magari dello stesso sesso, non possa adottare un bambino. Verremmo tutti puniti con il carcere per esprimere la nostra opinione!

Che cosa proponiamo allora?

Serve un cambio radicale del ddl Zan. Si introduce un reato di opinione che comporterebbe conseguenze in termini di censura delle persone che si vogliono opporre a questa dittatura. Dobbiamo essere liberi di pensare! La libertà di opinione è un diritto e come tale va tutelato!

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CAMPIONI D’EUROPA ANCHE IN ECONOMIA?

La Commissione europea ha espresso un certo ottimismo sulla ripresa economica, in particolare nella zona euro, rivedendo in netto rialzo le sue previsioni di crescita. L’economia dell’unione monetaria potrebbe tornare ai livelli pre-pandemia già alla fine di quest’anno anziché all’inizio del prossimo. La crescita italiana è prevista del 5% nel 2021. Non male no?

In breve, Bruxelles prevede una crescita nella zona euro del 4,8% nel 2021 e del 4,5% nel 2022. I dati sono stati rivisti al rialzo di 0,5 e di 0,1 punti percentuali, rispetto alle previsioni precedenti. Quello che “frega” l’Italia è l’ampio gap tra servizi e industria, il ribasso degli occupati, ma anche i tassi di interesse ai minimi. Nonostante questo, il Bel Paese è in linea con l’Eurozona, che procede a velocità ridotta.

Consumi pronti a ripartire ora. Considerando il primo trimestre, i consumi sono stati fiacchi: l’ICC segnala un calo a marzo, a causa delle restrizioni che hanno bloccato la spesa per turismo e mobilità. Solo l’acquisto di beni è in lieve recupero. Ma le prospettive per i prossimi trimestri sono più che positive grazie a una ventata di libertà!

A che cosa è dovuto tutto questo?

Ovviamente all’allentamento delle restrizioni. Grazie a questo la fiducia dei consumatori e il turismo sono entrambi in crescita il che è un ottimo punto a nostro vantaggio e dimostra quanto le riaperture abbiano funzionato! Come volevasi dimostrare, anche la campagna vaccinale si è dimostrata efficace in Italia, consentendo l’istituzione del certificato vaccinale e il recupero del commercio internazionale.

Di che cosa ha bisogno ora l’Italia?

l’Italia ha bisogno di superare impedimenti strutturali che ne ostacolano la crescita. Serve creare opportunità per i giovani e sviluppare meglio l’ecosistema che sostiene l’imprenditorialità. Le tasse che gravano sulle aziende sono un grande problema: questo crea un vento contrario alla crescita e agli investimenti e stronca le opportunità. Miglioriamo la situazione economica del nostro Paese! Diventiamo campioni d’Europa anche in economia!

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L’ONG PASSA ALLE MANIERE FORTI: CON LE MINACCE OTTIENE TUTTO

A quanto pare le minacce funzionano secondo le ONG: dopo che alcuni portavoce della francese Sos Mediterranèe avevano annunciato l’intenzione di puntare la rotta verso la Sicilia orientale, la nave Ocean Viking ha ottenuto il porto. La barca si trova già difronte alle coste della Sicilia orientale e nelle prossime ore virerà verso Augusta, il porto in cui attraccherà.

Per tutto il giorno i volontari hanno minacciato di far sbarcare comunque i migranti nonostante non fosse stato concesso un porto di sbarco. Una delle coordinatrici dell’Ong francese, Luisa Albera ha affermato che: “Se non si trova una soluzione entro stasera la Ocean Viking dovrà cercare riparo a est della Sicilia domani. Assegnare rapidamente un luogo sicuro alle persone salvate in mare, non è solo un obbligo morale, è un dovere legale”.

Insomma, anche senza il via libera da parte delle autorità italiane la nave sarebbe sbarcata comunque. Ma vi pare corretto?

E in tutto questo la UE ammonisce: “Doveri su Ocean Viking dipendono posizione nave” e ha aggiunto riguardo alle ricollocazioni: “Al momento la situazione è che un porto sicuro è stato richiesto e ora dipende dagli Stati membri seguire gli obblighi internazionali, questo non è di competenza della Commissione. Solitamente riceviamo richieste di ricollocamento una volta che le persone sono sbarcate”.

E anche l’Unione Europea se ne lava le mani perché “non è competenza della commissione”. Se poi aspettiamo il ministro degli Interni italiano siamo spacciati! Forse i quasi 20mila i migranti sbarcati sulle coste dell’Italia da gennaio al 22 giugno non sono abbastanza. Basta girare le spalle all’Italia e agli italiani! Il campo profughi d’Europa deve chiudere! Difendiamo i nostri confini e fermiamo queste tragedie in mare! Basta restare a guardare!

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MADE IN TUSCANY OLTRE OCEANO

È in arrivo il primo trionfo del Made in Italy che finalmente ottiene il suo riconoscimento internazionale! I prodotti dell’artigianato toscano “ambasciatori” del Made in Tuscany prenderanno parte alla grande fiera di Los Angeles Nexxt-Expo. Gli artigiani avranno l’opportunità di partecipare tramite una collettiva promossa da Confartigianato Firenze alla prima mostra-mercato del Made in Italy, una fiera multisettore, la più grande della California, in programma dal 27 al 30 ottobre 2021. Verranno promosse le attività italiane senza l’impegno di dover sostenere i costi della presenza in loco.

Dall’8 luglio 2021, verranno presentate nel dettaglio le condizioni per prendere parte all’iniziativa. Stando a quanto afferma Jacopo Ferretti, segretario generale di Confartigianato Imprese Firenze, “si tratta di scegliere il prodotto che più rappresenta la propria attività e di proporlo a Nexxt targandolo con l’indirizzo del sito internet dell’azienda artigiana. Con una spesa minima, per spedizione e tasse, il manufatto sarà presente (esposto e venduto) a Los Angeles nell’area dedicata all’artigianato fiorentino e il link sarà visibile e navigabile sul portale di Nexxt […]

D’altronde i dati del nostro Made in Italy parlano da soli: Dopo il calo del 13,8% del volume delle esportazioni totali registrato nel 2020, le recenti previsioni del DEF 2021 indicano per quest’anno un aumento delle vendite del made in Italy dell’8,2%, che si consolida con un aumento del 5,7% nel 2022.

Il Made in Italy vale ed è richiesto in tutto il mondo!

Questa è assolutamente un’opportunità da cogliere per dare valore a tutte le imprese italiane che vogliono e pretendono di partire. È, inoltre, un modo per dare valore alla nostra Italia e a tutti i suoi prodotti così ricercati nel mondo. D’altronde quale migliore occasione per uscire da questa crisi post-pandemica?

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SOS MIGRANTI: C’è BISOGNO DI AGIRE!

In arrivo un esercito di migranti! L’equipaggio della Ocean Viking ha cominciato a richiedere con insistenza un porto sicuro per i 572 cittadini stranieri caricati a bordo in seguito alle numerose operazioni di recupero condotte in mare negli scorsi giorni.

Ieri l’SOS Mediterranèe, un’associazione non governativa che gestisce la nave, aveva lanciato l’allarme parlando di 369 extracomunitari rintracciati in zona libica che erano andati ad aggiungersi al gruppo di migranti già presenti sull’imbarcazione, oramai al massimo della capienza. 

Secondo Adnkronos, le loro squadre non avvistavano da diversi anni questo tipo di imbarcazioni di legno in partenza dalla Libia. Ma tutto questo vi pare corretto?

Dove credono di approdare queste ONG? In Italia? Si sbagliano di grosso! Noi non siamo il campo profughi d’Europa! Basta cercare continuamente il plauso europeo senza che l’UE muova un dito per sistemare questa situazione che ha visto un enorme incremento negli ultimi mesi (non che sia una novità considerando che siamo nella stagione estiva). Sono quasi 20mila i migranti sbarcati sulle coste dell’Italia da gennaio al 22 giugno. Di certo non sono cifre irrisorie considerando il periodo sanitario! Per i migranti da paesi vicini all’Europa, la pandemia ha funzionato da moltiplicatore: a condizioni di rischio invariate ha aumentato esponenzialmente le ragioni per spostarsi.

Che cosa chiediamo noi?

Che l’Europa smetta di girarci le spalle e che agisca e contribuisca al contrasto di questa situazione ormai insostenibile! Chiediamo un programma europeo di ricerca e soccorso che sia legale, umano ed efficiente.

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